Tra le centinaia di festival estivi che ogni anno si dispiegano per il nostro paese, ce n'è uno che negli ultimi anni si è distinto per la cura della direzione artistica e la bellezza dei luoghi che lo ospitano: stiamo parlando del Contronatura Festival, l'evento che negli scorsi anni ha portato nella provincia leccese band del calibro di Real Estate, Laetitia Sadier, Ducktails, Mikky Blanco, His Clancyness, Young Dreams, Erlend Oye e tanti altri. Un'isola felice in una regione in cui, specialmente d'estate, si fatica a districarsi dagli eventi reggae, commerciali o tradizionalmente pugliesi. Il programma di quest'anno prevede il norvegese Sondre Lerche, i Thegiornalisti, Matilde Davoli (uno dei nostri Primascelta! del 2015) The Most Beautiful Sun (lo avevamo recensito qui), e la chiusura con un sempre gradito Populous dj set, il tutto il prossimo 17 Agosto al Sudestudio di Guagnano. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Federico Vaglio e Giorgio Tuma dell'associazione culturale Odelay, che organizza il festival, per scoprire un po' di più di questa "isola felice del Salento".
Siamo tutti d'accordo sul fatto che Puglia è forse l'unica regione d'Italia che negli ultimi anni è stata in grado (e ha voluto) supportare la musica del proprio territorio. Com'è stato far nascere un festival come il Contronatura?
FV - È noto che la Regione Puglia in questi anni ha fatto nascere un casino di realtà creative e artistiche, i famosi “Bollenti Spiriti”. Contronatura è nato appunto con il bando regionale “Principi Attivi”: con 25mila euro dovevamo realizzare un festival di musica internazionale, indipendente e fico. Correva l’anno 2012. Quello che è stato tostissimo però è stato creare nel tempo la sostenibilità economica, cioè riuscire a portare tanta gente da poter poi reinvestire il ricavato. Purtroppo a Lecce non c’è cultura musicale del tipo che interessa a noi. La roba che gira è altra, che te lo dico a fare. In più è pieno zeppo di eventi che inevitabilmente sono in concorrenza tra loro e in genere vince chi ha il biglietto più basso, cioè le feste paesane su tutti. E come fai a convincere tutti quei cazzoni a sciropparsi tanti chilometri (la provincia è grandissima!) per un live a pagamento, quando hanno il dj set sul lungomare o la sagra sotto casa? È dura. Tuttavia finora siamo stati abbastanza bravi da tenere testa a questo genere di problemi. Poi c’è tutto il capitolo sulle infrastrutture ma lasciamo perdere che lì c’è da piangere.
Quindi, parlando di soldi, in che percentuale incidono eventuali sponsor, sovvenzioni pubbliche e spesa degli spettatori?
FV - A parte la prima edizione, realizzata come detto con un bando pubblico, non abbiamo né sponsor né fondi pubblici, quindi facciamo tutto con botteghino e bar. Quello che ricaviamo lo ributtiamo nell’edizione successiva. Questo da una parte è fantastico perché ci permette di non dover dar conto a nessuno e di non avere odiosi loghi in locandina. Ma se dovessimo beccare un finanziamento importante non lo schiferemmo.
Lo scorso anno ho partecipato al Contronatura e mi sono goduta una lineup fantastica: Real Estate, Mikky Blanco, Erlend Oye e tanti altri, e la cosa più bella è che tutte le band hanno suonato -letteralmente- in campagna, in mezzo agli alberi. Quanto è importante per il Contronatura il luogo in cui si svolge il festival?
FV - Molto. Il primo anno abbiamo volutamente scelto una delle piazze più belle della provincia, a Melpignano (il famoso paesino dove si svolge la Notte della Taranta). Poi ci siamo fidanzati con il Sudestudio, che è uno studio di registrazione ma ormai anche un parco per eventi, e che è anch’esso bello sia perché immerso nei vigneti salentini, sia per suo il valore simbolico: un piccolo tempio della musica dalle nostre parti.
Il festival esiste dal 2012, e da allora si sono susseguiti sul vostro palco moltissimi artisti, la maggior parte dei quali internazionali. Quando avete capito che il vostro lavoro stava prendendo la giusta piega?
FV - L’anno scorso il Contronatura, pur essendo solo alla terza edizione, è stato accostato ai migliori festival indie italiani da diverse webzine e siti italiani. Forse il momento è stato quello. Ma in ogni caso sin dall’inizio sapevamo che le carte c’erano, che era solo questione di tempo (anni, certamente) e di tanta tenacia.
Un momento in cui ci siamo buttati giù invece è stato lo scorso anno, ma a festival concluso. Le aspettative erano molto alte e, come dicevamo prima, pure i giornali ci avevano dato molto spazio. Quindi già ci stavamo immaginando a stappare bottiglie nella piscina del Sudestudio. Invece come al solito non abbiamo guadagnato una mazza e abbiamo dovuto rimettere pure qualcosa. Quindi ci siamo un attimo depressi.
GT - Sì avevamo una line up bellissima che meritava più pubblico. Ma cerchiamo di essere positivi e guardare avanti, anche perché questo festival è una possibilità di crescita culturale del territorio, qualcosa di realmente inedito qui nel Salento.
Una band che corteggiate da anni, e che vi piacerebbe far suonare nelle campagne salentine?
GT - Inizialmente i Tame Impala – poi sono diventati irrangiungibili; Beirut, lo scorso anno avevamo la persona disposta ad investire in questa bellissima follia, dopo una settimana di trattative purtroppo il caro Zack ha rifiutato di farsi il viaggio Istanbul-Lecce; Washed Out, cercato e inseguito fin dal primo anno, sfiorato lo scorso anno... Ma siamo certi di beccarlo, prima o poi.
Qual è stata finora l'edizione che vi ha dato più soddisfazioni, e come vedete il festival nel prossimo futuro?
GT - Forse l'edizione che ci ha più entusiasmato è stata la prima, proprio perché era la prima e rappresentava qualcosa di nuovo ed inedito anche per noi. E poi veder suonare gli inglesi Weird Dreams, i norvegesi Young Dreams e la svedese Elliphant in Piazza San Giorgio a Melpignano è stata una grandissima emozione per noi tutti.
Progetti a lungo termine però non ne possiamo fare, vogliamo essere fiduciosi che tutti gli sforzi e il lavoro compiuti vengano ripagati da un pubblico sempre più numeroso, caloroso e partecipativo, soprattutto quest'anno, in modo da poterci permettere di organizzare una quinta edizione e dare una struttura solida al festival.
FV - Noi abbiamo come riferimento, tra gli altri, l’Ypsigrock, perché il Salento è un po’ come la Sicilia e lo vediamo un po’ come il famoso pianeta gemello che “potrebbe darci indicazioni sul nostro futuro”. Loro sono alla 19esima edizione, noi alla quarta. Basta avere pazienza, tenacia, lungimiranza.
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L'articolo Contronatura Festival, l'isola felice del Salento di Nur Al Habash è apparso su Rockit.it il 2015-08-07 15:06:00
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