Un dialogo tra passato e presente. Così si presentaRadici Veloci, il nuovo ep di Darrn (artista forte delle collaborazioni con Venerus, Gemitaiz, Mace e Stabber), uscito negli scorsi giorni per M.A.S.T./Believe. Sono otto tracce, in una terra di mezzo tra R&B e urban. A fare da filo rosso è la penna di Darrn, artista cresciuto a Roma e di origini americane e siciliane, con le sue lotte interiori, la sua voglia di non fare le cose come tutti gli altri, il rifiuto per le apparenze.
Sono canzoni intime eppure affilati, emotive e intense. Trasudano alienazione e solitudine, ma anche desiderio di autenticità e di trovare il proprio posto. Ci sono lucie e ombre, come in ogni cosa della vita. La nostra intervista a Dario Schittone aka Darrn.
Dove vanno le tue radici?
Le mie Radici non sono fisse, sono sempre in movimento. Non sono il tipo che si accontenta purtroppo o per fortuna, mi piace rimanere nell'etereo, con l' ennesimo gusto amaro in bocca. Il titolo nasce da una frase all'interno di una canzone dell'EP (FISCHIO 유) “sto per fare un salto e non potrò tornare, Radici Veloci scompaiono, per chi una strada non l'ha mai avuta, sentirsi pregiati e come l'erba spacciati", questa frase mi ha sempre mostrato un'immagine ben chiara, quella di radici di una pianta che vengono strappate, proprio appena avevano penetrato la terra… Ed è un po’ quello che faccio io con le persone o con le cose, non appena queste radici crescono io le tolgo dalla terra, forse perché mi rendo conto che il terreno non è così fertile come pensavo, forse quella persona non è come credevo.
I nomi delle tracce sono piene di simbologia. Che studio c’è dietro?
Non c'è alcuno studio dietro, perché il mio modo di approcciarmi alla scrittura e alla musica è molto spontaneo direi, appunto first take, quindi non ci sono grandi discorsi a tavolino. I simboli di fianco alle tracce sono dei consigli su come sarebbe ottimale ascoltare le tracce Ad esempio in FISCHIO 유 ha una persona come simbolo, perché è una canzone che ascoltata in solitaria puo lasciare un messaggio molto più potente. La presenza di molteplici simboli o metafore all'interno delle canzoni dimostrano solo la mia voglia di non essere troppo diretto col messaggio (per lo meno la maggior parte delle volte) per lasciare più libertà all'interpretazione dell'ascoltatore.
C'è più luce o più buio nel disco?
C’è decisamente più buio, questo progetto rappresenta un momento di transizione molto importante, costellato di insicurezze, dubbi, sfiducia e solitudine. Ma è un progetto propedeutico alla comprensione di ciò che verrà, pensavo fosse necessario far comprendere il tragitto di mezzo tra ciò che ero e ciò che sono, e questo progetto è esattamente quello, un po’ come le scuole medie che sono in mezzo tra le elementari e il liceo.
A chi guarda musicalmente questo album?
Questa è una domanda piuttosto complicata, perché non è facile racchiudere in parole l'ampio spettro di generi e stili che hanno influenzato il mio album. Se dovessi semplificare, direi che ci sono sonorità rap, vibe R&B e sfumature electro-pop, il tutto avvolto da un’atmosfera intima. Ma voglio essere onesto: più che riferimenti specifici, sono cresciuto ascoltando artisti come Mac Miller, Frank Ocean, J. Cole, Bon Iver e Sampha, che hanno lasciato un segno profondo sul mio processo creativo. Il mio approccio si basa molto sull'improvvisazione, sia per le melodie che per i testi, quindi la mia ispirazione è più un flusso libero che una formula. Cerco sempre di catturare emozioni genuine e momenti autentici, rendendo ogni canzone un'esperienza unica
Come lavori sul tuo cantato?
Come dicevo, non sono il tipo che si accontenta, sono il mio critico numero uno e quindi penso che l'evoluzione sia dovuta alla mia voglia infinita di non essere mai lo stesso in termini di pensiero, obiettivi, valori. Ah, e ovviamente tante tante tante ore al computer!
È un disco introspettivo. Sei così tu o la musica tira fuori questo tuo aspetto?
Sono così io al 100% e l’ho sempre visto come un mio grande difetto, non riuscire ad alleggerire i miei pensieri è sempre stato un grande problema. Ad un certo punto però l’ho cominciato ad accettare, nel senso questo sono io, amen, chi mi ama lo saprà accettare e ne trarrà dei pregi.
Chi ti senti dopo questo disco?
Non so esattamente come mi sento, ma sono curioso di vedere che effetto farà alle persone che ci si immergeranno.
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L'articolo Il disco delle "scuole medie" di Darrn di Redazione è apparso su Rockit.it il 2024-10-22 15:52:00
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