Dargen D'Amico spiega come funziona Sanremo

Dargen D'Amico sta lavorando nella giuria di Area Sanremo, ci siamo fatti raccontare come funziona e qual è la qualità media delle proposte

Dargen D'Amico è stato selezionato per far parte della giuria di Area Sanremo
Dargen D'Amico è stato selezionato per far parte della giuria di Area Sanremo

Dargen D'Amico sta lavorando da qualche settimana nella giuria di Area Sanremo, che è il concorso rivolto ai "giovani" fino ai 36 anni che desiderano partecipare al Festival. Gli iscritti frequentano uno stage con alcuni professionisti del mondo della musica, e vengono poi selezionati da una giuria che quest'anno è composta da Ron, Omar Pedrini e Dargen D'Amico. Abbiamo contattato Dargen per farci spiegare come funziona, e ci ha raccontato del meccanismo di selezione, della qualità media delle proposte e delle sue vedute sulla celebre kermesse.  

Cosa hai pensato quando ti hanno chiamato a fare il giudice di Sanremo? Te l'aspettavi?
Assolutamente no, perché solitamente chiamano artisti che hanno avuto a che fare con il Sanremo dei big, quindi che hanno partecipato nelle edizioni passate. In questo caso assieme a me c'è Ron, che mi raccontava di averlo fatto 6 volte (una volta come chitarrista di Lucio), e Omar Pedrini anche ha suonato circa 2-3 volte. Questo per dirti che di solito chiamano artisti che hanno già partecipato a Sanremo per formare la commissione di valutazione di questi giovani. Io dovevo partecipare l'anno scorso con la nostra punta di diamante Andrea Nardinocchi, ma alla fine non ci sono andato. Non mi aspettavo questa chiamata perché non ho nulla a che fare con Sanremo, ma l'ho sempre seguito sin da quando ero in età molto tenera, è un appuntamento fisso nel mio arco solare.

Pensi che ti abbiano chiamato perché si sono accorti che ormai il rap è parte della musica italiana popolare? O perché volevano qualcuno dal mondo indipendente?
Io credo che tra virgolette non è più possibile prescindere dal rap, ma non credo mi abbiano chiamato soltanto per quello. Come dici tu l'idea era quella di avvicinare una persona che avesse ascolti più indipendenti. Non so se è stato un caso o è stata bravura di Paolo Giordano, che è la persona che sceglie la giuria, in realtà ha formato una commissione di valutazione con una sensibilità molto vicina, cioè tutti e tre ci siamo trovati molto bene ed eravamo praticamente sempre in accordo, raramente in disaccordo, quindi è stato anche molto semplice selezionare questi primi quaranta finalisti. Nonostante provenissimo da tre mondi molto diversi con percorsi molto diversi, tre generazioni musicali differenti e di profondità molto diverse (io sono musicalmente più superficiale rispetto a loro e magari sono più attento a certe cose che riguardano il testo) questo laboratorio ha portato a selezionare quaranta persone sulle quali eravamo tutti d'accordo.

In pratica avete selezionato degli artisti debuttanti che hanno caricato i loro pezzi su una piattaforma web?
No, noi abbiamo selezionato 40 tra 400 che hanno partecipato ad AreaSanremo, che è una cosa con una dimensione più scolastica, con dei corsi tenuti da artisti italiani, ed è più un laboratorio, nel senso che loro si presentano e cantano il loro brano, discutiamo del brano assieme e di quelle che potrebbero essere le modifiche da apportare per renderlo più forte, perché la necessità è anche quella di avere dei brani molto forti. In qualche modo in Italia, grazie o per demerito dei talent, ci stiamo dirigendo verso la bella voce senza che ci sia necessariamente anche il brano. Invece a noi servono delle canzoni forti, e per forti non intendo i successi, per forti intendo che siano necessarie, stiano in piedi, che siano canzoni autonome. Invece la tendenza in Italia è quella di valorizzare le grandi voci e poi di assegnargli delle cover, quando è più difficile presentarsi con un brano inedito e farlo conoscere. La cover è più facile, la rimembranza permette un successo più veloce.

Avete tenuto a mente dei parametri particolare per giudicare?
C'erano cinque categorie di voto: la performance, doti tecniche, brano, il testo, la musica...e votavamo come a scuola, dall'uno al dieci, e potevamo ovviamente prendere delle note per ricordarci; visto che ne avevamo ascoltati quattrocento segnavamo quelli che secondo noi erano i tratti caratteristici, le cose importanti da ricordare del brano, e poi il giorno della votazione, quando ci siamo ritrovati noi tre, avevamo la possibilità di ascoltare i cd, è stato un lavoro molto impegnativo.

Quanto tempo ci avete messo?
Ci abbiamo messo una settimana, da lunedì a lunedì, iniziando alle 9 del mattino e finendo alle 10 di sera. Impegnativo ma edificante. Io mi sono trovato di fronte a degli artisti, giovani ma artisti, e ad avere a che fare con degli artisti ti arricchisci.

Il livello medio com'era? C'erano buone proposte o avete fatto fatica a trovare qualcosa di decente?
No devo dire che il livello vocale era molto alto, per quello che riguarda le canzoni c'era un buon livello e una decina di artisti veramente forti. Sarà difficile selezionare i due da mandare sul palco di Sanremo perché il livello generale è molto alto.

Mi spieghi un po' il processo di selezione?
Questi quaranta artisti che abbiamo selezionato si esibiranno a inizio dicembre sul palco del Casinò, il luogo in cui si teneva una volta il festival di Sanremo; li riascolteremo e questa volta ci saranno anche discografici che potrebbero essere interessati a pubblicarli. Tra questi quaranta ne selezioneremo otto, che saranno quelli che verranno sottoposti anche al giudizio della direzione artistica di Sanremo e saranno quindi ascoltati anche da Fazio, Pagani e gli altri....da quegli otto ne verranno selezionati due da mandare in tv, al programma tv, perché non dimentichiamoci che Sanremo è un programma tv. Gli altri invece provengono dalla piattaforma web, ma su quest'altro processo di selezione non sono ferratissimo.

Tu invece hai mai partecipato a un concorso di qualche tipo?
No, mai.

Visto che mi hai detto che hai sempre guardato il festival, che cosa ne pensi in generale della manifestazione? Una delle critiche più frequenti che sento in giro è che il festival forse dovrebbe aderire un po' di più alla realtà musicale italiana, comprendendo anche i gruppi cosiddetti indipendenti che a conti fatti riempiono i locali molto più di quelli usciti dai talent o da chi vince il premio della giuria a Sanremo.
Io sono molto dubbioso sul discorso indie non-indie. Penso che se un gruppo è veramente indie, non dovrebbe neanche sognarsi di partecipare a Sanremo. Poi se vogliamo parlare esclusivamente di musica, io penso che ogni gruppo che abbia esperienza (perché non è un palco semplice) può e deve mirare a partecipare a Sanremo perché è una piattaforma promozionale veramente esplosiva, quindi se uno ha un disco da presentare quello è un metodo molto veloce per la promozione, visto che si fanno dieci interviste alla sera, dieci al mattino, e così via.

Anche se non si vince?
Chiaramente è un programma televisivo, non dobbiamo dimenticarci che è il festival della CANZONE, non dei cantanti. Prima facevamo la distinzione tra indie e non-indie, ma una canzone non è indie o non indie, una canzone è bella o brutta, in base alla sensibilità artistica di ognuno. Quindi io ti ripeto, se devi decidere di partecipare a un programma televisivo ecco, questo lo è. Io non credo che un gruppo indie possa mai decidere di partecipare a un programma televisivo così popolare, poi è capitato che lo facessero ma si tratta di gruppi molto maturi che definire indie è veramente un'etichetta...

I Martasuitubi, gli Afterhours...
Sì esatto, sono gruppi di musica italiana ecco, non saprei se definirli indie, fanno rock, canzone italiana...la canzone italiana è anche quello. Poi se hai la fortuna di riempire i locali più di quelli dei talent, potrebbe essere superfluo partecipare a Sanremo, anche perché se partecipi a Sanremo poi...tu scrivi per Rockit, penso che il pubblico di Rockit possa storcere il naso se il suo artista preferito partecipasse a Sanremo, deve essere una scelta sensata. Se io avessi un pubblico propriamente indie, non mi sognerei mai di partecipare a Sanremo, sarebbe un suicidio...

Io so che parecchi gruppi o cantanti indie ci hanno provato, ma non avendo dietro delle major non sono stati neanche considerati. Quindi anche volendo è molto difficile.
In realtà è così fino a un certo punto. Essendo produttore di Nardinocchi ho vissuto l'esperienza l'anno scorso, e non so se è solo per il festival di Fazio, ma non è più così verosimile il fatto che vengano pilotate le scelte degli artisti. Non so come fosse in passato e so che se ne sono sentite di tutti i colori, però nella realtà dei fatti, l'ho provato sulla mia pelle, ti iscrivi proprio a partecipare a un provino, dopodiché è possibile che l'interesse di una major nel momento in cui vieni preso per Sanremo salga in maniera esponenziale, diventi più appetibile, su questo non c'è dubbio. Però il disco di Nardinocchi è un disco indipendente, promosso e distribuito da una major come la EMI, però ti ripeto era un disco indipendente in realtà. Sai ci vuole anche un pochino di fortuna in tutto, e Nardinocchi per esempio aveva quella di essere un artista nuovo, anche nel modo di proporsi e di fare musica, forse quello è stato un motivo scatenante, oltre al fatto che per me è molto bravo.

Diciamo che è l'unico in Italia che fa quel tipo di cose, almeno fino all'anno scorso. 
Esatto, vedo che hai capito. Però ti ripeto, se io avessi il tipo di pubblico che segue Rockit, soprattutto quelli più appassionati, io non cercherei neanche di partecipare.

In quanto membro della giuria hai ricevuto una fornitura di fiori fino a febbraio?
No, anche perché non so se lo sapete, il mercato dei fiori a Sanremo è in fortissima crisi, l'ho capito chiacchierando, i fiori ormai vengono importati. Però mi sono portato a casa una fornitura di olive taggiasche, quelle sì!

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L'articolo Dargen D'Amico spiega come funziona Sanremo di Nur Al Habash è apparso su Rockit.it il 2013-11-28 14:08:47

Tag: Sanremo

COMMENTI (4)

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  • iocero 11 anni fa Rispondi

    Chi è dargen d'amico?

  • Victor82 11 anni fa Rispondi

    "Disco indipendente" e "promosso e distribuito da una major" non dovrebbero stare nella stessa frase...

  • fulvio82 11 anni fa Rispondi

    Intervista di una noia mortale.. in ogni caso è come tutto un bel business, e ci mancherebbe altro. Poi Sanremo è di una noia mortale, neanche so perchè ne stiamo a parlare..

  • DORIAH 11 anni fa Rispondi

    Molto intelligente e sensato il signor D'amico. Però insomma c'è da dire anche che questo Area Sanremo è un giro di affari allucinante. I giovani artisti speranzosi che partecipano a questa cosa pagano una grossa quota d'iscrizione, ora non ricordo, ma era una cosa tipo 400 euro a capoccia, viaggio e hotel a loro spese, e spesso devono andare e venire da Sanremo più e più volte, insomma non una cosa per tutti. Detto ciò l'anno scorso arrivò da queste selezioni Rubino, uno che molto verosimilmente già prima di partecipare a questo grosso baraccone di concorso aveva già firmato per la Warner. E i giovanni artisti indipendenti? Quelli che vanno lì con un'autoproduzione e si dissanguano per i loro 3 minuti e mezzo di speranza?