Dopo aver ucciso (per lo meno, così si diceva) la radio, essere divenuti la principale finestra sul mondo di un'intera generazione, aver toccato ferro mentre decretavano la sua morte ed essersi trasformato in mille cose diverse – in ultima istanza, la tremenda versione da soggiorno dei tempi del lockdown –, il videoclip è sempre lì. A raccontare la musica di oggi, accompagnarla, modellarla attraverso le immagini, farla vivere in una dimensione diversa e complementare. Fondamentale.
C'è chi per i video delle canzoni spende budget da colossal e chi offre al massimo un caffè agli amici, chi mette in piedi autentici film e chi dice che il lo fi è uno stile di vita perché non può fare altrimenti, chi fa arte e chi repliche. Ma tutti sono convinti che, se le cose vengano fatte bene, rimanga uno strumento imprescindibile per "costruire" un artista, soprattutto nelle prime fasi della carriera.
Pochi in Italia oggi in questo mestiere hanno il talento di Enea Colombi, poco più di 20 anni dal piacentino, che sta letteralmente rinnovando l'estetica e, da molti punti di vista, anche le finalità del videoclip. Dall'esordio nel 2016 con Un altro giorno di Mondo Marcio alle infinite produzioni di questi anni, spesso assieme alla crew di Borotalco: da Nero Bali a Fiamme negli occhi dei Coma_Cose e poi Gaia e il lavoro con Mecna, fino all'ultimo pezzo di Liberato, chiamato come "successore" del game changer Francesco Lettieri.
Qua la nostra intervista su Twitch, a cura di Marco Previdi.
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L'articolo Enea Colombi, un ragazzo chiamato videoclip di Redazione è apparso su Rockit.it il 2021-10-21 11:39:00
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