Conosco Frisino da un po’ di anni, perché sono andata a sentirlo all’Ostello Bello di Milano incuriosita da un pezzo contenuto in Tropico dei Romantici. Ci siamo incontrati tante volte nei backstage dei concerti dei nostri amici e mai persi di vista e gli ho sempre domandato “ma insomma, quando fai il secondo?”. Quasi - mi rendo conto a posteriori - come fanno quelle cugine antipatiche che non vedi da anni e ti chiedono dei tuoi figli e delle tue gravidanze.
Forse per questo pressing durato anni, che era tifo per un progetto in cui credo dal primo momento, sono stata una delle prime persone a sapere di queste belle novità nella carriera di Antonio: la firma con Garrincha e l’uscita di Italian touch, il suo secondo disco, il 21 Febbraio 2020.
Per approfondire il discorso ci siamo fatti una lunga chiacchierata attraverso messaggi vocali, inaugurando una nuova modalità di intervista su WhatsApp che intendiamo brevettare. Di questi tempi è quanto mai necessario.
Qua sotto c'è il video di Geranio, presentato in anteprima nazionale al festival Seeyousound di Torino il giorno dell’uscita del disco. Il regista è Marco Santi, giovane cineasta bresciano, già al lavoro per brand come National Geographic e i cui lavori sono stati presentati ad alcuni tra i festival più importanti del settore quali il Cinema di Venezia e - nel 2019 con il video del singolo Missed di MAKAI - a Cannes, nella sezione Young Director Awards come unico italiano in gara.
È passato del tempo da quando ci siamo conosciuti. Cosa è successo in questi anni dall'uscita del primo disco?
Ho vissuto una rottura, un vero e proprio abbandono che mi ha messo nella condizione di non vedere mio figlio per un po’ di tempo. È stato davvero un momento difficile e questo mi ha portato a reagire e a scrivere canzoni. Ho iniziato a frequentare Bologna e sono entrato in contatto con i ragazzi di Garrincha probabilmente durante un Tutto Molto Bello. Da allora ci siamo sempre sentiti finché non abbiamo formalizzato il nostro “matrimonio”. Ho fatto un disco seguendo il mio gusto, non la moda, ma questo paradossalmente mi ha portato a firmare un contratto con una delle etichette più un voga e a fare delle cose che vi riveleremo nei prossimi mesi.
Lecce, Bologna, Roma (con Termini), la tua carriera musica è molto "geografica". Manca Milano.
Vivo sui treni: ho vissuto molto Roma, Firenze, il Sud, Bologna. A Milano mi riprometto sempre di tornare e sono consapevole del fatto che resterà una delle fucine operative dei movimenti artistici e di moda, senza scordarci che poi però le cose reali vengono ideate e create anche nelle province.
Come è il tuo processo di scrittura?
Credo che bisogni allenarsi a scrivere le canzoni. È un processo costante e anche una condanna. Qualsiasi cosa tu faccia, che sia lavarti i denti, mangiare qualcosa di buono, guardare negli occhi una ragazza che ti piace, può portarti a completare qualcosa che avevi già iniziato grazie alla sensazione che ne è scaturita. A volte anche di notte mi alzo e scrivo e poi torno al letto. È un work in progress costante quello di scrivere le canzoni. Poi la maggior parte delle cose che scrivi magari è anche una cagata colossale, l’umiltà sta nel riconoscerlo. La figura di un arrangiatore o produttore può darti proprio lo sguardo diverso e riesce anche a dirti quando qualcosa non andrà oppure al contrario se magari hai scritto una hit e non te ne sei reso conto.
C’è una canzone a cui sei legato particolarmente?
Geranio è uno dei pezzi a cui sono legato, ma quello a cui sono particolarmente affezionato è Un Paio di Vans. Quando mi è capitato di suonare Un paio di Vans dal vivo ho sentito i brividi. Quella canzone per me ha una sua magia.
Cosa succederà con i live ora?
Con l’etichetta avevamo già pensato di fare un giro promo, per ora abbiamo realizzato Torino e Bologna in una formazione insolita con piano, violoncello, chitarra e voce. Non vediamo l’ora di riprendere per andare anche nelle altre città. Al momento siamo in una situazione orwelliana e dobbiamo tutti aspettare, speriamo i prossimi mesi portino a tutti nuova musica e nuove emozioni. Sarà una rinascita per tutti.
Cosa ascolti in questi tempi di isolamento in casa?
Oggi ho ascoltato con mio figlio Bando di Anna perché a lui piace molto e ci balla su. Per quanto riguarda me, ho ascoltato molto negli ultimi tempi George Harrison e gli Arctic Monkeys, soprattutto mentre facevo il disco. I miei riferimenti più storici vanno da Paolo Conte a Tenco a Pino Daniele. Tra tutti Pino è il mio faro a livello musicale come melodie e ambientazioni, credo sia uno dei più grandi musicisti che siano mai esistiti a livello di composizione e dialettica musicale.
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L'articolo Frisino: "Aspettiamo e ascoltiamo musica, rinasceremo tutti assieme" di CristinaFontanarosa è apparso su Rockit.it il 2020-03-09 10:35:00
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