Milano, una giornata caldissima e il backstage di uno shooting; qualche tempo fa è lì che incontriamo Levante, reduce da due anni in cui oltre a Nel Caos di Stanze Stupefacenti c'è stato anche il tavolo dei guidici di X Factor; Magmamemoria è il titolo del nuovo disco che è uscito il 4 Ottobre, a ricordare ancora una volta le sue radici, cantate insieme anche ad uno dei suoi miti musicali, Carmen Consoli nel brano Lo Stretto Necessario. Le abbiamo chiesto di tutto quello che è successo in questi ultimi anni, di ciò che sarebbe potuto andare meglio, della televisione, dell'importanza di tornare a parlare di politica nel 2020 e una cosa è certa, Levante non vorrebbe mai scendere da un palco.
Sei da poco diventata ambassador di Diadora ed è fuori dubbio che tu abbia un rapporto con il mondo della moda piuttosto stretto.
Il mondo della moda è tra i miei preferiti da sempre; cresco in una famiglia di musicisti e sarte quindi figurati. Diadora mi ha cercata e sono stata da subito felice che lo abbia fatto. Io ho giocato con Diadora negli otto anni di pallavolo agonistico quando ero ragazza ed è anche un marchio che mi somiglia molto: è vintage e nostalgico come me, ha questa griffe che fa pensare agli anni ’80 ed è stato uno dei primi marchi che ha messo il proprio logo su uno sportivo. Rispetto all’ultimo disco che ho pubblicato c’è in questo caso un grande collegamento tra Magmamemoria e Diadora per questo passato che torna nel presente e che quindi non è mai passato, ma è quasi futuro, è uno slancio verso il domani, che è poi quello che ha fatto Diadora con i suoi capi, mi somiglia molto.
Suit ALYSI; sneakers DIADORA HERITAGE; jewelry LEVANTE OWN PIECE
FOTOGRAFO: Giulio Rustichelli/STYLIST:Davide Pizzotti/HAIR:Grazia Cassanelli/MUA:Chantal Ciaffardini
Magmamemoria è il nuovo disco che esce ad Ottobre, quindi si apre un nuovo capitolo quest'anno: quello che si nota, anche dai tuoi album precedenti, è che i dischi sembrano arrivare una volta metabolizzato un certo periodo della tua vita, come un sorta di terapia che fai su te stessa che alla fine ti porta a scrivere delle canzoni nuove.
Ognuno ha il proprio modo di fare musica: io ho iniziato perché avevo davvero bisogno di una psicanalista e silenziosamente l’ho trovata da piccolina nella musica. Ovviamente è rimasta così, nonostante poi nel corso degli anni sia diventata una professione, però la musica continua ad essere il mio unico vero sfogo e anche nei momenti più bui e più tristi c’è sempre stata la musica. Magma Memoria è sicuramente un disco più compiuto rispetto agli altri, più consapevole quasi in maniera naturale, ormai sono passati sei anni da Alfonso e io son cresciuta, ho delle certezze e delle incertezze allo stesso tempo, sono riuscita a definire quelle che sono le mie sicurezze ma anche quelle che non lo sono. In questo disco ho compreso quello che sono oggi e cosa voglio essere domani e sopratutto cosa non voglio assolutamente essere, in particolare modo con i sentimenti, anche perché è quello che poi vado veramente a sviscerare, quelli da cui si impara di più. La musica può essere anche un esercizio di stile, a me non interessa, i sentimenti rimangono la cosa più bella: quando salgo sul palco la mia vittoria non è “senti che bella voce” ma “guarda che pelle d’oca” preferisco trasmettere un’emozione che sentirmi dire che sono brava.
Il tuo modo di scrivere è sicuramente lo strumento chiave per far arrivare questo messaggio.
La scrittura per me è una necessità, non mi metto mai lì e dico “ora devo tirare fuori qualcosa”, no! Arriva un momento in cui sento veramente il bisogno di scrivere, è una cosa strana, come quando prendi qualcosa perché sai che ti sta per arrivare la febbre, ecco è uguale! Solo che io dico “sento che sto per scrivere un altro disco”. Adesso per esempio mi sta capitando per il nuovo libro, ho scritto tre frasi però sento che ne verrà fuori un romanzo. E’ qualcosa che ti cresce dentro e poi alla fine diventa qualcosa di concreto, come un figlio. Accumulo storie, pezzi di vita, accadimenti e poi alla fine arriva un momento in cui devo raccontarle.
In Andrà Tutto Bene, uno dei due nuovi singoli usciti quest'anno, mi hai dato l'impressione di avere una consapevolezza più forte da un punto di vista sociale, un brano quasi politico. La musica italiana di oggi difficilmente si espone riguardo certi argomenti.
Io credo che sia un dovere oggi dire che certe cose non vanno bene per niente. Il cantautorato impegnato non esiste quasi più è vero, e anche quello che è nato inizialmente come cantautorato italiano si è perso negli anni; molto colleghi ti dicono “Io devo mangiare” e probabilmente perseguire questa strada dell’impegno non facilita le cose, lo capisco però ci sono tanti modi per poter mandare un messaggio. Con Andrà Tutto Bene o Non me ne Frega Niente l’ho dimostrato che puoi arrivare a molti raccontando delle cose importanti. Quando abbiamo deciso che questo sarebbe stato il primo singolo io sapevo che non stavo strizzando l’occhio a nessuno e sapevo inoltre che quello non era il singolo più forte del disco (che invece arriverà ad ottobre), però sentivo il bisogno da cittadino ed essere umano di dire quello cose lì, era importante per me al di là delle vendite, delle classifiche e degli applausi. Tra l’altro rischiando di perdere consenso, però non è un pensiero politicizzato è proprio una questione umana, rimaniamo coscienti e consapevoli rispetto a quello che ci sta succedendo intorno. Non è stato difficile scrivere Andrà tutto Bene, perché alla fine ho preso notizie prese dal giornale di quello che stiamo vivendo, mettendole una dietro l’altra e aggiungendoci la mia visione di speranza “Tienimi stretta in un abbraccio, non ho paura se ci andiamo insieme, del domani mi ripeti che andrà tutto bene”. Questa attenzione rivolta al sociale in realtà parte già da Nel Caos di Stanze Stupefacenti con Non Me Ne Frega Niente: i fatti del Bataclan mi avevano colpito tantissimo in quell’anno e mi avevano spaventata, lì ho deciso che come mi potevo esprimere sulla mia vita privata era giusto parlare ai ragazzi anche di tematiche attuali. Magari non tutti hanno ben chiare le idee su alcuni argomenti, magari non vivono neanche il contesto giusto per capire bene certe cose che succedono nel mondo, non viviamo tutti a Milano rappresentati da una figura come Beppe Sala, che ci illumina e ci guida, è bene secondo me esporsi, magari è più faticoso però se sei un vero artista lo fai.
Track suit DIADORA SPORTSWEAR; sandals POLLINI; jewelry LEVANTE OWN PIECE
FOTOGRAFO: Giulio Rustichelli/STYLIST:Davide Pizzotti/ HAIR:Grazia Cassanelli/ MUA:Chantal Ciaffardini
Ti avrei chiesto con quale artista femminile ti piacerebbe collaborare ma visto e considerato il brano con Carmen Consoli direi che hai già esaudito un tuo grande desiderio artistico.
Da pelle d’oca. Quando mi è arrivato il brano e mi hanno detto “Claudia ecco qui il provino con Carmen” io stavo andando in studio, mi sono seduta, mi sono messa le cuffie e ho pianto per mezz’ora buona. Al di là del fatto che Carmen sia bravissima ed emozionante, io lei la ascoltavo da piccola, la cantavo da piccola, avevo 12 anni quando la ascoltavo, per tutti noi era la catanese che ce l’aveva fatta, nel senso che era indiscutibilmente l’unica e per me continua ad esserlo. Quel messaggio lì, in quel modo lì, lo riusciva a fare solo lei con la chitarra. Oggi sapere che c’è stima reciproca e che fa il tifo per me è qualcosa di incredibile, un incontro magico per me. C’è stato un momento in cui mi dissero che io non avevo motivo di esistere come artista perché tanto c’era la Consoli, ed è quello che si fa sempre nelle musica con le femmine, metterle in competizione senza alcun motivo; è vero siamo figlie della stessa terra, delle Sicilia, possiamo risultare anche simili in certe cose ma ognuna di noi ha la propria storia da raccontare. Questa canzone qua è bella non solo perché parla della Sicilia ma perché mostra quelle differenze per le quali io mi sono battuta, che allo stesso tempo ci legano. E poi è un pezzo che sta piacendo dentro questa guerra di reggaeton, quindi non potrei essere più felice.
Nonostante tu abbia fatto X Factor come giudice, credo non ti sia rimasto molto di televisivo addosso ne sei uscita in maniera piuttosto “pulita”; per qualcuno che fa esclusivamente musica la grande macchina televisiva non deve essere un campo facile dove sopravvivere.
Sì è vero hai ragione, dipende sempre da come si affronta un percorso. Anche Manuel per esempio è rimasto molto saldo nel suo percorso, io rischiavo di più in quanto molto più giovane e con una carriera molto più breve, sapevo però che avrei affrontato quell’esperienza con il mio carattere e con la mia visione, tra l’altro facendo anche grandi figure di merda: mi sono resa conto di aver portato tantissima ingenuità su quel palco, ma sempre con grande dignità. Di fare la furba non mi interessava, io non avevo copione, non leggevo niente, non studiavo risposte da dare, tutto quello che dovevo fare o dovevo dire mi passava per la testa nel momento in cui lo stavo facendo. Sicuramente è stata un’esperienza pazzesca, è una grande lavatrice da cui in realtà impari tanto, la differenza tra le audizioni e la diretta è qualcosa di assurdo; i giudici al banco con me erano dei personaggi davvero forti e anche molto più navigati. Una grande scuola davvero ma ora come ora l’unico posto su cui voglio stare sono i palchi, è da poco iniziato il tour e non vedo l’ora di continuare, sono già triste all’idea che avrà una fine. Potessi ci starei tutti i giorni su un palco.
C'è qualche nuovo artista che ti ha colpito particolarmente?
Negli ultimi anni me la sono sempre cantata e suonata in camera mia, quindi in realtà non mi sono mai guardata troppo attorno, ho perso un po’ l’attenzione rispetto a quello che stava succedendo. C’è un ragazzo però che si chiama Fadi che ha una voce pazzesca, deve crescere ancora dal punto di vista della scrittura ma ha una voce incredibile, e secondo me può fare delle bellissime cose. Ci sono molte giovani donne che secondo me si meritano tanto spazio, come Joan Thiele che deve assolutamente percorrere la sua strada. Una volta ero a New York, a Brooklyn su questo rooftop e parte una playlist pazzesca, prendo Shazam e lì ho scoperto il mio gruppo musicale della vita, gli Sleep Party People, sono danesi, relax totale. Ci siamo pure scritti con il tipo, spero di incontrarli prima o poi quando verranno in Italia.
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L'articolo Sono successe molte cose dall'ultimo disco di Levante di Chiara Lauretani è apparso su Rockit.it il 2019-08-29 12:07:00
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