I Lapsus sono una band del Chianti Fiorentino. Si conoscono nel 2015, quando Riccardo Boldrini (voce), Cosimo Valenti (batteria), Andrea Bomberini (tastiere) e Niccolò Nesi (chitarra) camminano sulla costa settentrionale della Spagna in direzione Santiago. Tornati in Toscana iniziano a suonare insieme, accompagnati dalla passione per gli AC/DC e per il pop rock. Solo nel 2020 iniziano a pubblicare singoli e un album, Meteoropatia. Il loro nuovo brano – uscito questo mese – si chiama Documentario, un mix tra pop rock e rock classico che segna un momento di transizione nel loro percorso artistico e non. Gli abbiamo chiesto di raccontarcelo.
Come vi siete formati a livello artistico?
Artisticamente siamo cresciuti grazie alle scuole di musica, ma allo stesso tempo indottrinati nel segno del rock che conquistava i nostri genitori negli anni Ottanta e Novanta. Sin dagli inizi il filo conduttore è stato quello di replicare le gesta eroiche di gruppi iconici come AC/DC, ma a un certo punto abbiamo capito che avevamo qualcosa di nostro da dire.
Quando avete iniziato a suonare insieme?
Ci siamo conosciuti nel 2015 lungo il cammino caldo e polveroso di Santiago De Compostela. Tornati da quel percorso, che ci ha segnato sia livello fisico che mentale, abbiamo deciso di intraprendere quello musicale.
A che genere musicale vi ispirate?
Da sempre siamo alla ricerca di un sound che fonda il pop rock dei primi anni ‘00 con le sonorità elettroniche dell’ultima scena musicale italiana. Batterie al servizio del brano, tappeti di synth accattivanti, chitarre che creano un muro di suono e voci taglienti sempre protagoniste. Abbiamo voglia di rimanere in testa alle persone!
E cosa ascoltate di solito?
Gli AC/DC li abbiamo già nominati, ma crescendo ci siamo appassionati all’alt rock come quello dei Biffy Clyro, Kings of Leon, TwentyOnePilots tenendo sempre presente la scena internazionale pop come quella degli Imagine Dragons. Siamo anche ferventi sostenitori della nuova scena musicale toscana con Emma Nolde, Bnkr44 e i Loren.
Com è nato Documentario?
Dopo l’uscita nel 2020 del nostro primo album Meteoropatia abbiamo attraversato un periodo di transizione, sia a livello musicale che a livello umano, visto che eravamo tutti e quattro laureandi. Da qui è nata l’esigenza di raccontare nuove esperienze che hanno portato alla nascita di Documentario. La canzone parla proprio del desiderio di realizzare un sogno, passando attraverso la costante invidia verso una vita da “copertina”.
Qual'è il live che vi è rimasto più impresso?
Dal 2019 abbiamo suonato un po’ in tutta Italia, da Sanremo passando per l’Alcatraz fino ad arrivare a Polignano a Mare. Sicuramente l’esperienza più gratificante è stata quella di aprire il concerto di Giancane a casa nostra. Ci siamo scambiati opinioni, magliette e aneddoti, con un’ artista straordinario che sin da quel momento stava dando tanto alla scena musicale italiana.
Avete già in mente altri progetti?
Documentario è la chiave per la porta di un’ estate ricca di concerti per noi, ma è soprattutto il primo tassello per una serie di singoli in uscita che andranno a formare il nostro secondo album. Come diciamo nel testo della canzone "vogliamo saltare in alto!".
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L'articolo Lapsus Youngiano di Redazione è apparso su Rockit.it il 2023-06-30 17:28:00
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