Mariposa - Brescia, 28-02-2009

Sono cambiate molte cose dall'ultimo "Profitti Now!", quattro anni fa: Enrico Gabrielli è entrato a far parte degli Afterhours, ha diretto l'orchestra di Sanremo, ha arrangiato dischi per mezza Italia, e nel frattempo i Mariposa hanno cambiato più volte formazione, Alessandro Fiori è uscito dal gruppo, poi è ritornato. Ora l'album è pronto, ci canta anche Deavid Allen dei Gong. Uscirà il 12 marzo e si intitolerà semplicemente "Mariposa". Nicola Bonardi ha incontrato via chat Michele Orvieti e Gianluca Giusti e ha offerto un caffè ad Enrico. Dai primi ne è uscita una chiacchierata surreale, dal secondo parerei al vetriolo contro tutti, con Mogan in cima alla lista.



Come ci si sente ad essere il gruppo di Enrico Gabrielli?
Gianluca: C'è un filmato su youtube che mostra noi Mariposa e alcuni nostri parenti la sera di Sanremo. Quindi essere il gruppo di un musicista come Enrico ci riempe di orgoglio... ma c'è un altro filmato che mostra il lato oscuro di Enrico Gabrielli, che dimostra come sia l'anello di congiunzione tra il vampiro e il musicista e questo ci fa un po' paura.

Quindi, a parte gli scherzi, il fatto che Enrico stia avendo questa enorme quantità di riscontri è una cosa che si può trasformare in un'opportunità anche per voi, non vi ha mai infastidito?
Michele: No, sono molto contento per Enrico, è la giusta valorizzazione delle sue grandi capacità, certo, non è stato facile mandare avanti i Mariposa in questi ultimi anni. Comunque io credo che Enrico potrebbe permettersi di andare anche oltre l'esperienza Afterhours, ha tutte le capacità per spingersi in territori ancora più distanti.

G: Paradossalmente questo è il disco in cui il contributo di Enrico è stato fondamentale ma è anche quello in cui suona meno...

L'ultima volta che vi ho intervistato eravate in 6, poi siete stati in 5, poi di nuovo in 6 e ora siete in 7... come la mettiamo?
M: C'è stato uno stop, un momento di riflessione che abbiamo passato senza Alessandro Fiori, che secondo me è uno dei più grandi cantautori che ci siano oggi in Italia oltre che un grande performer, un uomo di spettacolo dai tempi sorprendenti, ma in quel periodo stava passando dei brutti momenti e scaricava questa sua situazione anche sui Mariposa fino a che tutto ciò divenne insostenibile…
G: Il periodo senza Alessandro è stato un laboratorio che per paradosso ha influito molto sull'ultimo disco, dal punto di vista musicale. Ci ha fatto crescere.

E se vi dico che nel vostro ultimo album si sentono anche gli Amore?
M: L'ultima produzione di Alessandro ha spesso alcune caratteristiche simili. Ci ho messo un bel po' a capirli ma adesso posso affermare senza problemi che "Lapo68" (nella versione de "I tendaggi del primo semestre") è una delle canzoni più belle degli ultimi anni. E poi, oltre ad essere dei bravi musicisti, sono anche delle belle persone è non è cosa sempre frequente.

Il vostro disco è, a mio avviso, la dimostrazione che sebbene siano passati 4 anni da "Proffiti Now!", non siate realmente stati fermi un attimo...
M: Mettiamola così, "Mariposa" è stata l'occasione per sentirsi ancora vivi, dopo i concerti seguiti al tour di "Best Company" e ad alcune tournèe estive l'attività dei Mariposa si era piuttosto diradata, ci ha ricompattato e ci ha dato la misura di quanto abbiamo ancora da dire.

G: Poi l'attività che è servita tanto a tenerci in forma è stata la prima annata di Magazzeno bis che capitò proprio nel periodo dei Mariposa senza Alessandro. Fu molto terapeutico…

Puntate anche voi a Sanremo? Sarebbe davvero bello vedervi là... non sono ironico.
G: Certo che puntiamo a Sanremo, io ho già comprato una partita di qualche migliaio di cellulari usati in Europa dell'Est con la quale ho tutta intenzione di vincere al televoto l'anno prossimo... e mi piacerebbe andarci con una canzone che non sia nè d'amore nè di indignazione civile...

M: A me piacerebbe tanto partecipare ad un grande festival musicale internazionale, tipo il SXSW di Austin, e confrontarmi con colleghi di altre nazionalità.

In effetti l'estero è in qualche modo ancora un tabù...
M: Sarebbe importante ci fossero dei sostegni da parte delle istituzioni per favorire il confronto tra realtà musicali italiane e straniere. Le difficoltà sono spesso logistiche ed economiche, ci sono però molte realtà italiane che si muovono bene in questo campo, tipo il collettivo Ugly Dogs o i nostri amici East Rodeo e Eterea. Anche alcuni festival si stanno muovendo per promuovere musiche italiane all'estero, vedi Italia Wave...

C'è chi rifiuta a priori l'intervento istituzionale giudicandolo una forma di assistenzialismo che non può che portare a una sorta di do ut des...
G: O chi come Baricco su Repubblica dice che bisogna tagliare sugli spettacoli per dare di più a scuola e tv... comunque sarebbe bello aver un sostegno in più... che non legasse la tua esistenza al numero di biglietti venduti... o al televoto, senza per questo essere elitari...

Che mi dite di Daevid Allen? Come è finito dal pantheon dei vostri miti ai "solchi" del vostro disco?
M: Se c'è un gruppo sul quale possiamo essere tutti d'accordo questi sono i Gong e non è facile, perchè siamo 7 teste di cazzo... una parte della critica musicale si accosta al progressive come se fosse acido solforico ma i Gong escono fuori dalle facili classificazioni del progressive o del Canterbury sound, sono una comune musicalmente anarchica dove la fantasia siede al potere e ha come consiglieri il gusto e l'equilibrio.

G: Avere Daevid Allen nel tuo disco è più che avere un ospite illustre è come avere una leggenda, ma nel vero senso della parola: esisterà davvero Daevid Allen? Sì esiste, e canta con noi, in italiano!

Si... ma come ci è finito sul vostro disco?
M: Abbiamo suonato prima di un suo concerto alla Flog di Firenze. In quel periodo portavamo in scaletta anche un brano dei Gong "Oily way", durante il sound check gli abbiamo chiesto se voleva cantarlo e lui entusiasticamente ha accettato. E' stato uno dei momenti più memorabili della nostra decennale carriera… a proposito, lo sai che a novembre facciamo dieci anni di Mariposa?

Come pensate di festeggiare?
G: Io penso che faremo un tour per il decennale, torta a più piani, un rockumentary, e un concerto proprio a Firenze dove dieci anni or sono debuttammo...

M: Nello stesso luogo dove debuttammo, che adesso è un'Ipercoop!
 Più che un rockumentary, io farei un musicarello, che ne dici?

Definite ancora la vostra musica "componibile"?
G: Nel disco abbiamo scritto: "Questo è un disco di musica componibile?" con il punto interrogativo, e non c'è niente di meglio di una domanda per ribadire un concetto.

M: Tutta la musica è componibile, anche quella di quest'ultimo disco, non se ne esce.

Il tour quando parte?
G: Ai primi di Aprile, saremo a Milano, Bologna, Firenze, Brescia, Roma, Verona e da altre parti...

UN CAFFE' CON IL MAESTRO GABRIELLI

Secondo te da dove cominciamo?
(Risate, NdA) Non sai da quanto tempo qualcuno non mi intervista per parlare dei Mariposa... Io se vuoi comincerei dal fatto che prima eravamo in 6 e ora siamo in 7...

Hai già letto l'intervista con Gianluca e Michele?! Cominciava più o meno così...
Fantastico... si, c'è stato un periodo in cui Alessandro Fiori fu letteralmente buttato fuori dal gruppo. Poi è stato ripreso a gran voce perchè Ale è uno dei più grandi autori di canzoni che ci siano in Italia e spero che riesca a emergere in questa veste anche a prescindere dai Mariposa...

Tempo fa mi raccontavi che la tua formazione squisitamente classica ti ha portato ad avere rapporti col mondo del rock solo molto tardi... Ti saresti mai aspettato di diventare il musicista più richiesto proprio dal circuito rock italiano?
(Ride NdA) No, assolutamente no... è un po' complicato... Io sono andato via dall'ambiente della musica classica perchè era un contesto fin troppo chiuso nella sua etichetta rigida, mi sono spostato, ma devo dire, ahimè che anche di qua ho trovato etichette fin troppo rigide... c'è un'accademia anche nel mondo del rock, ciò che mi fa piacere è che sono riuscito a cavarmela anche all'interno di queste etichette...

Beh, i Mariposa sono un gruppo che in qualche modo ha sempre cercato di buttare giù gli steccati e sempre in qualche modo c'è anche riuscito...
Si, prima per certi aspetti era anche un tentativo anche programmatico, ora probabilmente per il fatto che siamo più grandi e siamo anche un po' stufi di rincorrere le farfalle, abbiamo pensato ad un disco di canzoni che la gente avesse voglia di ascoltare volentieri dall'inizio alla fine... ci siamo tolti dei pruriti politici...

Politici?
Si. "Proffiti Now!" voleva in qualche modo essere ciò che per assurdo (mi si passi il paragone) è stato poi "Il paese è reale" degli Afterhours. Guarda caso in copertina c'è un'Italia anche lì, non è voluto, è chiaro, però è un parallelo interessante. La nostra idea di fotografare e di mettere in campo la discussione su cos'è la musica in senso un po' lato l'avevamo provata in quel disco, "Il paese è reale" invece è ciò che è "Proffiti Now!" senza alcun presupposto concettuale, mentre i Mariposa sono tornati un po' indietro e hanno pensato di fare un disco, ma senza tante parole di contorno.

Michele e Gianluca notavano come in questo disco il tuo apporto sia fondamentale, ma come sia anche uno dei dischi dei Mariposa in cui hai suonato meno...
Si si, assolutamente! I ruoli si sono (ri)strutturati in maniera molto più classica e io in questo disco mi comporto molto più da fiatista. C'è una maggior disciplina, ed è fondamentale perchè essendo in 7, se non c'è una definizione dei ruoli e nello stesso tempo un lavoro di sottrazione da parte di ognuno... viene fuori un... cacaio. Io in alcuni brani sono più produttore che altro...

E' vero che Sanremo è il paese reale?
Si, nella maniera più assoluta. Non c'è niente da fare. Io ci sono voluto andare per vedere se fosse truccato. Erano anni che mi volevo levare questo sfizio, non perchè abbia mai seguito particolarmente il Festival, ma volenti o nolenti, tutti ci si confrontano.

Non si riesce proprio a farne a meno...
No, è impossibile. È come i mondiali: io detesto il calcio, ma improvvisamente quando arrivano i mondiali so tutte le formazioni e li guardo dall'inizio alla fine. Il risultato finale del festival rispecchia esattamente l'Italia.

Ma alla fine è truccato o no?
No, ma il fatto che il sistema con cui passa una determinata canzone piuttosto che un'altra sia il televoto la dice lunga sulla discografia italiana in senso lato, ovvero che decide chi è abituato a usare il cellulare... quindi i ragazzini. I vecchi non televotano pur essendo, magari, il pubblico reale e più affezionato del Festival.

Credi che la musica italiana crescerebbe se non ci fosse Sanremo?
No no, io credo che Sanremo sia utilissimo: lì ci si scarica la propria coscienza, la propria spazzatura... è un po' come una pattumiera! Potremmo paragonarlo al metodo con cui si conserva il vino nostrano in campagna, ovvero con un "tappo" di olio che viene poi eliminato intingendoci un tovagliolo di carta... ecco, quello è il Festival di Sanremo, il buono è conservato lì sotto. Ne sono sempre stato convinto, anche prima di andarci.

Pensi che l'idea della compilation porterà reali frutti?
Io credo di si, perchè è un'idea che non nasce da una struttura o da un sito o da un magazine. Questa è stata fatta dagli Afterhours che sono forse il gruppo più carismatico che ci sia in Italia, per cui credo che abbia un'autorevolezza che manca ad altri esperimenti analoghi.

L'altro giorno ero in diretta radio con Luzzato Fegiz che ha mandato oltre al pezzo degli After, quello di Benvegnù e quello di Beatrice Antolini e ha fatto nomi che probabilmente nella sua vita non aveva mai nemmeno sentito... non è poco. Gli After ci guadagnano per il gesto eroico, gli altri gruppi possono parlare meglio tra di loro... di loro stessi, stavolta in qualche modo sono costretti a fare i conti uno con l'altro. In un disco come quello tutti ascoltano tutti.

Torniamo ai Mariposa: si scherzava con Michele e Gianluca sul fatto che in qualche modo siano stati proprio i Mariposa a lanciarti, a farti da talent scout...
(Ride NdA) Beh io, Alessandro e Michele abbiamo fatto il liceo insieme, ci conosciamo da una vita... però si, è vero, ma c'è da dire che ho ripagato abbondantemente il favore visto che l'ultimo disco l'ho finanziato praticamente tutto io, in passato ho anche prodotto il disco di Grazian e pagato la stampa di quello dei Transgender... nella Trovarobato ho speso forse più soldi di quelli che ho guadagnato in generale! (ride, NdA) Continuo anche a pagare l'affitto del Magazzeno (quartier generale dei Mariposa, NdR) che è un posto a Bologna in cui non vado mai... comunque a parte il discorso economico, io e Gianluca siamo stati gli artefici della risalita del gruppo dopo quel periodo di crisi senza Alessandro... insomma mi sento piuttosto responsabile di quella che è l'attuale situazione dei Mariposa. Abbiamo rischiato la fine, ma ora con questo nuovo disco sono davvero molto fiducioso, mi sento abbastanza obiettivo nel dire che è uno dei migliori lavori che abbiamo fatto.

Nell'ultimo anno hai suonato con chiunque. Mi si faceva notare che in uno dei numeri più recenti di un noto mensile musicale sei citato almeno in 4 articoli diversi relativi ad album diversi.
Si, probabile, ma guarda, giuro, io non sono mai stato un presenzialista... se mi lasciate a casa... io sono contento, davvero! (risate, NdA) Per strane coincidenze della vita questo e l'anno precedente hanno costituito un periodo in cui probabilmente ho maturato alcune caratteristiche che si adattavano a certi lavori che ho poi seguito. È uscito il disco di Vinicio Capossela che ha comportato un lavoro non indifferente, stesso discorso per quello di Grazian, per non parlare di quello dei Calibro 35 in cui sono coinvolto in prima persona. Poi ci sono stati i Marta Sui Tubi...

Dente, Julie's Haircut...
(Ride, NdA) E' quasi imbarazzante, anche perchè le richieste non cessano. Ora dovrei iniziare dei lavori con la scena romana, poi c'è il disco di Airìn (Irene, la sua fidanzata, un'ottima cantante, NdR) che è già pronto e stiamo cercando di pubblicare.

Sei ancora in contatto con Morgan?
Abbiamo litigato pesantemente. Forse è anche arrivato il momento di riaprire i rapporti... sempre se lui è in grado... Mettiamola così: in lui si esprime perfettamente il travaglio mal gestito del rapporto tra un artista e la televisione, sta ahimè diventando un Mughini o uno Sgarbi della musica italiana, un opinionista da quattro soldi... mi viene da pensare che la cosa migliore che Mughini ha fatto nella sua carriera è l'arbitro dei due registi in "Sogni d'oro" di Nanni Moretti, ma di lui emergono le cazzate che dice a Controcampo a proposito di Inter e Juventus. Morgan nello stesso modo viene riconosciuto per X Factor e non per la musica che ha fatto o per il talento indiscutibile che ha. Io mi aspettavo che dopo un anno che era dentro, cominciasse un po' a tirare l'acqua al suo mulino, proponendo la musica per cui è diventato quel che è... invece si circonda di personaggi agghiaccianti alla Luca Jurman.

Hai in mano un mezzo potentissimo, visto che, ormai lo abbiamo capito, le grandi star le fa la televisione, vedi Giusy Ferreri e Marco Carta, sei un ragazzo intelligente, sei un grande artista: comincia a far girare questa cosa dalla parte giusta, no? Invece alla fine è schiacciato anche lui... comunque buon per lui, avrà i soldi per campare e fare quello che vuole, ma l'onestà intellettuale è un'altra cosa. Campare di musica è già una cosa ammirevole...

Tu ce la stai facendo...
Diciamo che mi sto mantenendo e che considero i soldi qualcosa che serve per pararsi il culo nei momenti di emergenza, tipo per pagare le bollette.

Il paese è reale...
Si, il paese è reale ed è un periodo di merda... ecco il titolo del prossimo album: "Un periodo di merda". (Risate, NdA)

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L'articolo Mariposa - Brescia, 28-02-2009 di Nicola Bonardi è apparso su Rockit.it il 2009-03-09 00:00:00

COMMENTI (9)

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  • nikuzza 15 anni fa Rispondi

    ihihih grazie per aver citato e inserito il filmato youtube :]

    interessantissima intervista,complimenti Bonardi :)

    W I MARIPOSA! ^_____^

  • laradura 15 anni fa Rispondi

    bella intervista, l'esperienza paga! :D

  • lucadido 15 anni fa Rispondi

    BRavo!

  • elisa 15 anni fa Rispondi

    Bella intervista! bravi i mariposa e ottimo niko! :D

  • nicko 15 anni fa Rispondi

    confermo. chiacchierare con enrico è, oltre che molto piacevole, assai illuminante.

  • faustiko 15 anni fa Rispondi

    Bravi Mariposa... e Gabrielli é lucidissimo come non me lo sarei aspettato dopo la girandola degli ultimi due anni! E' scontato, ma ce ne vorrebbe a pacchi do gente così in Italia...

  • estere 15 anni fa Rispondi

    e andiamo...

  • iosonouncane 15 anni fa Rispondi

    bbelli e bbravi

  • eloisa 15 anni fa Rispondi

    belle interviste...!!!

    :)