Shaku Shaku è una danza nigeriana di strada. Negli ultimi tempi è diventata abbastanza famosa, ripresa da ragazzi, ragazze, artisti e influencer e fatta rimbalzare sul web. Ora è anche il titolo di una canzone di Lina Simons, che abbiamo visto e parecchio apprezzato all'ultimo MI AMI, dove è stata protagonista di un act incendiario.
Il suo vero nome è Pasqualina De Simone e, oltre che potente con le rime e sul palco (nonostante fosse la primissima volta in un simile contesto), è di una simpatia travolgente, come in passato ha dimostrato anche con i suoi vlog e l'attività social in cui ironizza sugli stereotipi sugli afroitaliani.
Lina è nata in Campania nel 1998 da madre nigeriana e padre italiano, vive da quattro anni a Londra dove fa musica e studia imprenditoria e business della musica. Nel 2021 ha firmato con MINE Music Label, per cui ha fatto uscire In The Block e poi Nuda, prodotto da Gransta MSV. Nei suoi pezzi unisce italiano, napoletano, inglese e lingue del mondo, una caratteristica che ha voluto confermare in Shaku Shaku, brano festoso e cosmopolita.
Qua sotto una chiacchierata con Lina sull'asse Milano-Londra, mentre quello che c'è qua sopra è un vlog che Lina ha girato sul suo viaggio per arrivare a MI AMI Festival, dove pare proprio essersi divertita parecchio (e noi con lei...).
Come nasce Shaku Shaku? Perché celebrare questa danza?
Shaku Shaku nasce dalla mia voglia di voler fare un brano “leggero”. Un brano che semplicemente ti faccia entrare in una "good vibe" mentre ti bevi un cocktail e ti diverti. Non posso negare che l’ispirazione mi è stata data dall* mi* compagn*! Ho voluto celebrare questa danza in particolare perché fa parte della mia cultura, quella nigeriana e volevo portarne un pezzo anche qui in Italia. Tra l’altro, Shaku shaku, intesa come danza, è l’unica che ho imparato con facilità perché le altre sono impossibili!
Sarà la tua hit?
In realtà non lo so. Non so se sarà la mia hit oppure no... Preferirei non pensare che lo sia per scaramanzia! Comunque vedremo come si mettono le cose, magari chiedetemelo tra un mese. Shaku Shaku aggiunge alla mia discografia un pezzo che mi rappresenta, racconta un pezzo della mia cultura ma in maniera leggera. Quello che definirei una ‘BOP’, ovvero una figata!
Come lavori tra Londra e l'Italia?
Registro le voci dei demo qui a Londra, spesso anche note vocali che invio a Gransta a Milano e lavoriamo confrontandoci in remoto sulle produzioni, poi faccio le registrazioni finali in studio a Milano e infine si passa a mix e mastering, lì accadono tutte le "magie". Quando devo girare un video oppure ho qualche live, semplicemente prendo qualche giorno dal lavoro e scendo in Italia. Lo faccio con molto piacere, perché è quello che voglio fare quindi non è per nulla un peso.
Cosa dobbiamo per forza ascoltare di ciò che propone il continente africano oggi?
Decisamente il genere amapiano! L’amapiano è un genere di musica nato in South Africa ed è già nel mainstream soprattutto qui in UK.
Vi consiglio di ascoltare Monalisa di Lojay e Sarz.
Raccontaci il tuo MI AMI.
Avevo sentito parlare del MI AMI e quindi sapevo che sarebbe stato un bel deal e molte volte ho pensato: “o spacco o faccio una figura di m***a epocale!”. Non mi esibivo davanti ad un pubblico in carne ed ossa da circa due anni quindi avevo un pò dimenticato la sensazione.
Prima di salire sul palco ho provato tante emozioni… Ero gasata perchè non vedevo l’ora, ma ero anche in ansia perchè c’erano un sacco di persone… Un sacco! Molti mi vedono come una persona spavalda, ma credo che sul palco del MI AMI io abbia mostrato quanto "socially awkward" sono in realtà. Complessivamente, sono moooolto soddisfatta e voglio farlo di nuovo! L’anno prossimo, maybe?
Come ti è sembrato il popolo del festival?
Magnifico! Sono rimasta piacevolmente sorpresa! Veramente boh... Non ho parole. Ho ricevuto un sacco di sostegno durante il live ma anche dopo. Sono stata inondata di messaggi su Insta dopo il live ed è bello vedere che ho trasmesso qualcosa e c’è gente che si ritrova in ciò che dico e come lo esprimo.
Al MI AMI hai anche parlato di stereotipi e antidiscriminazione sul palco Tough As You, lo fai spesso anche online. Qual è la formula giusta per parlarne? Cosa invece bisogna assolutamente evitare?
Non credo ci sia una formula giusta per parlarne. Diversi tipi di persone richiedono diversi tipi di comunicazione. Io personalmente uso sia l’ironia che la mia musica per esprimermi su termini che riguardano stereotipi o discriminazione. Ho sempre usato l’ironia che col tempo è anche un mio meccanismo di difesa, non so se questo sia un bene o un male, ma è così. C’è chi si "ritrova" in me per come mi esprimo e invece chi no. Pazienza! L’importante è concordare con il messaggio. A me personalmente non piacciono le persone che fanno black humour su argomenti del genere. Soprattutto quando a parlare sono persone che non sanno cosa significa subire discriminazioni. Lo trovo di pessimo gusto.
Sei nata a Pozzuoli, ma vivi nel beneventano, che è un'area molto particolare, montana, splendida e fieramente un po' a fatti suoi. Come si chiama il tuo paese?
Il mio paesello chiama Cerreto Sannita anche conosciuta come “la piccola Torino” perché fu tipo distrutta durante un terremoto millemila anni fa e ricostruita su ispirazione di Torino, che figo eh? Ho un rapporto amore ed odio perché comunque lì ci sono cresciuta, ho fatto tutte le mie prime esperienze ed ho molti amici e bei ricordi. Poi è stra-tranquillo lì, direi fin troppo! Dall’altro canto essere stata per un pò con mia madre, le uniche "nere" in paese è pesante. Poi è una piccola realtà e, a livello di crescita professionale, ci sono zero opzioni.
Insomma io e Cerreto ci sopportiamo.
Pensi di rimanere per sempre a Londra?
No... Non rimarrò sempre qui. A lungo termine, me ne andrò in Ghana o Nigeria. Back to homeland! Però un salto in Europa lo farò sempre. Ho dato l’ultimo esame a maggio quindi ho finito! Sono laureata, finalmente! (Siete tutti invitati alla mia graduation ceremony a novembre, poi vi dico la data). La cosa più importante che ho imparato in università o vivendo qui? Vabbè, in generale a "non mollare". Se ti impegni i risultati arrivano. Prima pensavo fosse solo "ciorta".
Dov’è Lina Simons tra 3 anni. Se tutto va bene e se tutto va male...
Tra tre anni Lina Simons è in giro a fare il suo primo tour nazionale SOLD OUT! That’s the dream! Se tutto va male… Ma nulla va mai male male. Al massimo lavorerò in una casa discografica e farò la A&R.
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L'articolo Lina Simons: good vibes tra Londra, Benevento e la Nigeria di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2022-06-24 12:41:00
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