Frisàri è Francesco Tamborino Frisari, cantautore nato nel '96 a Brindisi, anche se "tutti i ricordi belli dal liceo sono spalmati tra Maglie, Lecce e Leuca con le litoranee", ci ha raccontato. Da qualche anno si è trasferito a Milano, prima per l'università, poi per inseguire la carriera di musicista (con anche un passato come insegnante di scuola elementare e arbitro di calcio). Proprio da questo contrasto tra studio e musica nasce il suo primo disco, intitolato non a caso Tesi triennale, mentre da poco è stato pubblicato il suo secondo album, CARPE FLUORESCENTI. Ecco quello che ci ha raccontato quando l'abbiamo incontrato.
Quando hai cominciato a fare musica?
Ho cominciato a sentire l'esigenza di fare musica dopo i vent'anni e lontano da casa. Da piccolo studiavo chitarra classica, ma ho finito per odiarla e mi tagliavo le unghie un po' per ripicca verso il maestro e un po' perché preferivo giocare a basket (ci gioco ancora ogni tanto).
Come definiresti la tua musica?
La definirei "vera", ma se parlate di genere musicale senza creare polemiche mi rifugio in un diplomatico "indie rock".
Quali sono i tuoi ascolti e a chi ti ispiri?
Tame Impala, Ben Howard, Emma Ruth Rundle, Fontaines DC ma anche artisti italiani come Vasco Brondi, Battisti, Enzo Carella, Motta. Poi cosa si intenda per ispirazione è tutto da vedere.
Di cosa parla il tuo ultimo disco?
Il mio disco credo sia un invito a vedere le nostre esperienze in modo diverso. Detta così sembra un discorso motivazionale positivista ma in realtà cambiare punto di vista significa anche distorcere la realtà e mettere in discussione le proprie convinzioni rende meno semplice "classificare" quello che ci accade. CARPE FLUORESCENTI è il modo che ho trovato di riflettere sulle mie scelte degli ultimi 3 anni, credo sia un disco molto post-adolescenziale in cui ci si possa rispecchiare.
Perché CARPE FLUORESCENTI?
È la metafora che ho scelto come appiglio, come fosse un punto di non ritorno. Se le carpe nella Darsena in una serata grigia fossero fluorescenti tutto apparirebbe in modo diverso, magico e psichedelico. Da una parte esprime la volontà di plasmare il mondo come lo vorremmo, dall'altra è fuga dalla realtà (un po' il dramma della mia generazione).
Ricordi/sensazioni dell'ultimo live?
Ricordo di essermi voltato un attimo verso Lorenzo (il batterista) e poi di non aver più visto l'asta col microfono e in quel momento mi sono accorto che era solo il pubblico a cantare e tutto sommato erano più bravi di me.
Progetti futuri?
Fare più concerti con i miei pupi della band e registrare nuove canzoni diverse da quello che ho proposto nel mio disco di esordio.
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L'articolo Frisàri si illumina al buio di Redazione è apparso su Rockit.it il 2022-07-05 11:45:00
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