Incontro Federico Cimini (in arte solo Cimini) in un giorno di pioggia a Bologna. Mi dà appuntamento nel suo bar di fiducia, il Caffè dei Musici, luogo di ritrovo con i suoi amici musicisti. Il cantautore, calabrese da parecchi anni nella città, vive lì vicino. È reduce dalla prima data (sold-out) del suo Karaoke Tour all'Arci Bellezza di Milano.
Un'idea folle e, nel suo piccolo, rivoluzionaria e davvero particolare. Che ha portato sul palco (dopo il tour estivo) Pubblicità, l'ultimo disco uscito nell'aprile 2021. Otto tracce che raccontano il film di una vita. Una colonna sonora malinconica, ma sorridente, del nostro quotidiano. In una provincia dalla quale si vuole scappare e in un’Italia piena di contraddizioni, dove a salvarci c'è solo l'amore: una tenera ballad che percorre tutto il disco, pieno di omaggi alla musica italiana e riferimenti al cinema.
Per il tour Cimini ha avuto l'idea matta di sradicare il concetto di karaoke e creare uno spettacolo nuovo, diverso e non ben definito, in cui il pubblico potesse cantare le canzoni del disco insieme all'artista (e le cover), leggendo il testo da uno schermo: "Volevo rompere gli schemi, che è un po’ quello che credo debba fare la musica indipendente", dice. "Ci sono riuscito insieme a Lodo Guenzi, che ha fatto da regia, e a Ziliani, tecnico e cantante durante il concerto-karaoke".
"Inizialmente volevo intitolare il mio secondo disco, Pubblicità, proprio 'karaoke'", racconta Cimini: "Immaginavo di presentarlo nelle Feltrinelli e organizzare lì un grande karaoke, per distruggere quell'olimpo della cultura". Tutto questo pre-pandemia: "Poi, le Feltrinelli hanno chiuso, gli eventi live sono stati sospesi per lungo tempo, il disco è uscito tardi con un altro nome. L'idea del karaoke però mi era rimasta".
"Non amo molto i locali dove fanno karaoke, in realtà. Anche se li considero un buon modo per sfogarsi, in un luogo in cui ognuno può sentirsi una rockstar", spiega Cimini. Mentre Lodo mi cita Paolo Sarpi a Milano come culla del karaoke nella città, ma anche un locale a Bologna o uno a Udine, quando studiava in accademia: "Bei tempi", ricorda. Per Ziliani, invece, il karaoke fa parte di lui: "Potrei citare tantissimi momenti divertenti. A Modena, ad esempio, prima di cantare un brano di Gianni Morandi, proposi a una ragazza conosciuta poco prima di sposarlo. Troppo vino, però ricordo tutto".
L’idea di questa serie di concerti è nata un po’ per caso, dopo una serata alcolica a Bologna: "Ero con Lorenzo Bedini, il manager di Antenna Music Factory (la sua agenzia di booking, ndr.)", racconta Cimini. "Ragionavamo sul futuro. Bedini mi propose di realizzare dei concerti in acustico, eravamo nel periodo duro del Covid e della crisi del settore. Ma i concerti in acustico non li volevo fare, dunque gli risposi che piuttosto avrei fatto un karaoke". Così è nato tutto. Il giorno dopo Cimini non ricordava nulla di quel discorso, "ma purtroppo Bedini sì", sorride il cantautore.
Così è stato: "Abbiamo cercato di capire come poter realizzare questo tour con un messaggio artistico di fondo. Va bene partire dall’idea di cantare su delle basi, ma il mio sogno era quello di cantare al karaoke proprio in maniera becera", continua Cimini: "Ho fatto in modo che i miei sogni diventassero realtà, ho iniziato a scrivere questo spettacolo, ma ho capito che non poteva limitarsi a voce e basi e abbiamo chiesto a Lodo di fare la regia di questo karaoke".
Lodo (voce de Lo Stato Sociale, ma anche drammaturgo e attore teatrale) ha svoltato lo spettacolo, spiega Cimini: "È lui che ha creato intorno al concerto un vero e proprio show". "Fede ci ha tenuto a portarmi dentro allo spettacolo anche fisicamente", si aggancia Guenzi, "per cui ci sono un paio di contributi in cui faccio l'idiota. Momenti che secondo me rendono giustizia a una mitomania molto maggiore rispetto a quella che già ho di mio", scherza.
Ziliani (cantautore, musicista e backliner), invece, passava dal cantare con Cimini all'incentivare il pubblico a fare casino (travestito come fosse un ultras). Poi, tornava a fare il tecnico, a sistemare gli strumenti e l'audio: "È stato assurdo. In un momento ero a cantare sul palco, subito dopo ad accordare la chitarra, a sistemare i suoni o a far partire i video. È stato talmente strano che è come se mi fossi sentito addosso cinque personalità diverse", dice.
Il Karaoke Tour ha dato la possibilità a Ziliani di mettersi in gioco ed esprimere al meglio quello che sa fare: "Mi sono ritrovato a fare il folle e ad essere composto e preciso nel giro di pochi secondi. Saper fare il tecnico mi aiuta nell’esibizione, e viceversa. Mi affascina molto l’idea di unire questi due mondi che sono profondamente interconnessi", ragiona il tecnico-cantante-attore.
Lo spettacolo cui abbiamo assistito a Milano è un concerto e un karaoke in cui si piange, si ride, si balla male e in cui si inveisce, scherzosamente, contro chi è sul palco. Si cantano canzoni nuove e vecchie di Cimini, da La legge di Murphy a Karaoke, da Sabato sera a Domenica mattina, da A14 a Una casa sulla luna. E si cantano le cover, scelte sul momento sia dall’artista sia dal pubblico: da Battiato alle canzoni di Tiziano Ferro o degli 883. Come qualsiasi karaoke degno di questo nome.
A guidare la serata un libretto delle istruzioni, fornito al pubblico prima del concerto con le informazioni necessarie per capire come si svolgerà la serata. Immancabile sul palco, un grande schermo mobile dove leggere i testi per cantare a squarciagola tutte le canzoni possibili. E dove capire anche quando applaudire, limonare o ballare male.
Partecipare a un concerto del Karaoke Tour di Cimini, con Lodo e Ziliani, significa vivere un'esperienza assurda e divertente, che ha in sé qualcosa di magico. Difficile da dimenticare.
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L'articolo Il grande karaoke di Cimini di Enrica Barbieri è apparso su Rockit.it il 2021-11-25 15:00:00
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