La collabo perfetta è Jake la Furia featuring Jake la Furia (+ Night Skinny)

Con "Fame" il membro dei Club Dogo omaggia la propria storia e il rap italiano, affiancato da un grande produttore. La nostra intervista, tra nuovo pubblico e nuovi feat. e Sanremo con la sua voglia di addomesticare i contenuti

Foto di Asia Michelazzo
Foto di Asia Michelazzo

Il ritorno dei Club Dogo, l'esperienza da giudice di X Factor, la "doppia anima" da personaggio tv e campione del rap italiano che non intende abdicare. Jake la Furia è tornato con il quarto disco solista della sua carriera, si chiama Fame ed è interamente prodotto da Night Skinny, uno dei professionisti più forti del genere in Italia (qua la nostra rece dell'ultimo lavoro, Ferro del mestiere). 

L'album è un omaggio alle origini e al rap old school, ma rappresenta al contempo la sua "esigenza ancora intatta di raccontare in modo onesto e crudo la società in cui viviamo". Tantissimi gli ospiti: Rose Villain, Artie 5ive, Kid Yugi, Nerissima Serpe, Ernia, Noyz Narcos, Tony Boy, Papa V, Anice, Bresh e Alborosie.

Qua la nostra intervista con Jake la Furia

Per la prima volta in un tuo disco le basi, la musica, i sample mi hanno un po’ distratto dall’ascolto delle parole. La produzione di Night Skinny si sente, ci si affonda dentro.

Speriamo di non affondare noi. (ride)

Lo hai presentato come un disco apocalittico, con Milano che brucia, ma all’ascolto è meno apocalittico del previsto. Ti sei ammorbidito?

No, non mi sembra di essermi ammorbidito, questo è un disco sicuramente un po' più adulto; io non voglio proprio fare la musica degli adulti, però è un disco sicuramente più omogeneo degli altri. Skinny ha usato un sacco di sample cantati, un sacco di suoni che forse rendono l'ascolto del disco un po' più morbido. Direi che nei contenuti comunque è abbastanza greve, è un disco molto rap, anche negli argomenti è molto rap, quindi rispetto al solito è forse un disco meno apocalittico, meno negativo, perché non ho mai fatto un disco positivo in vita mia, però forse questo non è completamente negativo, è neutro. Diciamo così, è un disco neutro. 

Però i primi due pezzi, per esempio, non sono neutri affatto. Back Like Coocked Crack è una intro strepitosa e Diego Armando è una di quelle in cui ci sprofondi, nella malinconia, nella tristezza. 

Ma io sono sempre stato un po' malinconico, il mio lato malinconico è un po' più sviluppato di quello feliciotto e mi fa piacere, questo vuol dire che ognuno sente nella musica quello che vuole, perché Diego Armando mi sembra una bella tamarrata comunque, però forse hai ragione c’è un’atmosfera diversa ed è merito di Skinny, diciamoci la verità, un bel tappeto sonoro che nobilita anche le cose più terrificanti.

Fame, con questo titolo ritorni alle origini, ma chi non ti conosce lo legge all’inglese, fama.

Anche noi ci abbiamo pensato, ma comunque no, è proprio Fame, il nome con cui mi sono approcciato al mondo dell'hip hop in generale, era il mio nome di quando facevo i graffiti. All'inizio era fame, in italiano, ma credo sia durato forse la prima settimana, perché poi comunque nel contesto strada è diventato subito fame, la fama in inglese. Sicuramente per me è l'accezione di fame, di avere ancora fame, non di fame, all’inglese, perché non mi è mai fregato un cazzo della fame. Rappresenta sì un ritorno agli inizi, un ritorno proprio alla musica rap, all'hip hop. È completamente assente il pop in questo disco.

E questa casa in copertina? 

Guarda, non voglio rovinare la poesia di questa intervista e anche di quelle che farò. Ma la prima e più importante decisione che ho preso è stata di fare un disco con Skinny, la seconda decisione è stata quella di gestire questo disco con il mio management, con tutti, ma dicendo "raga, io di questo disco non voglio fare niente altro che la musica". Cioè voglio andare in studio a fare la musica, del resto non mi interessa. Per cui una volta deciso il nome, tra le varie proposte è stata scelta questa, perché comunque mi piace e perché anche questa casa ha una sorta di immagine distopica, di abbandono, di distruzione, di negatività, di camurria, cose che si portano sempre dietro i miei dischi. 

64 no brand, grande pezzo auto celebrativo. Ti cito: "io non ucciderò la musica in Liguria in mezzo ai fiori". Manca poco a Sanremo e ne approfitto per chiederti di commentarmi questa rima.

Allora, premetto che questa barra è in uno dei primi pezzi che ho scritto, tempo fa, quando non c'era ancora nemmeno forse l'idea del cambio della conduzione di Sanremo, e tantomeno l’idea dei partecipanti. Quindi non è che è una critica, sì è una critica alla kermesse che non rappresenta quello che voglio fare io. Nel caso di quest'anno mi sento di dire che, quando ho visto la conferenza stampa in cui Carlo Conti diceva che ci sarebbero stati un sacco di rapper, ma che non avrebbero trattato argomenti negativi, ecco per me questo è abbastanza per mandarli tutti a fare in culo, perché se tu fai la kermesse e inviti i rapper, ma gli devi pure dire che cosa devono dire, allora forse ti meriti che non ci venga nessuno. Questo è il mio pensiero. Poi ormai da qualche anno la vetrina è cambiata. Diciamo, prima era una roba, secondo me, di un vecchiume insopportabile. Poi è stato ovviamente svecchiato ed è stato reso una degna vetrina a cui partecipare, per cui non biasimo chi partecipa, ma Sanremo non fa proprio parte del mio bagaglio. 

Quindi, nonostante i successi, la notorietà, lo sdoganamento dei rapper in tv, nonostante comunque vi invitino come ospiti o per la conduzione di programmi, c’è ancora questa grande paura della vostra musica, dei vostri testi.

Qua c'è una paura totale da parte del mainstream della musica rap, del messaggio del rap. Questo si deve non a Sanremo ovviamente, ma si deve, purtroppo, a un'ignoranza di base di quelli che non sono i veri fruitori della musica rap e che cercano di capire il linguaggio del rap. Poi si deve sempre dare la colpa, no? Si dà la colpa alle cose, si dà la colpa alla musica, si dà la colpa al rap, si dà la colpa ai videogiochi, si dà la colpa ai film. Quando la colpa non è di queste cose qua, evidentemente. Sennò bisognerebbe vietare tutto. C’è paura del linguaggio rap. Il rap è sempre stato un genere che ha un linguaggio violento, anche il rap più di classe, il rap con il messaggio più politico e più intelligente, culturalmente sviluppato, si muove su un linguaggio di strada, un linguaggio violento. Allora io mi chiedo, se tu non vuoi questa roba qui, perché chiami i rapper? Perché sono i primi in classifica. Allora vuoi cavalcare il carro, ma vuoi anche rompere i coglioni? Mettiamoci d'accordo.

Continuo a citarti in Danza della pioggia con Alborosie: qui muore una donna al giorno e i giorni sono tanti, incolpano la trap e il porno e si va avanti. 

È un argomento molto dedicato, ma di certo noi non ci prendiamo la colpa con le nostre canzoni di quello che succede. Penso che questo governo dovrebbe pensare di fare qualcosa per le donne veramente invece che rompere i coglioni ai rapper o ai trapper, visto che lo stato è anche governato da una donna. 

A proposito di testi forti, Cocco 24 è il sequel di Cocaina del 2010 (per Rockit tra le 20 canzoni migliori dei Club Dogo).

Figurati… (ride)

Tu Noyz Narcos, Tony Boy e Papa V, come allora senza freni. 

Il rap parla anche di droga, se non vi piace non lo ascoltate, questo è il mio messaggio. 

Disco di tributi, omaggi, sample, dicevamo: Money Bloody Money è Tornerò da redei Club Dogo? 

No, cioè sì, è il beat del remix che hanno fatto, sì il sample è quello, sembra romantica, ma in realtà quello è un tributo a un pezzo di Capone-N-Noreaga, Bloody Money che dice "New York bloody money dirty cash" e con Skinny abbiamo scelto di celebrarla facendo una versione italiana diciamo.

Tutte le altre cose che hai fatto in tv o in radio penso abbiano ampliato, ma anche cambiato il tuo pubblico. Hai nuove fan, nuovi seguaci?

La televisione ha ampliato tantissimo il bacino del mio pubblico, adesso praticamente sono idolo di tutte le signore diciamo dalla mezza età alla terza età, dicono tutte che sono simpaticissimo. 

Ma pensi che ascoltino anche le tue canzoni?

Non credo proprio (ride). La musica ti avvicina ai giovani, al tuo pubblico, la tv ti avvicina veramente al nazionale popolare assoluto, ma poi X Factor anche se è un programma di Sky lo vedono tutti, ma veramente tutti tutti tutti, c'è chi fa l'abbonamento anche solo in quel periodo per vederlo, per cui niente, adesso faccio le foto con tutti e con tutte le signore.

Ti piace fare il giudice? 

Sì, mi piace, ovviamente c'è un'atmosfera completamente diversa tra le audizioni e il live però mi piace, è divertente e credo che si sia visto, tra i giudici c’è stata una bella amalgama che ha poi portato il programma ad avere un grande successo.

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Torno sulle donne, quelle che sono con te nel disco, Anice e Rose Villain, che bellezza e che dolcezza.

Anice è una bravissima cantante che non posso definire esordiente perché ha già fatto delle cose; è la fidanzata di Skinny e siccome io ho lavorato tanto in studio con lui è venuto normale fare delle cose insieme. Poi non ci sono, beh adesso sono sempre di più, ma non ci sono tantissime donne che hanno quel genere di gusto e di creatività e di credibilità che va bene per la collaborazione con la musica urban in generale. Invece con lei, venendo sicuramente da quel contesto lì ed essendo abituata a lavorare in studio con Skinny è venuto naturale fare un pezzo del genere, che comunque fa ridere perché dice andiamo al mare ma in realtà dice andiamo al mare per scappare dalle perquisizioni. Con Rose ovviamente c'è una stima reciproca, abbiamo già lavorato insieme sempre con Skinny per la colonna sonora diBlocco e quando ci è venuto quel pezzo lì che è stato uno degli ultimi che abbiamo fatto e che aveva un'atmosfera bellissima, quella veramente super malinconica anche se parla di soldi, gliel’abbiamo mandato e a lei è piaciuto. Si parla di soldi che rovinano il mondo, rovinano la vita e lei veramente, a parte essere adesso diventata un personaggio molto amato, super pop, lei veramente è una brava artista con cui sono contento di aver lavorato e lavorare.

Ci sono molto altri artisti nel disco: Kid Yugi, Nerissima Serpe, Ernia, Tony Boy, Artie 5ive. 

Provo stima per tutti, li conosco tutti molto bene, solo Artie5 lo conoscevo come artista ma non di persona. Tony è un un grande trapper, perché secondo me lui è riuscito in quello che ancora non erano ancora riusciti gli altri, cioè fare questa musica ibrida che non si capisce bene quello che dice per cui sembra un americano; quando fa le sue mega hit vengono giù i palazzetti. Tutte le collaborazioni con i giovani, a parte ovviamente appunto per la stima che io ho nei loro confronti e loro nei miei magari per essere stato uno degli ispiratori della loro musica, sono state possibili grazie a Skinny anche perché alcuni di questi artisti fanno parte del suo progetto Players Club. Una grande differenza la fa il produttore che riesce a farti fare la collaborazione giusta con le persone giuste e Skinny fa accadere le cose giuste.

L’ultimo giorno del mondo con Guè e Rkomi è un pezzo incredibile, contenuto solo nel formato digitale del disco.

Anche lì Skinny ha ripreso quel pezzo in maniera incredibile, dico la verità, questo sarà uno dei dischi in cui si guadagnerà meno di diritti e si pagherà tutto in sample (ride) però vabbè non importa, l'abbiamo fatto per la musica e abbiamo preso il sample di Rhythm Is A Dancer che oltre ad essere una mega hit è una mega hit dei miei tempi, sì diciamo una delle più grandi mega hit della mia adolescenza. Per cui è stato bellissimo prendere quel pezzo e farne un pezzo con degli amici come Guè e Mirko che hanno spaccato entrambi. Per questioni di tempo non siamo riusciti ad inserirlo nel disco fisico, ma ormai tanto escono i dischi in cento formati e poi alla fine diciamoci la verità, il vinile e il cd sono oggetti feticcio ormai, non è che uno si compra il vinile per ascoltarlo o il cd per sentirlo, perché poi alla fine la musica ormai si sente su Spotify, su Apple Music, quindi siamo comunque arrivati in tempo per farlo uscire nel formato digitale e va benissimo.

Stai pensando di portarlo in giro live questo disco? 

Con tutte le cose che ho fatto e che abbiamo appena finito di fare non abbiamo neanche avuto il modo di approcciare l'idea di un live, ma mi piacerebbe portare live questa cosa con Skinny, adesso ne abbiamo parlato brevemente, ma vorrei fosse proprio un concerto rap, non un concerto pop, un concerto con dj sul palco e via, strofa ritornello, strofa ritornello e via un altro pezzo. Per cui dovendo pensare di portare in giro una roba del genere possibilmente con Skinny penso che assomiglierà molto di più a un concerto rap degli anni novanta che a un concerto rap del 2025. Comunque stiamo parlando di ipotesi, anche perché io comunque mi godo molto di più la dimensione disco che la dimensione del live. 

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L'articolo La collabo perfetta è Jake la Furia featuring Jake la Furia (+ Night Skinny) di Carlotta Fiandaca è apparso su Rockit.it il 2025-02-03 11:17:00

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