Davide Donati è stato un batterista punk rock nato a Senigallia nel 1988. Ha suonato in diverse band della zona, picchiando duro sul rullante nei brani degli Home By Three e Jasmine gli Sbalzi. Ma non siamo qui per rimpiangerlo. Davide è musicalmente rinato, passando dal punk all'elettronica con il moniker di Durmast.
Nel 2018 ha esordio con Village, il suo primo disco di musica elettronica, fondendo trance, ambient, breakbeat e influenze dagli anni Ottanta e Novanta. Col tempo Durmast ha preso sempre più tempo e spazio nella vita del batterista Davide. Ora è appena uscito il suo nuovo ep, VIXI, un condensato – "spremuta", dice lui – di elettronica dalle tinte psichedeliche che si muove tra cori campionati e una cassa drittissima. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare come si passa dal punk ad avere la cassa dritta nell'anima.
Suonavi altri strumenti prima di iniziare con l'elettronica?
Ho sempre amato la musica fin da piccolo, così a 12-13 anni ho iniziato a suonare la batteria fino a che non ho iniziato con gli Home By Three a prendere più seriamente la passione per la musica. Abbiamo suonato in giro per l’Italia aprendo live a band come The Subways, Yellowcard, Mxpx, Motion City Soundtrack. Ho anche registrato brani sempre come batterista finché un incidente mi ha tenuto fermo per diversi mesi e non potendo muovermi ho cominciato a interessarmi alla musica elettronica a cui ho sempre strizzato l’occhio. Così parallelamente nel 2018 ho esordito con Durmast, il mio progetto di musica elettronica.
C'è qualcuno che ti dà una mano nella realizzazione del progetto?
A livello tecnico nel mix e mastering con il level mastering di Nicola Fantozzi mentre a livello artistico molto spesso mi confronto e collaboro con Invell. Ovviamente adoro remixare e collaborare con altri artisti. Per citarne alcuni con cui mi sono divertito tantissimo: I Camillas, Sena, Davide Amati, Dragoni e Conad dj. Con le sue foto Irene Celidoni riesce sempre a farmi prendere bene, una cosa che non amo moltissimo. Kobayashi mi cura le edizioni in maniera impeccabile e ultimo ma non meno importante è il mio amico Matteo Procaccini che interrogo spesso per avere un parere sul mio operato a 360°, dalla musica alle grafiche. Insomma il progetto Durmast non è solo Davide Donati.
Che tipo di elettronica suoni?
Per ora la definirei elettronica senza troppi confini, perché a mio parere ogni traccia che creo contiene generi e influenze diverse, dalla dance alla synthwave passando per la trance. L’obiettivo che mi sono fissato è includere anche l’analogico partendo proprio dallo strumento che amo, la batteria.
Che generi musicali ascolti?
Ascolto di tutto, dal punk all’elettronica e ultimamente anche varie colonne sonore. Quest'ultimo genere arriva dal mio interesse per il cinema.
Perché hi scelto Vixi come titolo dell'ep?
Vixi è un ep che nasce dalla "spremuta" di un album, un concentrato dei brani più rappresentativi dal punto di vista temporale ed emozionale. Brani con sonorità ed emozioni differenti proprio come nella vita vissuta (da qui il titolo latino VIXI). Tutte queste esperienze non sono solo riferite al vissuto di Durmast, ma anche di chi gli sta intorno e delle storie che si possono ascoltare e vedere oltre la soglia di casa.
Come sono andati i live che hai fatto?
Ho fatto sempre pochi live con il progetto Durmast, ma quei pochi che ho fatto son stati divertenti, soprattutto quando la gente ballava e si prendeva bene.
Oltre all'uso di strumenti analogici hai altre idee per il futuro?
Mi piacerebbe inserire anche strumentazione analogica (soprattutto la batteria) insieme a quella digitale ed elettronica per brani futuri. Oltre a questo sarebbe bello creare colonne sonore e continuare a collaborare con altri artisti in modo da ampliare più possibile gli orizzonti, senza limiti di spazio e genere.
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L'articolo Durmast è un punk con la cassa dritta nell'anima di Redazione è apparso su Rockit.it il 2024-04-15 19:31:00
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