Cassandra Raffaele, nata in Sicilia (a Vittoria) e adottata dalla Romagna, attualmente vive a Cesena. Cresciuta a fuoco lento nella musica da sempre – la sua è una famiglia di musicisti –, ma ha scelto di praticarla come status a 360 gradi da 12 anni circa. Vive di musica, con qualche lavoretto attorno a più risorse: "Sopravvivo", aggiunge: "Ho una laurea di tecnico di neuro fisiopatologia, faccio traduzioni in inglese e lavoretti vari come ufficio stampa". La incontriamo per approfondire.
Quando hai cominciato a fare musica?
La musica è stata da sempre un istinto (come bere, mangiare, dormire) che ho imparato a gestire solo col tempo. Mi sono formata prima a casa, rubando qua e là qualcosa da mio padre (musicista compositore) che ci teneva un po' lontano dalla musica in realtà, perché sapeva quanto era difficile convivere con essa. Il mio primo strumento è stato la batteria. Avevo 16 anni, ero in una band. Poi, crescendo, la mia curiosità e voglia di imparare mi hanno spinto a esplorare la musica, oltre che come musicista e cantante, anche come produttrice, facendo esperienza accanto a produttori e tecnici amici che mi hanno insegnato a rendermi indipendente nel creare e realizzare le mie canzoni.
Come definiresti la tua musica?
Fotografica, fatta di istanti, di storie, di impressioni analogiche.
Quali sono i tuoi ascolti e a chi ti ispiri?
Morricone è la base di tutto quello che intendo con la musica: immaginazione, suggestione, creatività. Forti suggestioni mi sono arrivate da Julie Driscoll e il blues psichedelico degli anni 60-70, Battiato (fondamentale per l' apertura mentale), Goldfrapp (necessari per molto di quello che sono adesso), Saint Vincent (adoro spirito libero, potenza scenica). In cuffia sempre Brunori Sas, il mio motivatore perenne, (nei testi trovo molta forza). Infine Michael Kiwanuka e Black Pumas.
Significato complessivo di Camera Oslo?
Non è un luogo fisico, quanto uno stato mentale. Una dimensione a tratti immaginifica dove il tempo sembra essersi fermato e lo spazio in realtà diventa un luogo della mente dove rifugiarsi, ricordare, emozionarsi. Oslo significa "infanzia". Ho vissuto lì con la mia famiglia, mentre mio padre suonava in un'orchestra.
Cosa provi quando suoni live?
La sensazione che ho provato e provo, è sempre quella di trovarmi nel posto giusto e nel momento giusto. Quando scendo dal palco è tutto un preparare argomenti e contenuti per risalirci di nuovo, prestissimo.
Progetti futuri?
Godermi il presente.
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L'articolo Cassandra Raffaele: "La mia musica fatta di istanti" di Redazione è apparso su Rockit.it il 2022-06-27 13:27:00
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