Lodo Guenzi, durante X Factor, continuava a parlare del mondo dei BowLand e la formula sembrava quasi studiata a tavolino: questi tre ragazzi hanno un loro universo preciso, sono preziosi etc. Noi, da casa, non potevamo che giudicarne l'operato musical-televisivo e lì, effettivamente, non hanno sbagliato una virgola. Saeed al computer e agli strumenti tradizionali, Pejman a quelli non convenzionali (dal didgeridoo allo scacciapensieri passando per l'acqua che scorre e le corde pizzicate), Leila che incanta con la voce suadente, tre italiani di Teheran o tre iraniani fiorentini, che erano amici ben prima di suonare insieme e che, a conoscerli, sembrano davvero preziosi.
Nel talent musicale più famoso hanno fatto percorso netto e ogni volta che toccava a loro, sembrava fosse il turno dell'ospite internazionale. Sono entrati a X Factor senza spingere, scovati da uno scout del programma dopo aver vinto un concorso in Toscana, hanno accettato la sfida e nel programma hanno suonato un bel po' di cover nel loro stile, senza venire a patti con la moda, il momento o l'aspetto commerciale. Integrità che ha pagato: sono arrivati in finale dopo aver stravolto e reso BowLand pezzi come Get Busy di Sean Paul, No Roots di Alice Merton o Senza un perché di Nada, vero punto di svolta della loro competizione e prima volta in assoluto in lingua italiana.
L'inedito esisteva già nel loro repertorio: Don't Stop Me era contenuta nell'album Floating Trip, che avevano registrato e autoprodotto qualche tempo prima della tv. Ascoltandolo oggi, ci sono già tutte le peculiarità che rendono il suono dei BowLand riconoscibile al primo ascolto: i beat downtempo, le melodie minimali, gli strumenti curiosi, le circolarità tribali e un bel po' di magia. Niente a che vedere con quello che va ora in Italia, eppure il pubblico italiano è rimasto stregato e li ha portati in finale, quella vinta da Anastasio.
Quando con il loro scopritore, che poi è diventato il loro manager, mi sono accordato per incontrarli, la situazione è già over the top: a casa loro, offrono il pranzo iraniano, io porto una bottiglia di vino e vediamo che succede. La casa è situata in una zona centrale di Firenze ma non è di tutti e tre, solo di Pejman e Leila che sono una coppia nella vita vera. Situazione informale, porto pure la mia fidanzata, iniziamo a bere per scaldarci e a giocare con la canina di casa. Siamo qui per un motivo: mentre parliamo, i ragazzi annunciano il primo tour italiano di quelli seri e nel farlo sono molto calmi, quasi timidi, dote rara specie al debutto.
Mi dicono che si conoscono dai tempi del liceo, ben prima di suonare insieme e che il primo nucleo era formato da Saheed e Pejman, sempre alla ricerca di una cantante. Solo dopo aver registrato un pezzo con una voce esterna, Leila ha detto loro che, forse, sapeva cantare anche lei. Ha registrato la voce su una loro base dall'iPad e gli altri due si sono guardati come per dire What the fuck, l'avevamo in casa e neanche ce n'eravamo accorti. Da lì al primo album, il percorso è stato organico fino a X Factor, un'esperienza che nessuno prenderebbe a cuor leggero. Prego notare che stiamo parlando mentre mangiamo pollo speziato con riso iranian style e vino rosso toscano, che insieme stanno proprio bene. Pure il peperoncino fatto dallo zio di Anastasio sa il fatto suo, basta non esagerare per non avere le visioni mistiche. Sarà per questo che inizio a intavolare una discussione sugli Einsturzende Neubauten, tra la moderata curiosità generale.
Con Anastasio, i tre sono rimasti in buonissimi rapporti, tanto da scrivere un pezzo insieme a lui, Autunno, contenuto nell'ep di esordio del rapper. Siamo concordi nell'affermare che tutto quel polverone sollevato sulla sua presunta passione politica per la destra fosse una bastardata, perché non esiste giudicare una persona dai like su un social senza neanche averla interpellata. Loro sanno bene che Anastasio non è così, ci hanno vissuto insieme e di certo non vogliono che tali invenzioni minino il loro rapporto. Nel loft con gli altri concorrenti si sono trovati bene e non si può dire che sia stata un'edizione tranquilla: la loro prima giudice, quella che li ha scelti era Asia Argento, con cui si sentono ancora. Un'anima nera affine alla loro musica misteriosa e sexy. Dopo l'epurazione da parte di Sky, è subentrato Lodo de Lo Stato Sociale, la persona più diversa dall'Argento sulla faccia della Terra: ha sempre una buona parola per tutti, è dolce e pacioso. Anche lui però si è innamorato del progetto BowLand, perché questi ragazzi sanno farsi voler bene anche se non sei esattamente un ascoltatore del genere.
Serata dopo serata hanno conquistato sempre di più il pubblico e andare in finale con una band che ricorda gli Archive, Tricky, i Lamb o i Massive Attack più sperimentali è un mezzo miracolo. Eppure, nel loro futuro non c'è la svolta commerciale e neanche la strizzata d'occhio ai nuovi fan raggiunti grazie alla tv. C'è la musica, quella che piace a loro e che sanno suonare bene, c'è un tour in cui avranno spazio le cover di X Factor ma soprattutto gli inediti, in cui i pezzi saranno giocati, allungati, sarà inserita la cassa dritta per far muovere il culo mentre la testa vola, grazie anche ai visual. Sarà bello e importante, saranno serate da perdercisi dentro, da abbandonare tutto per qualche ora e lasciarsi andare al flow, in attesa del loro nuovo album, che hanno già scritto per metà e che pare non voglia proprio diventare pop. Mentre ce ne andiamo, gia un po' ci mancano, perché chi ci accoglie in casa loro diventa amico a prescindere. Ci rendiamo conto di non aver mai parlato della condizione di straniero in Italia e questo significa una cosa sola: non ce n'è stato bisogno, perché è una cosa normale. Bene così.
Queste sono le prime date del tour realizzato da BPM Concerti:
19 marzo 2019 – San Benedetto del Tronto, PalaRiviera
20 marzo 2019 - Fano (PU), teatro della fortuna
22 marzo 2019 – Napoli, Casa della Musica
23 marzo 2019 – Modugno, Demodè Club
30 marzo 2019 – Firenze, Auditorium Flog
4 aprile 2019 – Milano, Magazzini Generali
13 aprile 2019 – Brescia, Latteria Molloy
16 aprile 2019 – Venaria Reale (To), Teatro della Concordia
17 aprile 2019 – Padova, Hall
18 aprile 2019 – Pordenone, Capitol
19 aprile 2019 – Nonantola, Vox Club
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L'articolo BowLand, la band che piace anche se non suona pop di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2019-01-23 09:33:00
COMMENTI (1)
Ho ascoltato i Bowland all'Alcatraz: musicalmente sono intriganti anche se, in ambito "ambient" (scusate il pasticcio) non sono totalmente originali. I due uomini si danno da unfare, ma sempre due rimangono, ed i miracoli sul palco non si possono fare.. Quindi grande uso (forse abuso) di basi registrate, in primis la ritmica (la famosa cassa dritta che sempre e comunque ci fa saltellare..). La ragazza è perfettamente amalgamata e tiene il palco ma sulle reali capacità vocali mi sento di affermare bonariamente che "c'è tanto da lavorare".. Insomma, una sorta di family band che sa farsi ben volere ma che ha bisogno di progredire con tanto lavoro e mantenendo la passione che li contraddistingue..