Valerio Urti in arte FASE, nato a Torino, vive in un paese vicino alla sua "mamma Torino": Nichelino. Nella vita oltre che il musicista, produce band, artisti e gestisce assieme a sua sorella una piccola attività "lasciata da mio padre prima di lasciarmi", racconta. Lo incontriamo per conoscere chi è FASE e come suona la sua musica.
Come ti sei formato a livello artistico?
Da piccolo fin da subito sono stato educato all’ascolto della buona musica nei lunghi viaggi che ero costretto a fare con la mia famiglia. Papà nei lunghi itinerari ascoltava i più grandi artisti della storia della musica, che tutt’ora influenzano la mia scrittura: dai Beatles agli Who passando da Venditti, Battisti e Lucio Dalla. Questa secondo il mio punto di vista è stata la formazione più bella di cui io abbia potuto usufruire.
Quando hai cominciato a fare musica?
Ho iniziato a fare musica a 18 anni imparando a suonare il piano e la chitarra; successivamente ho affinato il mio modo di suonare attraverso maestri e insegnanti. Ho suonato in alcune formazioni minori del torinese, dove per lo più facevamo cover degli Arctic Monkeys, The Strokes ecc…nei locali torinesi fino al 2015 dove con la stessa formazione abbiamo deciso di iniziare a fare musica inedita con la formazione dei Fase39. Con questo progetto abbiamo fatto un disco Elettroscopia nel 2016 prodotto da Ale Sgreccia e Federico Coderoni (Velvet) ed un Ep, Imperfetto (2018), che ci ha portato a fare più di 150 date in tutta Italia, aprendo i concerti e collaborando con numerosi artisti come Pinguini Tattici Nucleari, Willie Peyote, Perturbazione, Righeira ed altri ancora.
Quando nasce FASE?
Durante il lockdown, quando ognuno di noi si è trovato a fare i conti con se stesso, ho deciso di lasciare la band e creare un rebrand del mio percorso artistico. Ho deciso di raccontarmi da solo nelle canzoni, tirando fuori i numerosi mostri che mi hanno ossessionato nel corso della mia vita. Questo tipo di scelta ha portato a chiamarmi semplicemente FASE per non rinnegare ciò che ero, e sottolineare ciò che sarò nel mio nuovo percorso artistico da solista.
Perché FASE?
FASE perché nei testi racconto le "fasi" della mia vita, esperienze personali che mi hanno segnato e che nelle quali gli altri possono rivedersi. La vita è una "fase" continua di cambiamenti, e a me piace poterla raccontare cosi come i miei occhi la vedono.
Con chi collabori ora?
Ho la fortuna di avere molti amici musicisti che hanno deciso di abbracciare il mio progetto, come Marco Lamagna (bassista di Finardi), Claudio Arfinengo (batterista Finardi), ed una squadra di lavoro che và dalla parte stampa curata da Marco Masciopinto, alla parte radio curata da Giovanni Germanelli, alle parti video grafiche curate da Stefano ‘scudo’ Scuderi, Gaia Chieregatti, Karolina Langolf, Giovanni Giordano ed Ale Ciola (Imagina Production) e Giorgio Violino, al mio manager Michele Del Cambio, alla distribuzione Warner music Italia. Tutti questi per me sono come una famiglia, non smetterò mai di ringraziarli!
Come definiresti la tua musica?
Un racconto liberatorio di ciò che il mio cuore ed i miei occhi hanno visto in questi anni. Se dovessi accostarmi ad un genere musicale sicuramente potrei dirti che il pop è l’assegnazione ideale, proprio perché è un genere che presenta numerose declinazioni dal rock all’elettronica.
Quali sono i tuoi ascolti e a chi ti ispiri?
La scintilla che ha mosso il mio voler far musica è sicuramente il mondo Brit Pop, quindi Oasis, Blur, Kasabian ecc. Ascolto parecchia musica internazionale ed italiana, sicuramente i miei ascolti di riferimento sono Arctic Monkeys, The Killers, Beatles, Elvis, Bersani, Venditti, Battisti, Lucio Dalla, Cremonini. Un artista italiano che particolarmente stimo in quest’ultimo periodo è Tommaso Paradiso.
Ci racconti Per come sei tu?
La genesi di Per come sei tu prende il via da una notte durante il periodo di lockdown. Come per tanti brani scritti in quel periodo, anche questo racconta le mie paure e i mostri che da sempre ho dovuto combattere, in questo caso gli attacchi di panico. Ne soffro da quando avevo 13 anni, ne soffro ancora, ho solamente imparato a conviverci. Sono una violenza che prende possesso della nostra quotidianità, ho preso un foglio ed ho semplicemente scritto le sensazioni che da anni mi hanno accompagnato. Mi ha aiutato a raccontare questo all’interno del brano Irene Sanguineti, un’amica Tiktoker, che nel suo profilo tratta proprio questo tipo di argomenti. Il tutto vestito da un bit nervoso e da riff di synth incalzanti per contrastare ed esorcizzare una tematica profonda ed importante. La cosa bella è che in tantissimi mi hanno scritto sui social rivedendosi nella canzone, ringraziando di aver parlato anche dei loro mostri in una canzone, questa è stata l’attestazione di stima più importante che potessi avere.
Giuda, invece, chi è?
Il 23 dicembre è uscito Giuda, il mio ultimo singolo. Anche questo brano mi libera dai miei disagi e dalle mie ossessioni. Giuda siamo noi, che in realtà tradiamo noi stessi.
Ricordi di qualche tuo live indimenticabile?
Sicuramente qualcosa da raccontare è stata la partita nel backstage prima del concerto con i Pinguini Tattici Nucleri, finì 5 a 5 quindi la partita è ancora aperta. Il furgone rotto in tour tre ore prima di un concerto a Roma, è un aneddoto sicuramente da non sottovalutare! La fine di Imperfetto tour in un Off Topic di Torino pieno, è stato un concerto magico che porterò per sempre nel mio cuore.
Progetti futuri?
Ci sarà l’uscita di altri brani e a Maggio 2023 ci sarà l’uscita del disco con la presentazione a Torino, Roma, Milano e Bologna. Poi inizieranno i live nei festival italiani.
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L'articolo FASE: pop che libera dai mostri di Redazione è apparso su Rockit.it il 2023-01-01 08:44:00
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