Il film scorre a velocità 2x e da un momento all'altro tutto potrebbe cambiare: colpi di scena, throwback, rapidi flashforward, mettiamo in conto tutto. Per ora, Green Pass rafforzato aka Super Green Pass dal 6 dicembre al 15 gennaio. Cosa cambia per i concerti e i live, l'abbiamo spiegato qui.
Oggi teniamo premuto "pausa" su un frame: quello che descrive la situazione attuale dei club (quelli rimasti aperti), che hanno ripreso la loro attività da mesi, ma con il 50% delle capienze indoor. E che ora tornano a temere il peggio con il recente incremento dei contagi.
Come sono andate le cose per le discoteche dall'aumento delle capienze dell'11 ottobre a oggi? Quanta paura che improvvisamente si debba richiudere i battenti? Quanta voglia e necessità di accedere ai club con il 100% della capienza?
Sentiamo i pareri e le testimonianze di Ricardo Baez, art director di Club21 (club a Firenze, nel centro storico della città dal 1964) e di Tropical Animals ("il party più alternativo di Firenze, ogni giovedì dal 2010") assieme alle parole di Luca Breda, co-direttore artistico di Astro Club ("nuovo universo musicale" in provincia di Pordenone dal 2015).
Prima, però, sottolineiamo l'aspetto più importante di tutti. L'assenza di un mondo rimosso, eppure vitale – quello della club culture in Italia – ha delle conseguenze. Da una riflessione di Ricardo:
Abbiamo saltato una generazione di giovani, che non hanno conosciuto il mondo del clubbing e della musica alternativa. Quella generazione ora è più legata ad ambienti commerciali, attraverso la musica che riempie i social. È questa la conseguenza più triste, e personalmente sono preoccupato: perché per formare i propri gusti ci vuole la curiosità di provarli tutti, e a causa di questa pandemia, non è stata data ai più giovani questa possibilità.
Come stanno andando le cose? Gli eventi sono pieni?
Ricardo (Club21 / Tropical Animals): Le cose stanno andando. Che vadano bene è complicato con il 50% di capienza. Gli eventi sono pieni, perché la gente ha una voglia matta di ballare, dopo quasi 2 anni chiusa in casa.
Luca (Astro Club): Siamo ripartiti a ottobre con la nuova stagione indoor. Abbiamo fatto poche serate, per lo più senza concerti e, quindi, a capienza ridotta che è stata saturata. Date le premesse, possiamo dire che sono andate discretamente bene.
Come se la vive la gente? Mascherine o sono tutti sereni, ballano, sudano?
Ricardo: Le persone se la vivono bene. l'85% dei nostri clienti sono vaccinati, quindi sono estremamente rilassati e si godono meglio la serata quando sono dentro il club. Alcuni usano la mascherina ovunque, gli altri si adeguano alle regole. Quello che vediamo è che c'è tanta voglia di divertirsi e stare insieme.
Luca: La gente ha voglia di vedere altra gente, ha voglia di ballare, sfogarsi, credo sia una conseguenza più che naturale del periodo che stiamo vivendo. Chi viene non fa storie per il Green Pass e la mascherina viene indossata quando serve.
Economicamente vi torna tutto?
Ricardo: Assolutamente no. Riaprire con la stessa quantità di personale, lo stesso canone di locazione, le stesse spese generiche di una serata normale, ma al 50% di capienza significa dare un servizio ai pubblico e cercare in qualche modo di riuscire ad andare in pari con tutto. Tutte le sere. Abbiamo avuto le forze di riaprire, solo grazie al lavoro fatto negli anni passati e soprattutto perché volevamo sentirci di nuovo utili come figure professionali che fanno questo lavoro da più di 20 anni.
Luca: Perché tornino anche le economie è estremamente necessario in questo momento non richiudere e ripristinare la capienza al 100% altrimenti sarà molto complesso recuperare il tempo perduto. Con l'aumento dei contagi, vedremo, incrociamo le dita.
Qual è la vostra programmazione? Avete dovuto rinunciare a qualche evento in particolare?
Ricardo: La programmazione è molto legata alla musica elettronica, in quasi tutte le serate. Abbiamo dovuto rinunciare a ospiti internazionali o artisti importanti, perché con queste capienze è difficile rientrare dei costi.
Luca: Da quando abbiamo riaperto indoor (e nel precedente periodo estivo all'esterno), stiamo mantenendo una programmazione che vede per lo più collaborazioni con staff locali e band (più o meno) locali. Dalla seconda metà di novembre siamo ripartiti con band e artisti italiani e internazionali, quali Old Time Relijun, The Devils, Mombao, Cyborg Zero, Kill Your Boyfriend e speriamo di continuare con questo trend da inizio 2022 in poi. Abbiamo dovuto rinunciare a un evento di musica elettronica previsto per novembre in quanto la capienza attuale è incompatibile con il tipo di serata prevista.
Aumento dei contagi e Super Green pass: dubbi e preoccupazioni riguardo il futuro? Desideri?
Ricardo: Credo che con questo Super Green Pass sia arrivato il momento di dare una svolta anche alle capienze. Non possiamo continuare a lavorare per la gloria e le memorie passate, tenendo conto di tutta la passione che abbiamo nel nostro lavoro. Se non cambia qualcosa presto ci ritroveremo a dover prendere decisioni drastiche. Il desiderio più grande (e credo sia comune a tutti) è che questa merda finisca presto una volta per tutti.
Luca: La preoccupazione più grande è dover richiudere. Attualmente è difficile lavorare con band estere, in alcuni casi anche italiane. Il desiderio è poter lavorare in serenità con Super Green Pass (fino a quando sarà necessario) nella speranza che questo porti a una piena per tutti gli eventi.
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L'articolo Non lasciamo senza i club un’intera generazione di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2021-11-30 14:15:00
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