Eleonora Marazzita – in arte ELLEN – classe 1994, è una cantautrice milanese dalle origini calabresi. Teatro, canto jazz, ballo e fotografia, il suo nuovo ep – SEMBRA IERI – è un turbinio di forme artistiche diverse, condensate in sei brani pop romantici ed elettronici. Ha fatto talmente tante cose che ricorda l'inventore, pittore, musicista toscano, un altro che ha fatto un po' di tutto nella sua vita.
ELLEN parla di rapporti, della scoperta di sé e della sua storia, muovendosi tra le vie di Milano con leggerezza. Si vede nella copertina di SEMBRA IERI. È leggera e si volta di sfuggita, distratta. Sembra immersa tra i suoi pensieri, gli stessi da cui fluisce la sua musica. L'abbiamo incontrata per farci raccontare come scrivere un ep girando distrattamente per Milano.
Come hai iniziato a suonare?
Mi sono avvicinata al mondo dell’arte e della musica all’età di 5 anni come ballerina classica. Ho sviluppato una forte sensibilità artistica che mi ha portato nel 2006 a studiare canto, danza e recitazione in un’accademia di teatro. Negli anni successivi mi sono formata come autodidatta prima sulla chitarra e poi sul pianoforte, strumento con il quale – da lì a poco – avrei scritto le mie prime canzoni. Nel 2009 ho iniziato un lungo percorso di studi spaziando tra canto moderno, improvvisazione, musica gospel e cantautorato italiano. Dopo la Laurea Triennale in Canto Jazz e l’approfondimento della voce attraverso numerosi seminari, corsi di formazione e masterclass, ho deciso di dedicarmi al mio progetto artistico come cantautrice. Nel 2019 è uscito il mio primo album – Navigo e volo via – per l'etichetta indipendente Pachamama. Dal Settembre 2022 ho collaborato con Costello's Agency per l'uscita del mio nuovo ep SEMBRA IERI – disponibile su tutte le piattaforme digitali – anticipato dai tre singoli Fuggono i ricordi, Finché dura, Caduta.
Qual'è il significato dell'ep?
Ho iniziato a scrivere questi brani nella primavera del 2020. Sembra ieri, eppure è già oggi, ma il domani è dietro l’angolo. Il tempo ci scivola tra le mani, le cose cambiano, noi cambiamo con loro. E io lo so bene, ho infatti cercato di raccontarvelo attraverso le sei tracce dell'ep. In questo percorso è stato di grande aiuto il mondo della fotografia. È capace di rievocare ricordi ed emozioni racchiusi nei vecchie immagini ritrovate in fondo al cassetto o nelle vecchie polaroid scattate per rendere indelebile un momento, proprio come si fa con una canzone.
In queste tracce troverete molto di me e della mia vita. Un lungo percorso in cui prima di migliorare le cose peggiorano, in cui fare i conti col proprio passato e sfruttare ricordi e nostalgie per costruire un presente e un futuro fatti di persone e di momenti, in cui essere consapevoli e in ascolto. O almeno provarci.
Se c’è una cosa che ho davvero imparato negli anni è dare una forma a ciò che si trasforma. Per il resto mi appello alla mia unica Dea, la Musica, che da sempre è madre della sperimentazione, regina dell’innovazione e spirito di rivolta.
A chi ti ispiri?
Trovo la mia principale ispirazione nei grandi cantautori italiani – e non solo – tra cui Dalla, Consoli, Fabi, Bersani, Damien Rice, The Beatles. Le canzoni dell’ultimo disco hanno un’impronta più cantautoriale, personale, introspettiva e la ricerca dei suoni vuole creare la giusta alchimia tra passato e presente.
Con chi collabori?
Sono riuscita a raggiungere questi obiettivi anche grazie all’incontro con il produttore, poli-strumentista Raffele Scogna e i musicisti Davide Turatti e Roberto Dragonetti. Con loro ho approfondito gli arrangiamenti, la ricerca dei suoni e poi la produzione dei brani.
Il live che ti è rimasto più impresso?
Il primo concerto di promozione del nuovo ep è stato il 2 Aprile all’Arci Bellezza di Milano, è stata un’emozione incredibile, la prima volta con una formazione e con degli arrangiamenti nuovi. Il pubblico era numeroso ed entusiasta, abbiamo ricevuto un forte sostegno e ci siamo goduti il momento fino in fondo. Piccolo aneddoto? Alla fine del soundcheck la groove box del mio chitarrista ha smesso improvvisamente di funzionare: PANICO. Abbiamo vissuto degli attimi di terrore, gran parte dello show si basava sui groove di quella sorta di drum machine e la sua assenza avrebbe reso tutto più vuoto e acustico, non male comunque, ma non era ciò che volevamo ottenere. Morale della favola, grazie ai tecnici abbiamo individuato il problema e tutto è tornato nella norma. Tutto è bene quel che finisce bene!
Progetti futuri?
I miei progetti futuri convergono tutti verso un unico obiettivo: suonare suonare suonare il più possibile, ovunque, per chiunque voglia ascoltare la mia musica fino al prossimo autunno. Sogno nel cassetto: un tour nei teatri antichi italiani.
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L'articolo ELLENardo da Vinci di Redazione è apparso su Rockit.it il 2023-05-08 13:15:00
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