(I Grimoon - Foto da Internet)
Nei Grimoon ci sono cinque italiani e una francese. Questa francese, nonostante sia in minoranza, sa farsi rispettare. Solenn Le Marchand sa guidare la sua band in territori sempre nuovi, tra lingue diverse e linguaggi differenti come il cinema, il teatro e l'arte. Ci racconta le tante anime del gruppo, del loro "Laterne Magique" - che è un disco ma anche un film - e dei tanti concerti all'estero. Una vera amante della fantasia.
Come nascono i Grimoon?
I Grimoon nascono da incontri casuali fortunati. Il primo incontro è stato quello tra me ed Alberto e lì sono nate le prime canzoni suonate con chitarra e synth e cantate con 2 voci. Poi nell’arco di un anno si sono aggregati Claudio (Fender Rhodes, fisarmonica, organo), Andrea (violino, mandolino), Samu (batteria) ed Erik (basso).
Siete una band italo-francese: come influiscono queste due anime nel vostro modo di scrivere canzoni?
Italo perché 5 membri del gruppo sono italiani, francese perché io sono francese. Benchè sia in minoranza faccio ugualmente sentire la mia influenza: scrivo io la maggior parte dei testi e scrivo principalmente nella mia lingua. I background musicali del gruppo sono numerosi: dalla musica italiana alla musica francese passando per tutta l’Europa e per gli Stati Uniti. Così le nostre musiche subiscono influenze varie, al di là della Francia e dell’Italia.
Come scegli la lingua in cui scrivere? In Italia siamo abituati all’italiano e all’inglese, guai a chi canta in un’altra lingua. Hai idea di come possono essere recepiti i tuoi testi da noi italiani?
Amo scrivere in francese. Mi piace la mia lingua, in particolare cantata. In realtà, al momento di scrivere le canzoni apro un quadernetto sul quale segno frasi, osservazioni catturate in giro per le strade. Alcuni appunti sono in francese, altri in italiano e da qualche parte c’è anche l’inglese. Poi in base all’idea che ho per la canzone sfoglio il quaderno e recupero alcune parole. Poi le pronuncio e scelgo le pronunce che mi piacciono di più. A dire il vero credo che il francese si presti molto bene per la musica che facciamo.
Come vengono accolti? Non mi sono mai preoccupata molto di questo: è una nostra scelta… credo che gli italiani abbiano comunque una certa sensibilità verso il francese, soprattutto cantato.
“La Lanterne Magique” è anche un film, me lo racconti?
Si tratta della “storia che unisce le storie”. Il nostro film racchiude il nostro immaginario, ripropone la storia dei personaggi che abbiamo inventato per ogni canzone (abbiamo un cortometraggio da noi realizzato per ogni brano). Racconta dell’avventura di uno strano uomo, il sig. Lillo, che incontra il “mondo dei Grimoon” nella villa Lumière. “La lanterne magique” è la nostra prima esperienza di lungometraggio: un’avventura non solo per Lillo ma anche per noi… e la riscoperta di un mondo dove le regole della logica sono completamente assenti e dove le maschere diventano volti veri… dove l’impossibile diventa possibile… ma l’impossibile è sempre un punto di vista… noi ne proponiamo semplicemente un altro…
Che tipo di promozione avete voluto per questo disco?
Siamo stati impegnati soprattutto dal vivo. Abbiamo avuto un bel tour in Italia. Tra poco saremo in Francia, inizieremo la promozione estera oltralpi e in autunno andremo anche in Germania.
Come sono i Grimoon dal vivo?
Durante i concerti proiettiamo i nostri cortometraggi: ogni canzone ha la sua storia visiva con tanto di personaggi e situazioni. E’ la nostra palestra dei sogni…
Avete suonato a Berlino, Budapest, tra poco sarete a Parigi. Come si fa ad andare all’estero? E, sopratutto, come si viene accolti?
Abbiamo incontrato molta gente dopo l’uscita di “”Demoduff #1” (il primo demo della Band, NdR) e la nostra musica è piaciuta a musicisti e addetti ai lavori esteri, sono arrivate le prime proposte per alcuni concerti in Germania. Poi c’è stato il “Sziget Festival”, è stata una bella opportunità che abbiamo avuto grazie alla fanzine Freequency: abbiamo vinto il concorso “Road to Budapest” e così abbiamo viaggiato verso Est per suonare in questo festival incredibile. Grazie all’Alliance Française di Venezia, un paio d’anni fa siamo stati invitati al festival della canzone francese a Spalato. Per quanto riguarda la Francia, abbiamo amici che sono attivi come musicisti e organizzatori di eventi. C’è l’etichetta Chicchi in particolare che sta organizzando la promozione del nostro disco. Abbiamo condiviso (molto piacevolmente) il palco con i Louise Attaque al festival di Radio Sherwood.
Finora le nostre esperienze all’estero sono sempre state piacevoli. Abbiamo sempre incontrato persone splendide e pubblico molto attento. In realtà per il genere di musica che facciamo devo dire che non ci sono grandi differenze tra il pubblico italiano ed estero: stanno attenti, ci ascoltano e guardano i vide. In Francia sarà un po’ diverso forse perché il pubblico capirà anche quello che cantiamo …vedremo, ormai manca poco per scoprirlo. C’è anche un invito per gli Stati Uniti grazie ai Black Heart Procession …vedremo quando andare.
In che contatti siete con la scena indipendente francese?
Abbiamo alcuni amici musicisti in Francia ma là molti escono per major. Abbiamo rapporti molto stretti con l’etichetta indipendente di cui ti ho già accennato, la Chicchi, fa un bel lavoro di promozione: non solo fa conoscere gli artisti, organizza anche eventi, concerti, ecc.
Qualche gruppo da segnalare?
Ci piacevano molto i De rien: era un gruppo un po’ simile al nostro, purtroppo si è sciolto. Per il resto non conosciamo molto bene la scena indie francese. Personalmente sono in Italia da 6 anni e ho perso un po’ di vista quello che viene fatto in Francia. Probabilmente il tour ci permetterà di fare incontri…
Sei comunque in grado di fare dei confronti con la scena italiana?
Come ti ho già detto, la prima osservazione è che molti musicisti francesi escono per major …non conosco molto bene la scena francese ma una cosa è certa: in Francia, se un musicista un giorno decide di fare esclusivamente il musicista, si dovrà dare da fare ma potrà farlo. In Italia è praticamente impossibile: vivere decentemente di musica indipendente è davvero improbabile. In Francia, molti musicisti indipendenti vivono di musica (non nuotano nell’oro ma ce la fanno) semplicemente perché esiste uno statuto per gli artisti. L’impegno musicale è riconosciuto dallo Stato e i musicisti possono effettivamente concentrarsi sulla propria arte. Ci sono anche molte forme di finanziamento per produrre dischi, fare tour, ecc. E’ completamente diverso dall’Italia da questo punto di vista: è un altro modo di pensare la musica e l’arte… e vuol dire molto…
Lo scorso anno come Macaco Records avete organizzato il festival “Sur:Reali”: un laboratorio creativo per artisti italiani e francesi. Come si è sviluppato?
“Sur:reali” è stata un’esperienza molto interessante: si sono incontrati una sessantina di artisti (metà italiani, metà francesi) e hanno condiviso lo spazio della Villa De Reali per unire le loro esperienze e creare spettacoli ad hoc. C’erano musicisti ma anche pittori, videomaker, teatranti, scenografi, fotografi, ecc. E’ stata un’esperienza umana molto bella e stimolante. Condividere uno spazio e delle idee con delle persone estranee. E’ stato bello e ha lasciato segni un po’ in tutti i partecipanti. Sono anche nate bellissime amicizie. Da un punto di vista organizzativo è stato impegnativo: non è stato facile gestire un centinaio di persone per tutta una settimana. Fortunatamente eravamo in tre realtà dietro l’organizzazione: l’associazione veneziana Attualmente, l’etichetta francese Chicchi e noi della Macaco.
I Grimoon hanno partecipato?
Abbiamo partecipato come musicisti. Ci siamo prestati in alcuni spettacoli (tra i quali uno di Thézame sull’isola del parco della villa…molto bello!!) e abbiamo partecipato ai vari eventi in villa.
Oltre al cinema, quali atre forme d’arte vi interessano?
Sì, il cinema… ma anche arti visive, teatro, danza …laddove c’è fantasia ed espressione. Siamo amanti della fantasia: non è una passione, è una ragione di vita.
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L'articolo Grimoon - email, 08-03-2007 di Federico Linossi è apparso su Rockit.it il 2007-03-12 00:00:00
COMMENTI (1)
Belli e bravi i Grimoon. E bravo Federico, bella intervista :)