Marco Mangundayao – in arte Kouya – è un musicista e produttore milanese di origini filippine. Ha esordito nel 2021 quando aveva 23 anni. Due anni e nove singoli dopo, Kouya ha perfezionato il suo alt pop, miscelandolo con soul e un pizzico di elettronica. Ad agosto è uscito Sirene, il nuovo singolo che fonde cori orchestrali a influenze jazz. Non prova nemmeno a resistere al canto delle creature e si lascia trasportare in una tempesta che ci dondola e ribalta come la tempesta perfetta. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare come si sopravvive in un mare di riverberi, in mezzo alle sirene, tirandone fuori una canzone.
Quando hai cominciato a fare musica?
La musica mi ha sempre accompagnato fin da quando ero bambino, grazie alla passione per il canto di mio padre. In prima media ho iniziato a suonare la chitarra classica e da lì è partito tutto. Ho sempre intrapreso percorsi in ambito artistico musicale fino alla laurea in Pro Audio Engineer al CPM di Milano.
Con chi collabori?
Le prime persone con cui mi confronto e collaboro sono i ragazzi della mia band (Lorenzo, Gabriele e Alberto). I brani li scrivo e compongo io, ma quando devo portarli dal vivo amo dare spazio a nuove idee proposte anche da loro. Alcune canzoni, come Sirene, li ho co-prodotti con Lorenzo, che suona chitarra e synth nella band.
Come definiresti la tua musica?
Direi alt pop. Quando lo chiedo alle persone hanno tutti una visione diversa del genere che faccio. Penso sia dovuto alle tante influenze e ai diversi generi che ho ascoltato negli anni.
Chi sono i tuoi artisti di riferimento?
Il mio artista preferito in assoluto è Prince. Poi vado a periodi, il genere che mi ha influenzato maggiormente è sicuramente l’alternative rock. Giusto per citare alcuni artisti o band tra i miei preferiti: The Strokes, Venerus, Tame Impala, Andrea Laszo De Simone, The Beatles, Gotye, John Mayer, Alabama Shakes, M83, Arctic Monkeys, Verdena e molti altri.
Com'è nata Sirene?
Questa canzone rappresenta un po’ il mio modo di concepire la musica. È nata così: sono andato in studio da Lorenzo per fare due chiacchiere e ascoltare un po’ di musica. Abbiamo preso in mano gli strumenti, senza aspettative, ci siamo fatti trasportare e siamo finiti in un altro universo. Abbiamo impiegato circa un mese per completarla. È un brano che amo suonare dal vivo e si rifà alla leggenda delle sirene. Il narratore viene incantato dalle melodie delle creature. Racconta il perdersi nell’oceano impervio dell’amore, dal quale ci si lascia sommergere al punto di non essere più in grado di comprendere cosa accade al di fuori del proprio sentire.
Qual'è il live che ti è rimasto più impresso?
Qualche mese fa ho partecipato con la mia band a un contest nazionale. Ricordo che dopo l’esibizione sono andato nel backstage a prendere qualcosa e incontrai altri partecipanti, mi fecero tutti i complimenti e un gruppo nello specifico mi disse: “Guarda, avremmo barattato volentieri questo contest per un vostro intero concerto”. Ero pieno di gratitudine e soddisfazione a sentire quelle parole, soprattutto dette da colleghi con i quali ero in competizione in quel momento, non è per nulla scontato.
Progetti futuri?
Suonare il più possibile e pubblicare canzoni, ne ho un po’ nel cassetto da tirare fuori. Poi chissà, magari un album.
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L'articolo Il naufragar m'è dolce in questo Kouya di Redazione è apparso su Rockit.it il 2023-09-15 11:33:00
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