Indennità di discontinuità: evitiamo l'ennesimo diritto negato ai lavoratori dello spettacolo

Dopo anni di confronti e "scontri" in estate avevamo festeggiato un provvedimento storico, che dava dignità e tutele a un settore dimenticato. Ma ora il governo si è dimenticato di nuovo del settore nella Legge di Bilancio. A che punto siamo e cosa si può fare ora

Foto di Marzia Benigna
Foto di Marzia Benigna
14/12/2022 - 09:56 Scritto da La Musica Che Gira

Nessun diritto è mai acquisito per sempre: è una massima dolorosa. Ma lottare in anni bui come quelli del covid per vederlo riconosciuto, piangere – letteralmente – perché il Parlamento lo approva e poi vederlo svanire … è un po' come essere in una commedia all’Italiana, una di quelle brutte.

La scorsa settimana, davanti alle più alte cariche istituzionali e in diretta televisiva, si è aperta la stagione del Teatro alla Scala di Milano. L'enfasi non è stata affatto fuori luogo: la prima della Scala è un evento importante, perché la Cultura è importante. Eppure all’interno del disegno di legge di Bilancio mancano completamente i fondi per la Cultura e mancano le coperture per finanziare una misura indispensabile per il settore dello spettacolo e degli eventi, l’indennità di discontinuità già approvata in parlamento il 15 luglio.

Tutto questo dopo che la pandemia ha messo profondamente in crisi l'intero settore, evidenziando la necessità di cambiare molte dinamiche su cui si regge e la totale insufficienza degli strumenti di protezione sociale per chi lavora al suo interno. Si, l’abbiamo detto mille volte. Ma evidentemente chi deve capire non capisce.

Prove prima di un live - foto di Marzia Benigna
Prove prima di un live - foto di Marzia Benigna

L'approvazione dell'indennità di discontinuità è arrivata dopo un iter complicato (che noi abbiamo seguito sin dall'inizio, quaqua alcuni passaggi della nostra "cronaca") e come culmine di un confronto tra la politica, le realtà del settore, professionisti e professioniste che ne fanno parte.

L'indennità è lo strumento fondamentale che riconosce come lavoro quei momenti che da sempre sono indispensabili al lavoro stesso (lo studio, la progettazione, la preparazione).

In altre parole: quando andate a vedere un concerto le persone che vedete attorno a voi verranno pagate per un ammontare di giorni che non corrisponde mai alla realtà. Uno. Due. 5 giorni. Dipende! Davvero pensate – quando sentite tutto San Siro cantare – che siete in sicurezza (nel senso letterale del “non vi casca niente sulla testa”) per il lavoro di quei “pochi giorni” di qualcuno o che il concerto si sente perché in un paio di giorni è stato montato tutto? Davvero pensate che dietro una canzone ci sono dei giorni di studio e registrazione ed eccola lì? Non è così. Esiste una parte di lavoro indispensabile e non riconosciuta e per essere finalmente “esigibile” (anche a livello contributivo), come dovrebbe, dal 2023 la discontinuità (NON l’intermittenza!) deve essere finanziata dal governo con la legge di Bilancio. E invece nessuna copertura. Zero euro alla cultura e zero euro all’indennità di discontinuità.

E che succede ora? È stato depositato un emendamento che stanzia 150 milioni per finanziare il provvedimento. A tutela di un diritto riconosciuto, di un settore e di chi ne fa parte.

Come andrà a finire? Abbiamo chiesto a Matteo Orfini, deputato del Partito Democratico - che sin dall'inizio ha supportato il nostro settore e il nostro lavoro - di spiegarci nella maniera più semplice possibile le parole e i processi che mentre vi scriviamo stanno già condizionando il nostro futuro.

Che cos’è in parole semplici la legge di Bilancio?

È la legge con cui ogni anno si definisce come verranno spese le risorse pubbliche. È forse il provvedimento più "politico" di ogni governo, perché in quel testo si definiscono le priorità della maggioranza: su cosa investire di più, cosa tagliare, cosa aggiungere.

Matteo Orfini all'Off Topic di Torino - foto di Marzia Benigna
Matteo Orfini all'Off Topic di Torino - foto di Marzia Benigna

Che cosa sono gli emendamenti?

Una volta approvata nel Consiglio dei Ministri, la legge di bilancio viene inviata al Parlamento per essere approvata. Prima del voto conclusivo i parlamentari la discutono e modificano attraverso degli emendamenti. Che sono appunto delle proposte di modifiche ai vari articoli da cui è composta la legge.

Qual è l'iter di un emendamento?

Gli emendamenti vengono depositati dai parlamentari nelle varie commissioni. Il lavoro confluisce poi nella Commissione Bilancio che è quella in questo caso "referente", ovvero quella cui assegnato il compito di analizzare, discutere e votare gli emendamenti. Di solito gli emendamenti alla Legge di bilancio sono moltissimi, quindi i gruppi parlamentari si accordano per "segnalarne" solo una parte. Questa significa che solo gli emendamenti ritenuti più significativi vengono in effetti votati (ma non necessariamente approvati).

Qual è l'iter della legge di Bilancio?

Dopo il passaggio nelle commissioni la legge di bilancio arriva in aula dove la discussione ricomincia. Naturalmente il governo può porre la fiducia sulla legge e in quel caso il testo non è più modificabile.

Cosa prevede questa legge per la cultura? E per la musica?

Niente. Nella proposta uscita dal consiglio dei ministri per la cultura e per la musica non c'è sostanzialmente nulla di nuovo. Questo purtroppo avrà effetti molto gravi su alcune riforme che erano state approvate nella scorsa legislatura e che dovevano essere finanziate in questa legge di bilancio.

Dove è finita l'indennità di discontinuità?

È forse il caso più grave delle riforme di cui parlavamo nella domanda precedente: l'indennità di discontinuità è per fortuna legge dello stato, ma per essere davvero erogata alle lavoratrici e ai lavoratori deve appunto essere "coperta" economicamente da uno stanziamento nella legge di bilancio. Quello stanziamento non c'è.

E come si fa adesso?

Si prova a correggere l'errore con la presentazione di un emendamento. Ne ho presentato uno per stanziare le risorse necessarie, ma perché venga approvato c'è bisogno che i partiti di maggioranza e il governo riconoscano l'errore fatto.

Dietro le quinte di un live - foto di Marzia Benigna
Dietro le quinte di un live - foto di Marzia Benigna

Ma cosa è successo all'app 18, il cosiddetto Bonus Cultura? Si è detto tutto e il contrario di tutto...

È stato presentato un emendamento della maggioranza che sostiene il governo che ne prevede la cancellazione e che destina le risorse ad altre finalità. Giorgia Meloni ha detto che la volontà del governo non è quella di cancellare il bonus, ma di modificarlo. Ma l'emendamento per ora non è stato ritirato.

Cosa è successo a tutte quelle riforme di cui tanto abbiamo parlato in pandemia? che fine fa la tua proposta di legge sugli spazi culturali?

La caduta del governo Draghi e lo scioglimento anticipato delle Camere ha impedito di discuterla ed è un peccato perché stavamo per iniziare a farlo. Ovviamente l'ho ripresentato anche in questa legislatura e chiederemo che venga discussa il prima possibile perchè la sofferenza degli spazi culturali resta uno dei principali punti di differenza di questo settore.

Ce la faremo?

Non sarà facile, ma d'altra parte senza lottare è impossibile ottenere risultati importanti. Ce la metteremo tutta, come sempre.

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L'articolo Indennità di discontinuità: evitiamo l'ennesimo diritto negato ai lavoratori dello spettacolo di La Musica Che Gira è apparso su Rockit.it il 2022-12-14 09:56:00

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