Dicono la musica ormai è diventata una questione di tifoseria, basta che uno la pensi in maniera contraria e tutti gli fischiano contro. Si sposta l'attenzione dal talento del singolo artista, l'importante è che diventi un idolo. Una lunga chiacchierata tra Biggie e Carlotta Fiandaca, e capita che a domande sul mare si finisca a parlare di cose molto più serie. I talent, l'America, Micheal Jackson oppure sui consigli sulla villeggiatura (serissimi anche quelli). L'intervista.
Facciamo una chiacchierata io e te (Biggie), un'intervista facilissima, a domandone aperte e visto di dove siete pensavo di parlare un po' di vacanze, di mare e di spiagge oltre che di musica. Tipo, speravo di trovarti al mare, in spiaggia, oppure all'ombra di un ulivo...
(ride, NdA) No... magari... sono a Milano, ormai vivo qui da tre anni. Ci sono andato un paio di giorni al mare, sono sceso giù per l'uscita del disco, sono stato due settimane, però tra gli in-store, le prove eccetera, il mare l'abbiamo visto pochissimo, anzi niente...
Nel video di “Sunshine Reggae” invece dove siete? È bellissimo quel posto.
Non so come chiamarlo in realtà, è uno dei posti più belli della Puglia secondo me, fondamentalmente è un locale, però non ha l'aspetto di un locale, nel senso che è una tenuta di campagna bellissima. Si chiama Torre Regina Giovanna, tra l'altro è abbastanza conosciuta perché è una specie di masseria tenuta benissimo dove c'è un prato grandissimo, una quercia gigante dove ci fanno dei grossi live. E' molto caratteristico perché dentro c'è proprio una piccola città e il proprietario è un appassionato di vintage e oggetti d'antiquariato. Quindi all'interno della masseria c'è la zona del barbiere con la sedia anni 60, il telefono pubblico, poi c'è la pompa di benzina dove abbiamo girato noi il video. Sembra proprio di stare in un paese... Ci sono tante location in una ma è un unico posto. Se ti trovi in Puglia è un posto che ti consiglio veramente di vedere perché di notte poi rimani col fiato sospeso... Torre Regina Giovanna, ricordatelo.
Hai già quasi risposto a una domanda che volevo farti alla fine è cioè due o tre posti da non perdere quando si va in Puglia. Ma te lo richiedo dopo. L'ultima intervista per Rockit è del 2011. Nel frattempo è uscito “Superheroes” e prima avete fatto un mini tour negli Stati Uniti, dove avete girato il video di “The Message”. Mi racconti un po' com'è andata?
Sì siamo stati in America, abbiamo fatto due date, a New York e a Miami. In realtà ce ne avevano proposte un po' di più, dovevamo fare anche Los Angeles e Washington, ma poi il 90% dei membri dei Boom Da Bash vive di questo mentre altre persone dell'entourage hanno altri lavori e quindi non è stato possibile rimanere in America per più di dieci giorni. Comunque è stata un'esperienza bellissima, abbiamo visto posti completamente nuovi, abbiamo avuto la possibilità di portare la nostra musica a persone che hanno uno standard di ascolto molto elevato ed è stato veramente costruttivo. Il nostro mini tour in America era inserito in questo progetto bellissimo che si chiama “Hit Week” che in poche parole è un progetto tutto italiano che, tra l'altro, si occupa di esportare musica italiana oltre oceano, ma nel vero senso della parola perché per noi ha interessato l'America, però per esempio i Sud Sound System sono stati in Australia, in Cina; davvero una bellissima cosa. Poi penso non sia una cosa di tutti i giorni per un gruppo italiano avere la possibilità di andare a fare qualcosa in America. Per noi è stato bellissimo anche perché ci siamo andati con altri musicisti che forse non avremmo mai conosciuto, tipo i Negrita o i Subsonica, con cui abbiamo proprio condiviso il palco. Esperienza costruttiva. Poi la cosa interessante è stata vedere le differenze tra il music business americano e quello italiano.
E cioè?
Le differenze non riguardano tanto la risposta del pubblico a Boom Da Bash, ma in generale alla musica. In America la ricerca del talento da parte della discografia è proprio su un livello differente; lì anche se tu sei quello che io chiamo un artista da cameretta, cioè hai il microfono in cameretta, non sei nemmeno un artista emergente, proprio come lo siamo stati noi agli inizi, se hai dei buoni numeri, se fai buona musica e hai dei bei pezzi, in America tu avrai la possibilità di bussare alla porta di un grande produttore e ricevere il suo ascolto. La gente ti da retta, cosa che invece non succede in Italia perché in Italia devi conoscere tizio che ti presenterà a caio che poi ti porterà a bussare alla porta di sempronio. E se ti va bene forse ti fanno la proposta. Li è su un livello differente. Lì scavano proprio non dico nell'underground ma...
...Ti vengono a cercare nelle camerette insomma.
Sì sì! Ad esempio basti vedere... mo' non c'entra niente con il reggae eccetera però... Justin Bieber, la sua storia è stata questa. Lui è stato ascoltato per caso da Pharrell, e guarda cosa è successo. Una cosa che in Italia non succederebbe mai, qui da noi non ci sarà mai una storia come quella di Bieber.
Le ragazzine e i ragazzini impazziscono...
Quello che dico io è che in Italia la fascia giovanile, gli ascoltatori giovanili sono stati impostati vuoi dai grossi media, dalle case discografiche, dalle operazioni mediatiche intorno a questi personaggi a essere non più degli ascoltatori, ma dei tifosi. Sono dei tifosi. È quello che succede anche nei talent show. Nei talent show se ci sono mille supporter in studio e uno si permette di dire una cosa contro quel cantante, perché magari il cantante in questione ha sbagliato e uno si permette di dirlo, lì succede l'ira di dio. I fan di questi personaggi vogliono che venga detto esclusivamente che il loro idolo spacca. Nel momento in cui il loro personaggio fa una cagata, perchè prima o poi la fanno tutti, loro non l'accettano,vogliono la massificazione dell'ascolto del loro idolo. Questo è il loro obiettivo e questo non è ascoltare musica, questa è tifoseria.
C'è gente che impazzisce anche per voi. Ce l'avete anche voi la tifoseria...
Sì sì, però sono molto critici i nostri ascoltatori... Appena noi facciamo un piccolo passo diverso, o sbagliato, loro sono lì attenti e pronti a notarlo e a farcelo notare. Però abbiamo anche noi lo zoccolo duro, i supporter di ferro.
Torniamo al disco e al tour. Superheroes è fuori da circa due settimane e il tour è partito da poco proprio da Lecce, da casa vostra. Come sta andando? Che estate vi aspetta?
Il disco già dai primi due giorni di uscita ha avuto una buona risposta e dei feedback positivi. Non ci aspettavamo così tanto, ma speravamo di fare bene. Con Superheroes abbiamo raggiunto la top ten di itunes per la prima volta nella nostra carriera musicale e siamo andati in ristampa con il disco dopo due giorni dall'uscita. La gente ha apprezzato tantissimo il disco e se tanto mi da tanto sarà una bella estate, divertente. Tra l'altro poi quest'estate ci ritroveremo oltre che nelle situazioni dove siamo affermati (ci sono posti in Italia dove ogni hanno puntualmente d'estate facciamo delle seratone, in Calabria piuttosto che in Sicilia) anche in situazioni più grosse come lo Sherwood (dove ci sarà anche Fibra) e penso che riscuoteremo un bel feedback anche lì. La gente rimarrà contenta. Lo spettacolo è completamente nuovo, abbiamo anche riassettato un po' la band per fare in modo che i pezzi suonassero quanto più fedeli al digitale perché Superheroes è un disco molto influenzato da suoni elettronici. Ci sono molti synth, ci sono molte sonorità poco analogiche; ci sono anche le cose un po' più roots, un po' più reggae classiche di Boom Da Bash, però al primo ascolto la prima cosa che si sente è questa grande influenza della musica elettronica, un approccio alla produzione più elettronico. Quindi abbiamo dovuto uniformare gli elementi della band per creare un suono che fosse vicino quanto più possibile al suono del disco; spero che la gente, anzi credo che la gente, sarà contenta. Io in cuor mio ne sono sicuro perché ho lavorato veramente duro.. L'altra sera, come dicevi tu, a Lecce, c'è stata la presentazione del disco e c'è stata una grande risposta da parte del pubblico. A parte il fatto che era a casa nostra.. ma lo vedi che le persone cantano già tutti i tuoi pezzi anche se il disco è uscito da una settimana e noi qualche errorino l'abbiamo fatto che dobbiamo ancora fare un po' di rodaggio, ma abbiamo fatto veramente un grande spettacolo.
C'è molta gente nel disco insieme a voi: Clementino, Sud Sound System, Dj Double S.
Innanzi tutto è stata una cosa nuova per noi che abbiamo sempre fatto dischi con un numero ridottissimo di featuring perché eravamo più incentrati su pezzi che mostrassero quello che siamo noi piuttosto che condividere con altri artisti. In questo disco invece abbiamo proprio voluto lavorare sia dal punto di vista delle produzioni musicali che dal punto di vista della realizzazione dei pezzi, con un po' di artisti che ci piacevano. Non è stata una scelta fatta a tavolino, non ci siamo seduti e abbiamo detto facciamo un pezzo con Clemente perché adesso sta andando forte, cosa che può capitare, si sa che i featuring servono in un'ottica di mercato musicale, è così. C'è un rapporto di stima e amicizia con tutti quelli che hanno collaborato al disco e questo credo sia importante. Se non c'è affinità mentale e umana tra due artisti seconde me non ne verrà mai niente di buono, o quantomeno l'ascoltatore capirà che non c'è feeling empatico tra i due artisti. Noi abbiamo scelto Clementino perché lo ascoltavamo da molto prima che avesse questa svolta discografica e lo abbiamo sempre considerato un grande esponente dell'hip-hop nostrano. Oltretutto poi lui ha questa caratteristica comune a noi di usare il dialetto e l'italiano, usare due lingue, e a noi piace molto questa roba del dialetto.
I Sud Sound System vabbè sono un sogno che si realizza per noi. Siamo cresciuti con loro, sono la storia della musica reggae, hanno iniziato con l'Isola Posse a fare la storia della musica hip-hop (che in pochi sanno sta cosa) e quindi per noi è veramente un sogno che si realizza. Double S invece è una delle pietre miliari dell'hip-hop italiano e il pezzo con lui fu registrato o comunque fu ideato proprio nel periodo in cui ci fu la diatriba in cui a qualcuno scappò qualche parola di troppo, e si diceva che negli anni 90 non c'era tanta consapevolezza ma c'erano dei tentativi più che altro. Noi abbiamo deciso di fare il pezzo con Double S per cercare di far capire in che posizione stiamo; noi siamo cresciuti con i Sud Sound System, conosciamo la musica hip-hop e siamo coscienti del fatto che negli anni 90 c'erano delle grandi realtà ma che non avevano i mezzi che ci sono adesso e per questo secondo noi devono essere ancora più apprezzati perché sono riusciti a spianare la strada su cui gli odierni artisti hip-hop o reggae, camminano. Questo era un po' il senso del pezzo. Rispetto per il passato e uno sguardo al futuro.
Le collaborazioni “straniere” invece?
Bobby Chin fa parte di questo sound famosissimo, i Black Chiny, cinesi jamaicani residenti a Miami che oltre ad essere un sound system sono anche un team di produzione, hanno prodotto qualcosa per Akon, Kardinal Offishall. Sono veramente dei professionisti, sanno bene quello che fanno. Abbiamo voluto fare questo pezzo con loro anche perché noi siamo nati come sound system e anche se siamo diventati un vero gruppo musicale abbiamo tenuto l'attitudine del sound system. Infatti gli abbiamo proprio chiesto di registrarci sopra delle voci come se stessimo facendo una serata e lui ci stesse speakerando. Lui è uno degli MC dei Black Chiny quindi il pezzo è come se fosse live, è abbastanza insolito, come se fosse suonato in una serata e lui stesse fomentando le persone. È stato un onore per noi collaborare con lui, perché insomma non ci avremmo mai pensato un po' di anni fa ad una collaborazione così.
E poi ci sono Ward 21 con voi in “Sensi”, che è un pezzo jamaicanissimo.
I Word 21 sono un collettivo di cantanti/produttori jamaicani molto ma molto conosciuti nella dancehall soprattutto perché c'è uno dei cantanti, Suko, che ha questo vocione.. Io ricordo da ragazzino quanto partiva questo tipo con questo vocione che faceva tremare i vetri della sala rimanevamo tutti a bocca aperta e ci immaginavamo questo gigante di 200 chili.. noi siamo strafan dei Word 21. Avevamo in mente di fare questo pezzo per trattare di un argomento che nei dischi precedenti non avevamo mai trattato e cioè la marijuana. Ma non intesa come facciamoci le canne, sballiamoci, ah che bello.. Noi siamo molto vicini alla questione dell'uso medico della marijuana. In Puglia c'è il primo centro in assoluto per la sperimentazione e l'uso della marijuana a scopo terapeutico, per la sclerosi, la terapia del dolore eccetera. Abbiamo parlato dell'argomento in questo senso e abbiamo voluto condividere con i Ward 21 questo pezzo perché loro hanno fatto moltissime canzoni sull'argomento e sono molto ferrati. Tra l'altro a Racale, un paesino del Salento in provincia di Lecce, c'è il primo Cannabis Club in Italia dove si produce marijuana a cielo aperto.
Lì allora, a Racale, è un altro posto dove bisognerebbe andare...
Sì. Lì poi è bellissimo.. anche noi non abbiamo mai avuto modo di conoscere la signora che gestisce il Cannabis Club, però ci andremo prestissimo perché siamo molto vicini a questa causa. Ecco, questo è un po' il sunto delle collaborazioni.
Superheroes è un disco da ballare, no? Secondo voi si balla abbastanza in Italia? O si balla poco e soprattutto male come dice Fibra?
(Ride) Guarda io penso che comunque sia quando parli di persone che vivono in determinati posti dove c'è la cultura del ballo, dove il ballo è cultura e tradizione.. non puoi mai pretendere che un italiano abbia nel sangue a livello di dna quello che ha un jamaicano. Noi abbiamo altre cose.. in Salento ad esempio siamo bravissimi a ballare la pizzica, perché è tradizione, è cultura, è il nostro background culturale insomma. Io penso che in Italia sì, il fomento c'è sicuramente. Per quanto riguarda la musica jamaicana ci sono bravissime ballerine e tra l'altro da qualche anno ci sono delle scuole di ballo dancehall sia a Lecce che a Roma e magari con gli anni riusciremo a eguagliare il livello, quanto meno a difenderci bene. Anche se lo facciamo già, dai...
“Superheroes” è da ballare ma anche da ascoltare. Dite tante cose, ci sono dei messaggi. In salentino, in patois. Non è facile. Credete che la gente capisca?
Sicuramente ci sono persone che non capiscono, diciamo il 60%. Però, se ci pensi è lo stesso discorso di quando una radio italiana passa musica americana. È lo stessissimo discorso, ma in Italia c'è questo tabù che l'italiano deve cantare in italiano. Se tu che non parli bene l'inglese e ascolti Amy Winehouse chiaro che non capisci esattamente quello che Amy ti dice ma capisci il senso della canzone perché a supportare il testo poi c'è la musica. Poi quello che noi abbiamo visto suonando per esempio a Milano è che la gente ha sempre qualche frase di ogni pezzo che gli è rimasta fissa in testa. Io uso il patois come uso l'inglese. La gente che ci segue ha sempre capito. Ma è normale perché impari; ad esempio la mia ragazza è veneta, i primi mesi non ci capivamo poi capisci sempre di più.
E il fatto di mettere i testi online, una canzone al giorno. Perchè?
Perché ce li ha chiesti la gente. La gente vuole leggere chiaramente i testi; per chi ha comprato il cd ci sono nel cd, invece chi lo scarica da itunes mi chiede come fare per avere i testi. E quindi abbiamo deciso di pubblicare on line proprio nell'ordine delle track del disco giorno dopo giorno tutti i testi.
Tra tutti i featuring non c'è una donna...
Noi una donna con cui vorremmo fare un featuring ce l'abbiamo in mente, però è un nome talmente grosso.. a noi piacerebbe un sacco collaborare con Nina Zilli ma è un nome talmente grosso che noi facciamo pure fatica a pronunciarlo. Lei ha iniziato la sua carriera nel reggae, poi ha fatto altro è vero, ma anche nelle sue produzioni di adesso è molto influenzata dal reggae. E poi è una grande cantante e una grande artista. Speriamo. Sicuramente il featuring con una donna è una cosa da fare e che non abbiamo mai fatto, anche se nel primo disco c'era Loretta Grace che tra l'altro è la protagonista del musical Sister Act e ha ricevuto un sacco di complimenti da Woopy Goldberg, quindi bravissima. Speriamo di rifare questa cosa bella adesso che abbiamo un po' più di visibilità e fare una cosa veramente in grande.
La cover del cd è bellissima. Vi sentite un po' dei supereroi?
In realtà il disco è dedicato a diverse categorie di persone tra le quali ci includiamo anche noi perché comunque sia per fare musica da indipendenti in un periodo in cui le major discografiche dettano la strada da seguire (che fondamentalmente è così) bisogna essere abbastanza cazzuti. Noi facciamo tutto da soli e con un sacco di sacrifici non solo fisici ma anche, come potrai ben capire, economici. Il disco è dedicato a tutte quelle persone che in questo periodo non proprio roseo in Italia, hanno magari un sacco di problemi, di questioni da risolvere importanti. Spesse volte alcuni non ce la fanno perché c'è anche chi è debole, non solo chi è forte e chi continua ad andare avanti. Mi riferisco, non lo so, agli operai dell'Illva, che per noi è questione molto spinosa essendo salentini e pugliesi; agli operai che hanno perso la vita sul lavoro, ai precari, a chi oggi conduce davvero una guerra per riuscire a campare. Poi c'è questa dedica all'interno del disco che dice “a chi non ha né raggi laser né altri super poteri, ma ha il coraggio e la forza di un leone”.
Oggi è l'anniversario della morte di Michael Jackson. Non so cosa pensi di lui. Vuoi dirmi qualcosa?
Sì. Ho visto di recente, o boh, forse sei mesi fa, era di notte, ero a casa, fumavo una sigaretta e mi è capitato di vedere “This is it”, il documentario delle prove del concerto di apertura all'ultimo tour. Io sono rimasto veramente allibito perché quando si parlava di Michael Jackson si parlava sempre della sua salute, che non stava bene, della mascherina, è pazzo, non è pazzo. Ma guardare lui mentre faceva le prove è una cosa sconvolgente, oltre 50 anni di persona, faceva scuola, aveva questa marea di professionisti mostruosi intorno a lui e lui andava lì e li correggeva. Era fenomenale. Poi mi è rimasta impressa una cosa, un piccolo aneddoto. Loro dovevano partire con un pezzo e per dare il segnale alla band di partire dovevano mandare una schermata dietro di lui. Allora il tipo gli dice: “Ma tu come fai se sei di spalle a vedere che devi partire?” Lui rispose: “ io lo sento, non ti preoccupare”. Io lì ho detto: ciao. Lui non vedeva, lui sentiva. Quindi per me Michael Jackson con Freddy Mercury e Stevie Wonder sta nell'olimpo delle star.
E Bob?
E vabbè Bob per forza. Sai noi del reggae quando ci chiedono tu cosa ascolti non diciamo mai Bob Marley, quello per forza.
A Payà volevo chiedere se gli piace davvero il pigiama come canta in Sunshine Reggae?
Magari glielo chiederai, comunque sì. Lui quello che dice è sempre vero. Quella è una di quelle frasi che rimane impressa. Sia io che lui conviviamo, quindi siamo sinceri anche in quest'ottica. È vero, sì, sì garantisco io.
Allora. Dove dobbiamo andare in vacanza quest'estate per vedere i posti più belli della vostra terra? Dimmi altri due nomi...
Direi Mamanera, che è una delle yard più belle d'Italia. Tra l'altro uscirà tra poco un documentario sul Mamanera che è questa spiaggia bellissima dove fanno un sacco di concerti da 5-6000 persone, tutti lì a ballare in spiaggia di notte (noi ad agosto siamo al Mamanera). E poi un posto che è molto sottovalutato perché quando uno pensa di andare in Salento non ci pensa mai a questo posto.. Io consiglio di andare a visitare Ostuni, la famosissima città bianca, che è conosciuta nel mondo. Cioè, anche Jack Nicholson si va a fare le vacanze lì! È bellissima, si trova nell'alto Salento ed è veramente spettacolare. Andateci assolutamente, almeno una capatina fatela.
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L'articolo Boomdabash - Ultras di Carlotta Fiandaca è apparso su Rockit.it il 2013-07-02 10:51:18
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