Quinto Stato - e-mail, 17-12-2004

Due recensioni... due ‘Primascelta’. Sempre ben accolti, i ferraresi Quinto Stato, presso questi lidi. Naturale quindi (nonostante l’entusiasmo dei colleghi non fosse stato - inizialmente! - del tutto condiviso) voler approfondirne la conoscenza...



Ricordo un vecchio demo con 5 tracce, lo stesso che - suppongo - vi portò alle finali di ‘Rock Targato Italia’, solo che allora le sonorità erano più ruvide delle attuali. Sul piano strettamente musicale, qual è stato il percorso che ha portato al vostro esordio omonimo?
Rispetto al lavoro di qualche anno fa (‘99), nei pezzi nuovi abbiamo stemperato le tinte più hard e semplificato la strutture dei brani, concentrandoci di più sui suoni e sulle sonorità.

E poi in questi anni abbiamo ascoltato tanta musica di ogni genere e questo sicuramente ha influito sulla nostra creatività

Un album prodotto da Giorgio Canali e registrato negli studi di David Lenci, a Senigallia: nomi di prim’ordine nel panorama rock-indie italico, che pure non sono bastati ad evitare il solito, lungo, eccessivo lasso di tempo intercorso tra registrazione e pubblicazione del vostro lavoro. Come sono andate le cose?
L’album è per lo più prodotto da David Lenci, mentre Canali ci ha prodotto 3 dei 10 pezzi in scaletta. Tra l’altro nei crediti all’interno del cd, a causa di alcune sbadataggini, gli vengono attributi i brani sbagliati, ed è divertente leggere recensioni in cui chi scrive si vanta di aver riconosciuto chiaramente la sua mano.

Per quanto riguarda il ritardo nella pubblicazione ci sono state alcune difficoltà a trovare un distributore e dopo un anno l’allora neonata Load Up rec. è riuscita a raggiungere l’accordo con White & Black. Poi sono serviti altri 6 mesi per poter vedere il cd pronto...

Domanda banalissima, scontata e forse irritante, certo sentita più e più volte: cosa significa il vostro nome!?
Non amiamo molto il nostro nome: l’abbiamo scelto a 16/17 anni e volevamo ingenuamente indicare una classe sociale che vive dei propri sogni. Da tempo avremmo voluto cambiarlo, ma non avendo trovato niente che ci soddisfacesse, e soprattutto per la nostra pigrizia cronica, l’abbiamo tenuto.

Secondo me, ‘chitarristicamente parlando’ (?) vi piace molto Marc Ribot...
Ci piace molto, soprattutto nei dischi di Tom Waits e coi Cubanos Postizos e questo si può ben sentire in “Complotto”. L’abbiamo visto diverse volte dal vivo e qui a Ferrara, dopo uno spettacolo di danza per il quale aveva scritto ed eseguito la colonna sonora, per una serie di circostanze fortunose l’abbiamo conosciuto e ci ha offerto da bere.

Acty, giustamente, all’epoca del demo “...una primavera di fischi” scriveva: “In questo introspettivo mare sonoro, la voce galleggia sempre al confine della stonatura, recitando testi coraggiosi che non cercano lo schema e puntano ad uscire dalla metrica”. Di cosa parlano i testi di Giovanni?
Sono il frutto di deliri casalinghi, esasperazioni personali e sciocchezze del genere.

Da cosa riconoscete una buona canzone?
Dal trasporto e dal coinvolgimento che ci provoca…

La melodia per voi è…
Qualcosa di non necessariamente melodioso.

5 dischi che faticate a togliere dal lettore cd?
Dovremmo darti 4 liste diverse per ciascuno di noi. Piuttosto ti possiamo dire 5 dei dischi che più hanno influenzato la nostra musica: “Worst case scenario” dei dEUS, “Ko de mondo” dei C.S.I., “In utero” dei Nirvana, “Safe as milk” di Captain Beefheart & his magic band e “I paint pictures on a wedding dress” di Zita Swoon.

Quelli che non vi entreranno mai?
Le solite banalità.

Vivere a Ferrara è…
In realtà noi abitiamo in provincia, nella campagna circostante. La nostra sala prove è una stanza di una vecchia casa colonica abbandonata e anche questo ha influito sulla nostra creatività. Riguardo a Ferrara, pur essendo una piccola cittadina, ultimamente sta vivendo un interessante periodo di fermento culturale. Speriamo continui.

(rubo impunemente una domanda all’amico e collega Renzo Stefanel…) La più bella serata della vostra vita di musicisti?
In genere quando suoniamo in giro ci divertiamo sempre parecchio. Nello specifico ricordiamo spesso i concerti di spalla a Giorgio e il bel periodo passato allo studio Red House per registrare l’album.

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L'articolo Quinto Stato - e-mail, 17-12-2004 di Enrico Rigolin è apparso su Rockit.it il 2004-03-24 00:00:00

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