Già mesi fa si erano avvistati segnali di fumo dalla terraferma veneta, quando prima i fratelli Marcello e Tobia Della Puppa del progetto Økra (da Mestre), poi Lorenzo e Sara dei Queen of Saba (dalla laguna), mi parlarono della volontà e la necessità di unirsi e fare rete. In una scena culturale veneziana giovanile finora sopita, poiché poco supportata dal territorio (troppo spesso indifferente alle novità che spingono dal basso). Mi spiegarono che di movimento e fermento tra le zone che ruotano attorno alla laguna ce n’era, eccome, e che ci sarebbero state novità di lì a breve.
Così è stato: dopo anni di collaborazioni passati ad andare ai reciproci concerti e a supportarsi tramite i propri canali di comunicazione, alcuni giovani artisti hanno deciso di fondare un’etichetta discografica, La Colletta Dischi. Per mettere insieme le competenze di ognuno e riunire sotto un’unica ala diversi progetti, con lo scopo di arricchire la rete creata tra gli artisti della provincia di Venezia, avvicinare i musicisti tra loro e pianificare la via migliore per diffondere le proprie opere.
Tutto si può dire meno che questo sia il periodo giusto per mettersi in gioco, o cercare di inserirsi in un mercato musicale profondamente mutato e ancora in via di definizione. Eppure, l’assenza di concerti e la pausa dai lavori della vita hanno concesso il tempo libero per costruire con criterio un progetto che aleggiava nelle menti dei fondatori da tempo: "Questo è il momento migliore per fare squadra e guardare al futuro, con l’idea di organizzare un centro in grado di aiutare tutti quegli artisti che hanno bisogno di tornare in careggiata con i propri progetti", spiega Lorenzo Battistel dei Queen of Saba.
Insieme a lui, che si occupa della direzione artistica (quindi di registrare i brani, occuparsi dei mix, e dare dei suggerimenti a chi vuole riceverli), nel team de La Colletta c’è Giovanni Favaro (bassista del Diplomatico e il collettivo Ninco Nanco) destinato al booking, Carlo Mezzalira (batterista per gli East Sunset e sassofonista per la Piccola Orchestra MDM, altri due gruppi della zona) all’ufficio stampa, Sara Santi (dei QoS), la social media manager della label, e Daniele "Bullo" Russo (fondatore di Boogie, casa di edizioni musicali da sempre attenta ai movimenti dell’underground territoriale), addetto alle edizioni e al management.
Boogie fa parte del background della neo-label veneta, che alle spalle ha anche l’esperienza di Voci Sparse, una rassegna di cantautorato locale (che poi si è poi aperta ad altri generi), incentrata sulla scena musicale veneziana: "Prima della pandemia abbiamo intercettato e raccolto sul palco di Argo16 (sala concerti dell’Associazione culturale Spazio Aereo che ospitava il format), tantissimi artisti della zona e abbiamo cominciato a fare rete giovanile", racconta Carlo Mezzalira, tra gli organizzatori della rassegna.
Il Mud Sound è la terza realtà di cui bisogna parlare per conoscere la storia de La Colletta Dischi: "È tra gli studi di registrazione di riferimento nell’entroterra veneziano, e molti di noi vengono a registrare qui", dice Lorenzo dei Queen of Saba, che con il Mud Sound collabora. Con gli altri, un giorno, si sono posti tutti la stessa domanda: "Ha senso continuare tutti a lavorare da soli e a promuovere i singoli ognuno per sé?".
In fondo, hanno tutti le stesse esigenze, tutti vogliono fare musica e lo spirito e l’entusiasmo sono condivisi: "Ne ho parlato con Daniele Russo, editore dei Queen of Saba, e lui ha appoggiato l’idea. Ormai, lui è il nostro vecchio saggio, perché ha l’esperienza sul campo e le conoscenze", sorride Lorenzo, e continua: "Così, un giorno è nata La Colletta: abbiamo riunito gli interessati e abbiamo ridistribuito i ruoli", ma la collaborazione è alla base del progetto. E da qui anche il nome "La Colletta", che rimanda al mettere ognuno a disposizone il suo e le proprie competenze per costruire qualcosa di efficace.
Prima de La Colletta, i giovani artisti si muovevano in autonomia per promuoversi in tutti i modi possibili, e il lavoro partiva dalla release precedente. Ora, invece, il lavoro di gruppo facilita le cose: "La label nasce anche per alleggerire il peso ai nostri amici giornalisti", ride Lorenzo. Perché ricevere una comunicazione da un ente che riunisce più progetti è più piacevole piuttosto che ricevere tre comunicazioni diverse.
La Colletta Dischi ha lanciato il suo esordio alla mezzanotte del 29 gennaio 2021, con la pubblicazione di tre singoli, tutti prodotti e registrati al Mud Sound da Lorenzo: Spremiagrumi dei Queen of Saba, Paolo Conte di Samuele Stanco e i Gabbiani Malvagi e Una bellissima festa del Diplomatico e il collettivo Ninco Nanco.
Spremiagrumi è un monologo interiore notturno, lento e un po’ confuso che sa di postumi e malinconia, in cui la voce è protagonista, su una base di synth ciclica e sincopata in grado di descrivere tramite i suoni ciò che racconta il testo: "Avete presente la sensazione di svegliarvi nel mezzo della notte e non capire se state ancora sognando? Per una frazione di secondo non vi ricordate dove siete, la stanza sembra girata dalla parte sbagliata, gli oggetti al buio appaiono come tutt'altro. Ecco, quella sensazione è Spremiagrumi", dice Lorenzo dei Queen of Saba.
"La canzone perfetta per noi che cambiamo casa spesso, da un affitto all'altro, o per noi che cambiamo amore spesso, da una relazione all'altra", continua. Ma ogni volta che qualcuno ti dice che non ti ama più è come la prima volta: ti svegli nel cuore della notte e pensi per una frazione di secondo che sia stato tutto soltanto un incubo: "Spremiagrumi è esattamente quella frazione di secondo", chiude Lorenzo.
Paolo Conte di Samuele Stanco e i Gabbiani Malvagi è flusso di coscienza "un po' nonsense, alticcio e sporco" vestito di cantautorato, dalle sfumature blues e swing. Chitarra, walking bass e spazzole per lasciare il giusto spazio alle parole. "Un reflusso gastrico sotto forma di parole scelte male, ma che fanno scena. Il tutto per dire tanto e niente, ma dirlo bene", spiega Samuele, 24 anni, laureato a Venezia in Beni Culturali e ora vive a Bologna, dove frequenta un’Accademia di musica con l’idea di imparare a produrre.
E continua: "Il pezzo è un residuo della quarantena ruvido e caotico, che tradisce un po’ la confusione e il senso di smarrimento del momento. É una chiazza di colori che cola su tutto. Il nonsense mi sembrava essere l’unica soluzione possibile per descrivere questi mesi".
Chitarrista-cantautore, c'è solo lui dietro il progetto Samuele Stanco e i Gabbiani Malvagi. Si avvale di musicisti saltuari quando ne ha la possibilità, "ma l’idea è di formare una big swing band prima o poi", dice. E continua: "Mi piacciono molto le parole e pongo attenzione ai testi e al messaggio. Il progetto parte da un'urgenza comunicativa e il nome 'Samuele Stanco e i Gabbiani Malvagi' è strettamente legato al territorio in cui ho mosso i primi passi".
Perchè a Venezia – lo sappiamo tutti –, i gabbiani sono un problema: "Dopo una serie di episodi epifanici ho deciso di essere l’eroe che Gotham merita e di farmi carico di una battaglia che non tutti possono sopportare. Da quel momento i gabbiani sono diventati la mia nemesi ornitologica, in uno scontro da cui non mi posso più tirare indietro. Di qui, Samuele Stanco (dei) Gabbiani Malvagi", spiega.
Una bellissima festa del Diplomatico e il Collettivo Ninco Nanco è il terzo singolo con cui si inaugura La Colletta. Una canzone dai toni nostalgici, anche lei nata in piena quarantena, sviluppata tra la sala prove e la breve parentesi dei concerti estivi: "Il brano vuole parlare di noi, ma anche di voi; dei tentativi andati a buon fine e di quelli andati male; di chi è caduto e di chi si è rialzato; di chi non ha mai smesso di crederci. Vuole parlare di noi tutti, che – spesso ce ne dimentichiamo – siamo ognuno a modo suo Una bellissima festa", dice Giovanni Favaro, 30 anni, bassista del gruppo.
Diplomatico è il cantante del gruppo, Francesco Scatigna: "Il suo nome d'arte vuole essere un gioco di parole in quanto il messaggio che viene espresso nei testi e il suo atteggiamento durante i nostri live è per nulla 'diplomatico'", spiega Giovanni, e continua: "Il Diplomatico è pure un rum che ci piace molto, aspetto per nulla secondario”.
Invece, Ninco Nanco si riferisce al nome di battaglia di Nicola Summa, brigante lucano ucciso a metà dell’800: "È un personaggio storico la cui figura viene narrata nella canzone Ninco Nanco di Eugenio Bennato, pezzo che amiamo. In qualche modo ci piace definirci briganti, intesi come persone abbastanza fuori dagli schemi e poco consone all’attuale periodo storico", spiega il bassista del Diplomatico.
Che ci tiene ad aggiungere due parole, prima di salutarci, e riprendere il discorso sullo scopo della neo label che ha fondato insieme a Lorenzo, Carlo, Sara e Daniele: "La Colletta nasce per non stare più nell’angolo e aiutare i vari gruppi della zona a emergere. Anche Pesaro era un angolo – dice – e come loro vogliamo dare visibilità a una scena che merita di essere scoperta e supportata".
La Colletta Dischi è uno studio di registrazione, un ufficio stampa, un’agenzia di booking e un team con funzione manageriale. Con la fondazione della label, questi giovani artisti contribuiscono a scrivere la storia culturale di questo luogo in fermento e procedono la loro avanzata: "Più realtà dal basso che si riuniscono per collaborare, forti di un supporto reciproco. Facciamo colletta!", è il loro urlo. Il fuoco è stato appena appiccato e i segnali di fumo si fanno via via più visibili in cielo, e dalla terraferma del profondo Veneto è tutto.
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L'articolo Terra chiama Venezia, La Colletta Dischi risponde di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2021-02-08 11:15:00
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