Distilleria Vegana

I Distilleria Sonora fondono distorsioni grunge e armonie classic rock a un sassofonista rapper e un bassista polistrumentista per creare il Vegfest più grunge di Genova (e soprattutto per suonarci!)

Morta una band se ne fa un'altra. Dopo anni di militanza nei Memento, Stefano Guarnaccia e Alessandro Tramontin conoscono Daniele Cenerini e Nicholas Costa. Sono tutti ragazzi di Genova, già allenati a tenere strumenti in mano e quando si conoscono ormai i Memento stavano esalando gli ultimi respiri. "In questa fase abbiamo sentito l’esigenza di un rebrand, e così sono nati i Distilleria Sonora", dicono nella chiacchierata che abbiamo fatto. Raccontano delle novità che hanno portato al progetto grazie alle nuove conoscenze. Nicholas suona "un po’ tutto quello che gli capita per le mani", dicono. Mentre Daniele suona il sax e rappa. Aggiungono questi nuovi elementi a due irriducibili rocker ed ecco un distillato di distorsioni grunge, armonie classic rock con un sax in mezzo.

Per suonare si sono arrangiati alla vecchia e hanno organizzato un festival a tema Veg, il Bruchiamo Vegfest. "Alessandro e Nicholas sono vegani", spiegano. Si sono rimboccati le maniche e hanno creato un evento per cercare quella "magia" che danno i live. Commento: "una meraviglia".

Come vi siete formati a livello artistico?

Stefano è cresciuto con il grunge nelle orecchie e nell’anima. Questa impronta lo ha accompagnato in tutto quello che nella sua carriera musicale ha prodotto (dai Memento, dalle quali ceneri siamo nati noi, ai dischi cantautorali come SteVa).

Ale canta da quando era un ragazzino, e in molte formazioni: ha iniziato con il rock, passando poi al power metal, al death, accarezzando il mondo dei musical, tornando poi al rock, reinventandosi batterista, grazie all’aiuto di validi maestri. Ora ha capito che non doveva ascoltare la nonna, quando gli diceva di non tamburellare con le mani sul tavolo, ma non è mai troppo tardi per seguire le proprie vocazioni.

Daniele è un talentuoso sassofonista e rapper. Studia il suo strumento da parecchi anni e, quando prende la penna in mano, il flusso di parole è inarrestabile.

Nicholas, ultimo arrivato nella formazione, è il nostro vulcanico, poliedrico bassista dal ricco background. Negli anni ha spaziato dal metal al folk irlandese, suonando, oltre al basso (studiato per anni), anche banjo, bouzuky e un po’ tutto quello che gli capita per le mani.

I Distilleria Sonora – foto stampa
I Distilleria Sonora – foto stampa

Com'è stato il passaggio dai Memento ai Distilleria sonora?

Stefano e Alessandro si conoscevano già da anni quando Ale si propose come batterista per i Memento. Il progetto poi è evoluto parecchio, sia come formazione che come impronta. La decisiva “ventata di freschezza” l’ha portata Daniele, con il suo sax e i suoi versi rap. In questa fase abbiamo sentito l’esigenza di un rebrand, e così sono nati i Distilleria Sonora. Nicholas era proprio l’elemento di cui sentivamo il bisogno, non solo come musicista, ma come persona. Gli vogliamo bene dalla prima birra condivisa.

Come definireste la vostra musica?

Alessandro diceva sempre grunge-funk-punk-rap-quelchecipare-rock, ma è difficile non addormentarsi prima del rock. Daniele non si è mai espresso: suona, canta e se ne fotte delle etichette. Poi è arrivato Nicholas, e ci ha più o meno convinti, dicendo: “Ma questo è alternative rock!”. In ogni caso ci riteniamo unici come proposta e con pochi pregiudizi nelle contaminazioni. Abbiamo forti pregiudizi solo verso l’autotune sfrontato. In generale riteniamo la nostra musica pungente. C’è poi un termine che abbiamo coniato, la “trasportanza”. Se un nostro pezzo non ha sufficiente trasportanza, significa che ci dobbiamo lavorare ancora.

Quali sono i vostri ascolti?

Ascoltiamo tutti cose diverse, e forse è questa la nostra forza. Rock, metal, jazz, classica, folk, cantautorale, pop, rap. Ognuno di noi non ascolta tutto, ma se sommiamo gli ascolti di tutti sì. Forse resta fuori la musica eccessivamente elettronica. Non disdegniamo synth e sequenze purché al servizio di ciò che suoniamo. Ci piace il contatto con i nostri strumenti. Non ci ispiriamo a nessuno in particolare, ma è inevitabile che ciò che più amiamo trovi spazio nei nostri pezzi.

video frame placeholder

Qual è il tema dei vostri nuovi singoli?

I nostri ultimi lavori criticano, prendono le distanze, dicono cose scomode e comunicano un’esigenza di cambio di rotta nella società e nei rapporti umani. Siamo retorici? Può darsi, ma la retorica è arte del comunicare, e se colpisce le corde giuste, allora avrà fatto un buon lavoro. Diciamo cazzate? Può darsi. Chi prende posizione può sbagliare, ma difficilmente avremo il rimorso di non aver difeso una cosa in cui crediamo.

In generale non ci piace la deriva che sta prendendo la società, sia a livello politico che morale, e non ci piace il fatto che esista questa diffusa paura di essere emarginati se non ci si allinea al modo di essere e di pensare in voga, al punto da anestetizzarsi di mondanità, quando dentro siamo buchi neri in espansione. Ecco, i brani del nostro ultimo lavoro nascono ed esistono per urlare questo disagio.

Che ricordi avete degli live più recenti? 

La magia di un concerto ben riuscito è unica, fa stare bene, fa crescere. Diciamo che non abbiamo più lo stimolo di suonare nei pub di quartiere davanti a persone che avrebbero solo voglia di bersi una birra in pace. Vogliamo respirare quella magia. Quindi per ricercarla – o meglio per crearla – Alessandro ha organizzato, la primavera scorsa, un evento da zero, il Bruchiamo Vegfest (Ale e Nik sono vegani). Nonostante la pioggerella incessante che ha benedetto l’area, l’evento, è stato un successo. Bancarelle, cibo, conferenze, concerti, e una buona risposta del pubblico. Inutile dire quanto ci sentissimo bene, in quel contesto di condivisione e buoni propositi. Abbiamo diviso il palco con artisti e persone splendide, e abbiamo urlato quello che avevamo da dire a persone che erano lì per ascoltare: una meraviglia. 

Progetti futuri?

La magia di cui si parlava è una linfa vitale, e quando si realizza sai che stai facendo del bene. Ogni brano, ogni concerto, ogni vettore comunicativo è un tassello di un mosaico rappresentante un mondo migliore, e l’energia per mettere nuovi tasselli non ci manca. Continuiamo a macinare pezzi. A breve uscirà il nostro terzo singolo dell’anno (Spoiler, si chiamerà Mirando in Testa), e continuiamo a cercare attivamente bei palchi su cui emozionarci, emozionare e colorare il mondo.

E magari metteremo un po’ di ottimismo nei prossimi pezzi, perché se i nostri testi abbaiano alla società e all’essere umano è perché in fondo crediamo che ci siano ancora le condizioni per una sua evoluzione positiva. Il mondo è pieno di persone bellissime, e non è mai troppo tardi per migliorarsi.

---
L'articolo Distilleria Vegana di Redazione è apparso su Rockit.it il 2024-07-10 15:38:00

COMMENTI (2)

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia