Non prendete appuntamenti per il prossimo 6 luglio. Al Circolo di Magnolia di Milano arriva una serata speciale, uno di quei concerti che veramente non si possono perdere. Questo perché si trovano assieme due artisti che hanno scritto pagine importanti del rock italiano: da una parte Giorgio Canali (accompagnato dai suoi Rossofuoco), chitarrista, cantautore e produttore con una carriera lunghissima, che lo ha visto collaborare con CCCP, Verdena, Tre Allegri Ragazzi Morti e moltissimi altri; dall'altra Edda, ex-frontman dei Ritmo Tribale che, dopo una lunga parentesi lontana dai palchi – di cui ci ha parlato, tra le altre cose, nella puntata di Venticinque a lui dedicata –, è tornato nel 2008 con il suo progetto solista, dalle canzoni laceranti e potentissime, senza più smettere di suonare.
Questa data speciale ha inoltre una sorpresa in più per i nostri utenti Rockit PRO (il nostro servizio dedicato a chi fa musica): se sei abbonato al nostro servizio e vuoi partecipare al concerto, scrivici all'indirizzo pro@rockit.it indicando il tuo nome e il tuo progetto musicale per ottenere un biglietto gratuito per il concerto (fino a esaurimento posti)!
Se ancora dovessi avere qualche dubbio all'esserci giovedì 6, lasciamo la parola a Edda e Giorgio Canali, che abbiamo sentito per raccontarci un po' il loro rapporto e come sarà il loro live.
Quando è la prima volta che hai sentito parlare dell'altro?
Giorgio: Facile rispondere, non potevi ignorare l’esistenza di una band come Ritmo Tribale, rock incrociato con pantaloni al ginocchio e tasconi pieni di testosterone. In Italia si chiamava “crossover”, in Francia dove vivevo all’epoca, “fusion” (con l’accento chiuso sulla o… niente a che vedere con il concetto di “fusion” che qualche lustro prima sottintendeva il termine “jazz” nel nostro Paese). Non li ignoravo, ma non mi interessavano, li ho ascoltati con disattenzione e, forse, con un po’ di snobismo. In fondo stavo vivendo la mia vita al centro del rock’n’roll europeo, con i primi Litfiba, C.C.C.P. prima e con i Noir Désir, F.F.F. e un bel po’ della scena francese dei ’90 poi.
Edda: Correva l'anno… mi sembra fosse l'800 d.C.. Non ricordo bene, ma doveva essere la notte di Natale. Di sicuro era per l'incoronazione di Carlo Magno e c'era anche il Papa. Io ero vestito da paggio, Canali invece un po' meglio però era abbastanza iracondo e aspettava che si aprissero le danze e il bar. A parte questo il momento preciso non lo ricordo, però ho sempre saputo dell'esistenza di Giorgio essendo egli assai famoso.
E la prima volta che hai sentito la sua musica? Che effetto ti ha fatto?
Giorgio: Parliamo della SUA musica da solo. Forse è una storia buffa e vale la pena di essere raccontata. Mi ricordo di un Forum su Rockit, c’erano spesso dei post di un certo PAPA che si accanivano senza senso nello sputtanamento gratuito di Manuel Agnelli (l’invidia fra musicisti è una brutta bestia). Qualcuno mi aveva detto di sapere per certo (poi ho scoperto in seguito che era una cazzata grande come una caserma) che il PAPA era Edda, così quando qualcuno del suo entourage (non ricordo chi) mi passò i demo del suo primo album “solo” chiedendomi se mi sarebbe piaciuto curarne la produzione, risposi che le canzoni mi piacevano un bel po’ ma che volevo sapere se il PAPA era lui, perché, in quel caso, non se ne faceva nulla. Ovvio che nessuno si sia più fatto vivo, il soggetto in questione o Edda stesso avranno pensato: "questo è tutto scemo…". E li capisco.
Edda: A un concerto dei Rosso Fuoco, questo lo ricordo perfettamente Vostro Onore perché G. mi imprestò il suo ampli e fui anche menato dalla mia ragazza per ragioni di famiglia (tanto male mi fece). Lui buono, anche se sulle prime mi faceva paura per il suo aspetto aggressivo, essendo abbastanza di sinistra, io invece sono più un ragazzo diciamo da oratorio. Ma alla fine è sempre stato gentile.
Quando e come vi siete conosciuti?
Giorgio: Credo che ci siamo incrociati in concerto, ci è capitato spesso negli anni di stare sullo stesso palco nella stessa serata, la cosa divertente è che compiamo gli anni lo stesso giorno (lo stesso di Mick Jagger) e, almeno tre volte nel tempo, ci siamo trovati a festeggiare il compleanno nel backstage.
Edda: Durante i concerti dove entrambi suonavamo.
Cosa avete in comune caratterialmente e musicalmente?
Giorgio: Credo che la cosa che ci accomuna di più sia che non ce ne frega un cazzo di andare incontro alle tendenze del momento e di cosa pensa la gente di noi e della nostra musica. Poi c’è il fatto che entrambi riusciamo a sopportare Gianni Maroccolo.
Edda: Poco credo. Lui è magro io no, lui produce e sa suonare io no, io credo in Dio lui no. Però facciamo lo stesso mestiere e nessuno dei due si è vaccinato.
E cosa è proprio diverso?
Giorgio: Io sono bellissimo… ahahahaha.
Edda: Credo di aver già risposto, aggiungo che abbiamo anche un modo molto diverso di cantare. Almeno credo.
Com'è cambiato il vostro lavoro sul live negli anni?
Giorgio: Come sempre poche prove e tanti concerti “work in progress”, non è una novità… i concerti uguali l’uno all’altro sono una noia mortale.
Edda: Io dopo la dipartita di Craxi mi sono affidato ad una band di professionisti "I SEMPLICI". Suonare con loro è come andare in guerra con dei veterani del Vietnam. Ti senti le spalle coperte, l'unica cosa a cui devo fare attenzione è dove mettere i piedi, per il resto fanno tutto loro che Dio gli benedica.
E il vostro modo di stare sul palco? La vostra emotività?
Giorgio: A me sembra di comportarmi sempre allo stesso modo sul palco da sempre… poi, se vogliamo, ora indosso gli occhiali e salto di meno… sono un vecchio di merda con gli acciacchi del caso. Emozioni? Dal vivo vivo, in studio muoio.
Edda: Diciamo che dal punto di vista fisico faccio un po' più schifo di quando ero giovane, però adesso canto molto meglio che in passato e quindi questo mi dà speranza e per adesso rimando il suicidio. Per quanto riguarda l'emotività, sono più tranquillo. Ho la tendenza a scordare i testi, ma per il resto sono quasi affidabile.
Vi sentite degli outsider? E cos'è un outsider?
Giorgio: Non gioco a football, non mi piace nemmeno guardarlo.
Edda: No, però un fallito sì. Un outsider è uno che non conosce le regole del fuori gioco.
Vi sentite dei sopravvissuti di un certo tipo di musica, e di un certo modo di fare musica?
Giorgio: Hey hey, my my, rock’n’roll will never die.
Edda: A me piace fare quello che faccio, poi posso sempre migliorare, anzi diciamo che quello sarebbe l'obiettivo. Se poi la musica che faccio non è di moda non mi preoccupo l'importante è che sia bella.
Cos'è e chi è il rock oggi in Italia?
Giorgio: Il rock è lo stesso dappertutto, ogni giorno qualcuno impara a sparare 3 accordi in un ampli svalvolato e a metterci sopra le parole più intelligenti o più stupide che gli saltano fuori, dal cuore o dal buco del culo. Non c’è oggi, non c’è ieri e, ovvio, non c’è domani.
Edda: I Maneskin, a quanto sembra, e poi ci siamo noi e compagnia bella.
Cosa ti aspetti dall'altro per il live al Magnolia?
Giorgio: Che mi sorprenda, fra l’altro non ho ancora sentito il suo album dell’anno scorso, me lo sentirò dal vivo.
Edda: Oro, incenso e minchia! Te l'ho detto sono un ragazzo che proviene dall'oratorio, il primo imprinting non si scorda MAI!
---
L'articolo Giorgio Canali e Edda: oro, incenso e minchia di Redazione è apparso su Rockit.it il 2023-06-27 10:04:00
COMMENTI