Jamila Kasraoui, o più semplicemente Jamila, ha appena 19 anni. Abita a Scandicci, in provincia di Firenze, da quando è nata, comincia a sei anni a suonare la batteria, poi la chitarra, e a dodici comincia a scrivere i primi testi. Spesso viene dalle parti di Pistoia, in una casa in montagna a 850 metri, immersa in una natura bellissima: "Effettivamente io sono nata qui perchè è in questa casa che si sono rotte le acque", racconta: "Queste montagne e questa natura hanno inevitabilmente influenzato la mia vita, il mio modo di crescere e di essere, e di fare musica: sono una persona molto libera, senza vincoli. Negli ultimi mesi, da quando la mia musica ha cominciato ad uscire allo scoperto, ho avuto paura di responsabilizzarmi troppo", confessa Jamila, anche se non è vero, perché in realtà è vigile e attenta.
È pronta, dice, ma soprattutto non è sola: "Per fortuna sono sempre stata accompagnata da qualcuno, altrimenti la mia musica sarebbe stata molto più triste di quanto già non lo sia" – ride – "Ci sono stati dei percorsi travagliati nella mia famiglia, ma la musica non me l’hanno mai negata. Poi, ci sono i ragazzi di Ferramenta Dischi, la label con cui ho comincaito a lavorare, che sono sempre disponibili e mi spiegano qualsiasi cosa. Quindi, non mi sento davvero sola, è solo un timore di me".
C’è da pensare all’album in arrivo, alle foto, le copertine, al tour, a tutto: "Non vedo l’ora", afferma entusiasta la giovane cantautrice. Eppure, la sensazione di essere entrata, piccolissima, in un mondo gigante. Con tutte le insicurezze e i timori che si possono immaginare quando capita tutto all’improvviso, senza avere il tempo di prepararsi all’idea di dover fare qualcosa che hai sempre desiderato, ma che non avresti mai pensato potesse davvero avverarsi: a giugno il singolo d’esordio La dottrina delle piccole cose, poi l'etichetta e l’apertura a Brunori. Infine, a breve l’album, interamente prodotto da Zibba.
Il percorso musicale di Jamila parte ufficialmente nel 2018, quando pubblica il suo primo EP, Ego, registrato in maniera totalmente autonoma, con GarageBand sull’iPhone e un paio di cuffie: "Facevo alternanza scuola/lavoro per un’associazione culturale, il Movimento Hyronista, e tramite Sofos, una scuola che aiuta ad organizzare eventi, ho avuto il compito di produrre un album che avrebbe aiutato l’associazione a portare avanti un suo progetto, FilosoFonia", spiega la giovane cantautrice toscana. "Devo a questa esperienza la forza di essermi buttata a produrre il primo album, che non è online perché è uscito fuori prima dell’incontro con Ferramenta Dischi", dice Jamila, e continua: "Ora dobbiamo solo prendere quei pezzi e renderli disponibili online".
I concerti dopo La dottrina delle piccole cose, una canzone d’amore dalla tenerezza infinita dedicata alla sua ex compagna, sono apparsi a caso: "Il 15 luglio di punto in bianco i ragazzi di Ferramenta Dischi mi hanno detto: 'forse il 29 apri a Brunori Sas'. Lui è il mio cantautore preferito in vita, quindi puoi immaginare. Quando ho scoperto che ci sarebbero state mille persone e che avremmo suonato sulla vetta di un monte, non ci ho capito più niente", dice Jamila, che aveva fatto le sue esperienze sul palco, ma in piccoli contesti: "Due anni fa feci un concerto da sola sopra Firenze, a Grassina. Un palco piccolo. Poi, ho suonato con quello che sarà il mio gruppo – che spero mi accompagnerà nell’eventuale tournée –, una ragazza e un ragazzo con cui ho suonato in giro varie volte.
Ma cosa sono queste piccole cose? "Dipende, La dottrina delle piccole cose è una filosofia di vita. La storia che racconto è molto particolare, perché è legata e dedicata alla mia ex compagna, che mi è ancora vicina nella vita", racconta Jamila. La dottrina è una filosofia di vita che è nata con lei: "Ci siamo trovate e abbiamo visto che entrambe ci innamoravamo delle piccole cose, che altro non sono che i sorrisi, le carezze, gli scherzi, le sviste, e così via: è la normalità dell’amore. Al di là del contesto amoroso, le piccole cose sono andare a prender e un caffè in un posto carino, andare a leggere un libro nel bosco, guardarsi un film e ridere, o aspettare un tramonto con gli amici", dice la diciannovenne.
"Spero che tutti siano capaci di trovare quelle piccole cose che sono la base per stare bene", continua Jamila: "Non che senza si stia necessariamente male, ma se si trovano quelle piccole cose su cui appoggiare l’animo e farlo crescere e vivere, forse, si sta più tranquilli. E vivi anche con più coscienza di quello che hai intorno".
Le grandi cose, invece? "Sono i lutti, come gli amori, sono la famiglia. Di per sé, anche La dottrina delle piccole cose è una grande cosa, che comprende tante piccole cose: le grandi cose sono tutto e le piccole cose sono ovunque, mettiamola così", risponde Jamila, che di strada ne deve fare, ma sembra avere carattere e le idee chiare: "Sono abbastanza egocentrica, non a caso ho scritto un album come Ego, incentrato su me stessa. Ma l’egocentrismo è quasi una prerogativa dell’anima di un artista, che il più delle volte scrive di sé stesso ed è al centro del suo mondo. Questo aspetto del mio essere, a volte mi porta a non accorgermi delle altre persone, ma poi me ne rendo conto e mi ritraggo", dice la cantautrice, e continua: "Inoltre, mi stimola ad avere molta introspezione di me stessa e a parlare in maniera aperta e, a volte, anche brutale di quello che sento e vivo".
Jamila allora si descrive: "egocentrica, empatica, sensibile". Riesce a sentire molto nelle altre persone, a prescindere dai sentimenti che provano e dalle situazioni che vivono: "Riesco spesso a immedesimarmi negli altri e questo mi aiuta a scrivere le storie. Ho scritto varie canzoni – che usciranno con il nuovo album – che sono storie ispirate a parti di me, ma anche a parti degli altri". Si definisce estremamente sensibile, sotto ogni punto di vista, e questo da una parte le permette di trovare l’ispirazione per scrivere, dall’altra, però, la porta a soffrire spesso: "Più per me che per gli altri", specifica.
Tuttavia, l’estrema sensibilità si trasforma in pregio nell’arte, perché grazie a questa, Jamila riesce a percepire se un accordo è abbastanza potente o meno e a lavorare sull’intensità di una base o di un testo. Ma anche sulla leggerezza, come ne La dottrina delle piccole cose: un brano delicato e sincero, che estrapola dall’animo espansivo di una giovanissima che ha imparato ad amare, sentimenti e paure che non sempre fanno male.
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L'articolo Jamila ha paura del mondo della musica di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2020-09-17 14:30:00
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