Sonorità dark wave, incontrano testi intimi e viscerali: MANIFESTO è l'album d'esordio di The Light Drown, pubblicato per GARBO Dischi. Sono 8 tracce, prodotte da Divi dei Ministri, che esplorano in profondità emozioni oscure e legami umani complessi.
The Light Drown è un progetto nato a Roma nel 2022.
L’idea iniziale di fondare il gruppo nasce da Giulio Brancazi (batterista) e Stefano Barba (cantante e chitarrista). Nel 2023, decidono di concretizzare il progetto e coinvolgono Yevgeniy Ignatov-Zacky (chitarrista). Si sono fatti conoscere live, esibendosi nei principali locali di Roma, tra cui l’Alcazar, il Wishlist Club e il Traffic Club. Ora il disco, che ci raccontano così.
Il vostro nome è una crasi tra There Is a Light That Never Goes Out dei The Smiths e Drown dei Citizen. Perche? cosa rappresentano questi brani per voi?
Il nostro progetto ha una forte impronta cantautorale per quanto riguarda i testi, motivo per cui abbiamo scelto un riferimento agli Smiths. Allo stesso tempo, Drown dei Citizen richiama la nostra inclinazione verso il rock, un genere in cui tutti e tre i componenti della band si rispecchiano. Questi brani riflettono le tematiche che affrontiamo nelle nostre canzoni: la romanticizzazione del dolore e una dimensione più introspettiva della sofferenza
Quando avete inziato a suonare, uno per uno e assieme?
Io (Giulio) ho iniziato a suonare la batteria nel 2003, all'età di 7 anni. Stefano ha cominciato a cantare a 8 anni, mentre ha iniziato a suonare la chitarra a 13. Zacky, invece, ha imbracciato la chitarra per la prima volta nel 2010, a 17 anni. Io (Giulio) e Stefano ci conosciamo da tutta la vita. Abbiamo deciso di concretizzare questo progetto con l'intento di portare qualcosa di nuovo e originale che parlasse di ciò che ci stava accadendo in quel periodo di vita. Sempre nello stesso anno definiamo la formazione con l'entrata di Zacky, con il quale già c'era una forte amicizia.
Fare (e pure ascoltare) questa musica per gente della vostra generazione, in questi anni è stato considerato "strano"?
Durante questi anni siamo cresciuti ascoltando quel filone di generi che, nella società, ti portano ad essere considerato 'strano', quando in realtà si cerca semplicemente un modo di essere e sentirsi a proprio agio, qualcosa che permette di esprimerti per come sei. È proprio questo che la musica rappresenta per noi, ed è anche ciò che noi cerchiamo di trasmettere con le nostre canzoni.
Esiste una scena emo e dintorni oggi? A chi vi ispirate?
Sicuramente esiste una scena emo a Roma, anche se è caratterizzata da una fusione di più generi. Per noi, "emo" è semplicemente una definizione che rappresenta le sonorità e gli ascolti in cui ci rispecchiamo. L’emo dei primi anni 2000 è il genere che ci accomuna maggiormente. Tra le tante band a cui ci ispiriamo, quella che ci sentiamo di citare sono i My Chemical Romance.
Che città è Roma per una band oggi?
Roma, per una band oggi, offre sicuramente diverse occasioni per suonare dal vivo. Proprio l'altro giorno parlavamo di come la scena romana, almeno dal punto di vista del pubblico, sia piuttosto unita. Quindi, se si è validi, si può trovare la propria dimensione.
Perche avete contattato Divi?
Stefano è un grande fan dei Ministri, e un giorno, mentre eravamo in saletta, ci ha proposto questa idea. È stata un po’ una scommessa: abbiamo scritto a Divi e gli abbiamo parlato del nostro progetto. Beh, mai scelta fu più giusta. In lui abbiamo trovato non solo un ottimo produttore, ma anche un amico.
Che messaggio ha questo disco e quali sonorità cercavate?
Il disco vuole mettere nero su bianco quanto possa essere dura una relazione tossica, affrontandone tutte le fasi. Confrontandoci con Divi, le sonorità dark ci sono sembrate la scelta migliore per raccontare questo tema, accompagnate da ritornelli più aperti e "emo", caratterizzati da quel tipico sound di chitarre.
Si parla molto di dolore. Perché?
Non esiste al mondo una persona che non provi o abbia provato dolore nella vita. È un sentimento che attraversiamo, volenti o nolenti, una sensazione difficile da affrontare. Nessuno vorrebbe mai vivere momenti di dolore, che siano legati a una relazione, a un lutto o ad altro. Noi stessi, in primis, ci siamo ritrovati per tantissimo tempo ad affrontarlo, a volte a testa alta, a volte stringendo i denti, altre volte pensando che fosse impossibile superarlo. Si parla di dolore quando non si ha una visione di futuro, quando ciò che credevamo reale, in realtà, non lo è. Il dolore ha tante forme. Nel momento in cui, noi come persone, non abbiamo una garanzia, una sicurezza, una speranza (che sia lavorativa, in una relazione o nella vita in generale), iniziamo a soffrire.
Cosa vi dà suonare live?
Il live è la nostra arma migliore per affermarci, per dimostrare al pubblico che ci segue e viene ad ascoltarci cosa siamo in grado di comunicare. Il live è quella dimensione dove band, musica, parole e pubblico si fondono in un unico essere. Speriamo di fare live sempre più coinvolgenti ed emozionanti
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L'articolo The Light Drown: "A Roma c'è una bella scena emo: con la musica esprimiamo quel che siamo" di Redazione è apparso su Rockit.it il 2025-03-27 15:51:00
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