Tommaso Sampaolesi ha 35 anni, è nato e vive a Jesi nella provincia di Ancona. Il progetto ITDJ è composto anche da Riccardo Franconi che si occupa della musica e dei cori e Matteo "Boso" Bosi alla voce. Tutti e tre hanno diversi lavori, ma sognano di vivere di musica. Conosciamo meglio cosa c'è dietro ITDJ, parlando con Tommaso.
Come ti sei formato a livello artistico?
Ho iniziato a suonare molto presto, andavo alle elementari e frequentavo un corso di pianoforte presso una scuola di musica di Jesi. In seguito, quando ho scoperto il rock, sono passato allo studio della chitarra elettrica. Suono in una band da quando avevo 14 anni, prima con un gruppo Crossover, poi più verso il grunge/noise con i .cora. e nel 2018 è iniziato il percorso cantautorale con Il Tipo di Jesi conclusosi a dicembre 2021. Dal 2022 mi sono buttato a capofitto in questo nuovo percorso musicale sotto il nome ITDJ.
Perché ITDJ?
ITDJ è un acronimo che sta per Il Tipo Di Jesi che era il nome del mio progetto musicale precedente. Non volevo cambiare del tutto nome e ho pensato che un nome così – un po’ stilizzato e un po’ aperto a varie interpretazioni – stesse bene con questo nuovo progetto electro/hip-hop. Il Tipo di Jesi è un nome che risale al 2017 quando ho registrato il primo album di quel progetto e i titolari dello Studio mi chiamavano in quel modo. Così ho deciso di adottare quel nome in arte.
Come definiresti la tua musica?
La proposta di ITDJ è un Hip-Hop contaminato da noise e grunge e da sonorità percussive dark ispirate a una certa musica black. Lo stile del cantato è rap ma anche melodico. In linea generale ci sono molteplici contaminazioni e i generi del disco sono svariati.
Quali sono i tuoi ascolti e a chi ti ispiri?
Gli ascolti che hanno influenzato maggiormente De Mon Demon sono i Run The Jewels, i Beastie Boys, Danny Brown, i Clipping. Per i temi esistenziali trattati gli Alice In Chains (con Layne Staley). Altre influenze relative al mio modo di cantare sono Mark Lanegan e Mike Patton. Ultimamente sto ascoltando a ruota l’ultimo disco di Kendrick Lamar e Boso mi ha fatto scoprire Action Bronson che mi piace da matti. Altri ascolti che periodicamente ritornano sono The Piper at the gates of dawn dei primi Pink Floyd con Syd Barrett e Sgt. Pepper’s, Revolver e Magical Mystery Tour dei Beatles.
Qual è il significato di De Mon Demon?
De Mon Demon è un’autoanalisi grezza, istintiva, introspettiva e viscerale per buttare fuori un po’ di veleno a ritmo di sonorità elettro-dark. Tutto il disco gira attorno a questa figura di demone che rappresenta il tormento interiore, i rimorsi, le paure e le frustrazioni che abbiamo. Le canzoni del disco sono tutte uscite fuori da momenti intimi e solitari in cui ho buttato su carta quello che veniva su dallo stomaco.
Ricordi dei tuoi ultimi live?
Ho suonato parecchie volte live sia con Il Tipo di Jesi che con i .cora. e ultimamente con i Barabba con i quali ho suonato la chitarra dal vivo nella presentazione del loro bel primo disco Primo Tempo. I ricordi più belli sono l’apertura del live per Il Teatro degli Orrori all’Extra di Recanati e dei Betoschi a Bergamo con i .cora. Le sensazioni che provo live sono tutto, in quei momenti mi sento vivo, me stesso e al posto giusto. Suonare live la propria musica e comunicarla direttamente ad altre persone è la cosa più bella che c’è.
Progetti futuri?
Il progetto più importante è quello di cercare di fare più date live possibili a sostegno della promozione di De Mon Demon. In questo senso insieme a Riccardo e Matteo stiamo realizzando un live di cui siamo davvero contenti. Per ora abbiamo alcune date già fissate a cui speriamo di aggiungerne presto altre.
---
L'articolo Fuori il demone di ITDJ di Redazione è apparso su Rockit.it il 2022-07-13 12:00:00
COMMENTI