ETT è il mio nome d’arte, ma è anche un collettivo di persone che lavorano con me affinché questo progetto possa avere sempre più luce e forza, apportando la loro personalità e professionalità all’interno di esso.
ETT è il progetto artistico di Gaya Misrachi, una giovane cantautrice triestina che l’8 maggio scorso ha pubblicato il suo ultimo singolo, Diamante, per Pulp Dischi. Questo brano è nato nel periodo della quarantena ed è stato registrato all’interno di un armadio, così da riuscire a ricreare l’effetto insonorizzato dello studio di registrazione, isolando la voce con l’utilizzo di vestiti e coperte, per attutire i rumori circostanti.
"In una serata di quarantena, Luca Pasquino, in arte Kuschimaru – il produttore del pezzo – e io, stavamo cercando di ricreare un normalissimo sabato", ci racconta Gaya, "dopo aver bevuto un po’, sono nate le prime take di Diamante da un pianoforte piuttosto scordato e le abbiamo registrate sulle memo del telefono", racconta.
Una canzone DIY, che racconta una realtà fragile: una pianta di cristallo che si rompe – come viene raccontato nella prima strofa –, rimorsi che tornano alla mente di ragazzi e ragazze "fatti" di ricordi, durante la notte. Tante sono le sfaccettature del diamante quante quelle dell’essere umano: sono tutte ugualmente preziose, tutte ugualmente fragili, ma al tempo stesso uniche.
Diamante è la seconda canzone, in lingua italiana, che ETT ha composto e che ha condiviso con il suo pubblico. Il primo pezzo inedito era dello scorso anno, si chiamava Argento, ed era un brano per invitare l’ascoltatore a ballare. E lasciarsi trasportare dalle sonorità che uniscono il pop all’elettronica e dalla voce della cantante, che nel ritornello afferma "e te ne andrai, vedrai".
ETT ha curato gli artwork delle copertine dei suoi brani, che evidenziano uno stile particolare e raffinato, dove la luce e i colori chiari risultano prevalenti e dove i suoi occhi chiari e le lacrime creano un tutt’uno, formando dei diamanti.
La cantante triestina non è la prima a scegliere di cambiare strada, passando dall'inglese all'italiano. È un percorso che hanno fatto tanti artisti e artiste di recente. Basti pensare a Giorgio Poi, a Ginevra, a Wrongonyou. La nostra lingua, spiega, le permette di esprimersi con totale sincerità, di comunicare in maniera diretta, anche se la scelta delle giuste parole da utilizzare risulta forse più difficile rispetto alla lingua inglese.
"Prima di Argento ero ancora in una fase embrionale dal punto di vista artistico e il concetto di ETT non c’era ancora", spiega ETT, "ora sempre di più riesco a delineare una direzione artistica, che si sta a poco a poco concretizzando grazie alle sperimentazioni e alle ricerche".
Nel 2019 ETT ha pubblicato l’album ALOE, al quale ha allegato una raccolta di sue illustrazioni: "La passione e la curiosità per l’arte in generale, in tutte le sue forme, arriva dalla maniera che ho di approcciarmi al mondo, trasmessa dai miei genitori", dice l'artista triestina, "mia madre mi ha sempre spronata a disegnare e a giocare in modo da dover mettere in pratica la creatività e la fantasia, mentre mio padre mi ha sempre fatto ascoltare un sacco di musica, soprattutto durante quei viaggi in macchina, che per me erano lunghissimi da Trieste a Milano".
Trieste e Milano sono le città in cui ETT ha vissuto. Sono luoghi importanti per il suo percorso artistico, perché "hanno apportato qualche particolarità e contaminazione al mio lavoro, ma soprattutto alla mia personalità e al modo in cui mi approccio alle cose", spiega Gaya.
A proposito di luoghi e di esperienze di vita, ETT ha partecipato a X-Factor nel 2012 nella squadra di Elio, subito dopo di essersi trasferita a Granada per diverso tempo. Queste sono le sue parole: "X- Factor è stata un’esperienza interessante, forse il primo approccio al mondo musicale da un punto di vista più professionale. Sono cresciuta molto e ho avuto modo di entrare in contatto con artisti incredibili come Mahmood, Elio, Morgan, Arisa, Chiara Galiazzo e altri".
"A Granada sono cresciuta tantissimo a livello artistico e ho avuto l'occasione di confrontarmi con altre realtà musicali e stilistiche", racconta del periodo nella città spagnola, "lì facevo parte di otto formazioni diverse, non stavo mai ferma, suonavamo anche per strada, quasi tutti i giorni. Letteralmente mi sono abbuffata di musica e di stili che non avevo mai sentito prima".
La passione e la dedizione che ETT investe nella musica e nelle sue illustrazioni le permettono di creare continuamente nuove realtà. Nelle sue creazioni, Gaya si lascia guidare dal momento e dall’istinto, e si lascia soprendere da ciò che la circonda e dal suo umore: "Una delle mie tecniche preferite è quella di affidarmi completamente agli errori e cercare in loro una particolarità o l’ispirazione per intraprendere una strada che mi conduca a nuove forme", spiega.
"Definirei i miei dipinti o la mia musica come una metamorfosi": è così che Gaya identifica il suo processo creativo. Per lei la musica è l’arte più completa che ci sia, perché ha il potere di farci immaginare forme e colori grazie ad un semplice suono e attraverso l'ascolto può farci tornare indietro nel tempo. La musica ha la capacità di modificare il nostro umore. È, in poche parole, una forma d’arte potentissima.
Gaya ama viaggiare e se dovesse scegliere un posto dove suonare o dove ritirarsi per scrivere o per disegnare, se ne andrebbe in un posto freddo e piovoso a ridosso del mare: "Magari in Islanda, ma forse questa scelta è condizionata dal fatto che in questo momento Milano è invivibile con il caldo". ETT sta scrivendo nuovi pezzi, che pubblicherà dopo l’estate. A settembre ci sarà il suo primo concerto, all'Hiroshima Mon Amour di Torino per il Premio Buscaglione.
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L'articolo ETT, musica da dentro l'armadio di Enrica Barbieri è apparso su Rockit.it il 2020-07-24 10:39:00
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