Il cuore culturale di Guagnano che resiste e cresce: siamo stati ospiti del Rubik e ve lo raccontiamo insieme a loro.

Dal bisogno di spazi condivisi alla creazione di un punto di riferimento culturale: la storia del Circolo Arci Rubik, un live club che sfida le difficoltà e continua a promuovere musica, socialità e partecipazione nel cuore del Salento.

Il circolo Arci Rubik nasce nel novembre 2010 grazie a un gruppo di amici con l’intento di creare, nel piccolo paese di Guagnano, un centro di aggregazione aperto a tutte le generazioni: un laboratorio di idee, iniziative e impegno sociale, uno spazio in cui confrontarsi, esprimere la propria creatività o semplicemente stare insieme. Questa è la descrizione con cui il circolo si presenta nel proprio curriculum ed è quella che arriva forte e chiara durante la nostra sessione di Fatti Sentire Delivery. Rubik è nato applicando il principio del "far di necessità virtù": dato che il territorio non offriva stimoli culturali, il gruppo ha deciso di crearli autonomamente, con l'obiettivo di promuovere socialità e partecipazione e contribuire alla crescita culturale e civile dei soci e dell'intera comunità.

Il circolo nasce in un periodo in cui la politica locale si mostrava del tutto indifferente, se non ostile, alle richieste di spazi e opportunità culturali da parte dei giovani. I luoghi di aggregazione venivano spesso visti più come un problema che come un'opportunità, e questo ha reso difficile l’avvio di ogni iniziativa. Ci sono voluti diversi anni e molte risorse proprie per rendere lo spazio un vero live club fruibile dalla comunità. Pur nella diversità di gusti che un collettivo può rappresentare, la scelta degli artisti e degli eventi ha sempre seguito un principio chiaro: portare sul palco solo musica originale, selezionata attraverso ascolti personali e recensioni della stampa specializzata. Negli anni il panorama musicale è cambiato radicalmente. Se nei primi anni 2010 si parlava di una contrapposizione tra musica commerciale e indipendente, oggi questa distinzione si è trasformata in quella che viene definita "indie commerciale". In passato molte band emergenti partivano dalla gavetta nei piccoli club come Rubik; oggi, invece, sempre meno artisti sono disposti a esibirsi in realtà più piccole.

 

La quasi totalità delle attività del circolo è autofinanziata. Il supporto di altri enti è sporadico e limitato alla partecipazione a bandi pubblici. Fortunatamente, la Regione Puglia ha attivato da anni un valido programma di sostegno alla musica dal vivo, sia per gli artisti che per gli organizzatori. Ciò che manca, però, è una legislazione nazionale che favorisca e tuteli i piccoli live club. Attualmente sono equiparati a venue con capienze e numeri esponenzialmente più grandi, con tutte le conseguenze burocratiche ed economiche che questo comporta. Spesso i costi amministrativi diventano insostenibili.

Negli anni il circolo ha fidelizzato un pubblico affezionato, con una partecipazione costante nel tempo. Tuttavia, si nota una mancanza di ricambio generazionale: i più giovani sembrano meno interessati alle proposte musicali indipendenti, a meno che non siano fortemente supportate dall'industria discografica. C'è meno voglia di sperimentare e scoprire nuove sonorità al di fuori dei circuiti mainstream. Senza dubbio il circolo è diventato un punto di riferimento culturale per il territorio. Limitandosi alla musica, da Rubik sono passati artisti come Thegiornalisti, Calcutta, Colapesce, Cosmo, Maria Antonietta, Matt Elliott, Xiu Xiu, Erlend Øye, A Place to Bury Strangers, Levante, Cristiano Godano, Populous, Benvegnù, solo per citarne alcuni, offrendo al territorio concerti di grande qualità senza doversi spostare di centinaia di chilometri.

Il circolo collabora stabilmente con la rete dei circoli Arci, ma anche con altre realtà, seppur in modo non strutturale. Il Salento è composto da tanti piccoli comuni, e questo spesso rende complicato portare avanti progetti di ampio respiro. La proposta culturale salentina è sicuramente variegata, ma di fatto solo le realtà più strutturate riescono a sopravvivere, trovando risorse attraverso diversi canali. Ciò che servirebbe è un sostegno concreto da parte delle istituzioni, che permetta anche alle realtà meno consolidate di radicarsi e crescere. Una maggiore pluralità di proposte culturali non potrebbe che arricchire il territorio.

Gestire un piccolo spazio è sempre stato complesso, ma oggi, con l'aumento esponenziale dei costi (energia, tasse, burocrazia, cachet degli artisti), è diventato quasi eroico. Senza una legislazione specifica che semplifichi gli adempimenti e riduca i costi, il futuro dei piccoli club è a rischio. Più che parlare di "musica alternativa" – sempre che il termine abbia ancora senso – il punto è il ruolo delle istituzioni nella promozione della cultura. Un vero investimento culturale passa attraverso la creazione di luoghi dedicati alla musica e all’arte, il sostegno alle realtà già esistenti e l’affidamento di spazi pubblici a chi vuole organizzare eventi culturali. Nel territorio, purtroppo, queste opportunità sono ancora rare. Negli ultimi tempi il circolo sta lavorando soprattutto per favorire un ricambio generazionale nella gestione. Questo significa anche studiare e intercettare nuove esigenze culturali ed espressive, per rendere Rubik un luogo sempre più inclusivo e attuale. Se si potesse cambiare qualcosa nel panorama musicale locale, servirebbero più spazi e più opportunità per la musica dal vivo, al di fuori dei circuiti più consolidati. O, come dicono scherzando i membri del circolo, "metterei una tassa sulla pizzica!".

 

 

 

 

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L'articolo Il cuore culturale di Guagnano che resiste e cresce: siamo stati ospiti del Rubik e ve lo raccontiamo insieme a loro. di Redazione è apparso su Rockit.it il 2025-02-24 12:04:00

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