Dal conservatorio all'ingegneria del suono. I membri dei Buckwise hanno percorsi diversissimi, che si intrecciano nella provincia barese. È in mezzo a quella scena che si sono conosciuti nel 2018 Roberto Matarrese, Nicola Galluzzi, Lorenzo L'Abbate, Michele Granito e Francesco Lombardi. Nel loro nuovo disco si sente la fusione tra tutti questi percorsi differenti, passando da suoni cristallini ad arrangiamenti essenziali. Si chiama NEON, un album tra ambient folk e post rock, dove le melodie fumose avvolgono i muri di chitarre. Li abbiamo incontrati per farci racontare la loro storia.
Come vi siete formati a livello artistico?
Siamo un gruppo di cinque elementi eterogenei, ciascuno con una formazione artistica e musicale diversa, dal conservatorio all’ingegneria del suono. Queste differenze ci permettono di esplorare e sperimentare in modo unico, trovando però punti di contatto attraverso artisti che consideriamo veri e propri ponti musicali. È proprio su queste figure di riferimento che costruiamo il nostro percorso: contaminando, declinando e trasformando la musica nelle sue diverse forme e linguaggi. La nostra eterogeneità diventa così una ricchezza e uno strumento per spingerci oltre i confini dei generi, proviamo a creare un'esperienza sonora autentica e sempre in evoluzione.
Come vi siete conosciuti?
Ci siamo conosciuti grazie alla scena musicale di Bari e provincia. Lorenzo e Nicola avevano già suonato insieme in una band precedente, mentre Roberto e Michele avevano condiviso esperienze in altre formazioni.
Il gruppo si è formato nel 2018 da un nucleo iniziale di quattro musicisti (Nicola, Lorenzo, Gnappo e Roberto). Dopo un cambiamento di formazione dovuta all’uscita di Gnappo dalla band, siamo arrivati all’attuale formazione con Michele e Francesco, che ci rappresenta al meglio e con cui abbiamo trovato il nostro equilibrio creativo.
Come definireste la vostra musica?
Se proprio dobbiamo usare delle etichette, potremmo definirla una fusione tra dream pop ed elettronica, con qualche incursione nell’IDM. Però, più che con i generi, ci piace descriverla come un mix di sonorità stratificate e sognanti, arricchite da ritmi intensi e coinvolgenti.
Quali sono i vostri ascolti e a chi vi ispirate?
Tra gli ascolti che ci hanno più influenzato in questa fase del nostro percorso come band possiamo citare Apparat, The Blaze, Radiohead, M83, Bonobo, Moderat. Potremmo elencarne tanti altri ma la lista sarebbe davvero troppo lunga!
Genesi e significato complessivo del vostro nuovo disco?
NEON è un album che ha richiesto molto tempo per prendere forma. Lo abbiamo scritto in momenti diversi, e proprio per questo il sound è variegato e i temi affrontati spaziano tra argomenti diversi. È un viaggio che prova a esplorare l’essenza dell’esperienza umana, mescolando sonorità intense a testi evocativi. Il filo conduttore è il tempo: un flusso continuo che ci spinge a fare i conti con la crescita, il cambiamento e la ricerca di un senso nelle nostre azioni. Ogni brano rappresenta una sfumatura di questa ricerca, legando esperienze personali a un mosaico più grande e universale.
A quali festival avete partecipato?
I ricordi più belli probabilmente sono legati ai festival internazionali in Italia e all’estero a cui abbiamo partecipato in quest’ultimo anno. Quello in Bosnia al Protfest è stato il nostro primo live oltre confine, e ci ha lasciato sensazioni fantastiche e la voglia di calcare di nuovo palchi di festival internazionali. Siamo riusciti a farlo al Tallinn Music Week in Estonia, un festival dalle location variegate e incredibili con la neve a fare da sfondo, e al FIMU in Francia, dove abbiamo suonato su un palco enorme davanti a migliaia di persone.
Abbiamo avuto la fortuna anche di suonare ad uno dei festival più belli d’Europa, l’Ypsigrock a Castelbuono in Sicilia, con tante fantastiche band italiane ed estere.
Progetti futuri?
Nel breve termine, ci concentreremo sul portare il nostro disco dal vivo, che è sempre una delle esperienze che ci entusiasma di più. E, perché no, inizieremo anche a lavorare su nuova musica, con l'idea di preparare una futura uscita.
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L'articolo Buckwise tra conservatorio e ingegneria del suono di Redazione è apparso su Rockit.it il 2025-02-20 13:11:00
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