Il gioco d'azzardo, l'alcol, le droghe, la rottura con la ragazza e la perdita del padre. Pasquale Formicola – in arte DETTE – ha deciso di raccontare tutto in un solo disco. È per questo che sarà scarno, con pochi ospiti e con il suo stile grezzo tra trap e pop punk. "Voglio che sia un disco mio, sia come produttore sia come artista, senza lasciare troppo merito ad altri artisti più grandi". Ma il disco che uscirà in estate è solo l'ultimo pezzo di un lungo percorso che inizia con due musicisti in famiglia, la passione per le chitarre elettriche e un live che ha convinto l'artista di Caserta classe '99 a diventare musicista. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare la sua storia.
Quando hai iniziato a suonare?
Ho cominciato a fare musica già da piccolo avendo mio zio e mio nonno entrambi laureati in conservatorio, rispettivamente in pianoforte e canto. Mio nonno aveva ormai deciso che io avrei imparato l'adagio sostenuto della moonlight sonata di Beethoven. Imparai un paio di pagine di spartito per renderlo felice. Poi, a 12 anni, decisi di iniziare a studiare chitarra classica (perché secondo la mia famiglia il rock e il metal che ascoltavo non erano vera musica) anche se in realtà avrei voluto studiare chitarra elettrica. Dopo 4 anni di chitarra classica e ormai 16enne ho iniziato con la chitarra elettrica. Quando comprai la mia prima chitarra elettrica ricordo che traslai immediatamente tutti gli assoli che avevano fatto la storia del rock e che avevo fino ad allora suonato sulla mia chitarra classica o sulla chitarra elettrica di mio cugino. Nel 2021, dopo la morte di mio padre decisi di iniziare a produrre per dare una speranza anche al sogno di papà di poter creare musica. Nel 2022 dopo un anno di incessanti giornate passate davanti FL Studio decisi di partecipare a un contest per producer organizzato da Traplist IT x Kermit x RealTalk Italy x Federico Rana di RTL, dal quale riuscì con grande sorpresa ad arrivare su più di 500 produttori tra i primi 16 migliori produttori emergenti italiani.
Con chi hai lavorato in questi anni?
Durante il mio percorso musicale ho collaborato con diversi artisti delle mie zone (Caserta) dando vita a diversi progetti sia come produttore sia come artista. Quando mi sono spostato a Milano ho conosciuto un artista locale (Moonroew) per il quale ho lavorato come produttore e grazie al quale ho avuto l'onore di poter co-produrre una traccia assieme a Rossella Essence. Non si può chiamare collaborazione ma mi è capitato di dissare in maniera meme Marco Castello. Dopo aver ascoltato il diss mi ha invitato a una sua data per proporre il brano live, esperienza che purtroppo non è andata in porto per via di un problema grave con un membro della sua band. Ho firmato un contratto per un singolo con Orangle Records. Collaboro inoltre con Vittorio Cioffi per copertine e shooting, mio caro amico nonché fotografo di Geolier e della scena rap napoletana.
Che genere di musica suoni?
Definirei la mia musica un mix tra emo e pop punk, con influenze trap e hard rock. L'utilizzo di batterie acustiche, bassi acustici e chitarre elettriche con l'autotune sulla voce e l'alternarsi con batterie tipiche della trap sono il tipo di produzione che si riscontra nei miei brani. Se dovessi etichettare il genere direi Pop Punk/Emo.
Quali sono i tuoi artisti di riferimento?
Mi ispiro molto alla new wave americana di cui fanno parte Blackbear, Mgk, Post Malone e Metro Boomin (i miei artisti preferiti). Il mio genere è molto influenzato anche dagli stili emo underground/alternative italiani dei Fine Before you Came, Gazebo Penguins e Riviera.
Di cosa parla il tuo nuovo brano?
L'ultima canzone a cui ho lavorato si chiama Non mi sopporto più, in uscita il 4 ottobre 2024, ed è l'intro del nuovo album che uscirà presto, Non mi trovo più. È il brano di presentazione del disco in cui racconto su base pop punk e in maniera leggera il periodo più brutto della mia vita. Il gioco d'azzardo, l'alcol, le droghe, la rottura con la mia ragazza e la perdita di mio padre sono i temi che ho scelto di trattare principalmente.
Il live che ti è rimasto più impresso?
La prima volta che sono salito su un palco con la mia live band – Le Giugnolìve – avevo un'ansia assurda, non avevo mai suonato davanti a così tanta gente (era un festival a Vitulazio (CE), una città dove esco spesso la sera). Non avevo alcun tipo di esperienza con una live band, in passato avevo fatto delle serate più piccole ma ero solo io con un microfono, invece quella volta mi ritrovavo anche con una chitarra elettrica. Vedere la gente che conosceva i miei pezzi che cantava assieme a me è stata una scena bellissima che non dimenticherò mai. Il ricordo più vivido non è nemmeno di quella serata, perché in quel momento l'adrenalina e l'ansia mi stavano accecando, ma il ricordo più vivido è quello del giorno dopo in cui mi ritrovai sul divano e dissi: "Voglio fare questo per tutta la vita".
Progetti futuri?
In programma c'è l'uscita del disco entro la prossima estate. In questo album c'è la mia prima collaborazione internazionale, con un'artista californiana che fa post punk e della quale sono stato fan dal momento in cui l'ho scoperta. Il fatto che lei si sia gasata per una collaborazione con me mi ha reso molto felice. Ci sono poche collaborazioni in quest'album, ma tutte validissime e più o meno note. La scelta di poche collaborazioni è dovuta al fatto che ho troppo da raccontare di questo periodo della mia vita e di quello passato per lasciare spazio ad altri artisti, voglio che sia un disco mio, sia come produttore sia come artista, senza lasciare troppo merito ad altri artisti più grandi. L'uscita dei brani dell'album sarà sequenziale, un'uscita sparsa da qui a giugno 2025 per iniziare da luglio con un live tour in tutta Italia.
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L'articolo Un brutto periodo per Dette di Redazione è apparso su Rockit.it il 2024-10-26 17:01:00
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