Le luci della Milano ELETTRICA

Gli ELETTRICA esordiscono con un album tra pop punk e itpop, ecco come ascoltarlo senza il rischi di prendere la scossa

Gli ELETTRICA – foto di Luana Abruzzesi
Gli ELETTRICA – foto di Luana Abruzzesi

Per prendere la scossa da oggi basta ascoltare gli ELETTRICA, power trio milanese "che cerca di fare un po’ di indie rock in italiano", dicono. Ci sono riusciti col loro primo disco, ELETTRICA. Dentro c'è un power itpop a metà strada tra il pop punk casinaro e l'indie italiano, una specie di Naska ma nelle vesti di una band che si aggira nei locali del sottosuolo milanese.

"Il nostro obbiettivo è solo riuscire a suonare le nostre canzoni", ma intanto fanno anche altro. Dario Grande suona la batteria e lavora a Radio Popolare, mentre Damiano Farina (voce e chitarra) fa il ghostwriter. Insieme al bassista Andrea Saderi ogni tanto organizzano serate al Rock'n'Roll di Milano. Gli abbiamo chiesto di raccontarci come si sono incontrati e che precauzioni prendere per non rimanere folgorati durante l'ascolto del loro disco d'esordio.

Come vi siete formati a livello artistico?

Prima di conoscerci abbiamo avuto tutti esperienze con altri gruppi, la musica era già una malattia. Damiano faceva l’expat a Londra e lì ha fatto un po’ di esperienza nei vari palchi inglesi, più che altro una bella gavetta. Dario aveva la sua band a Torino e Andrea uguale ma a Milano. Sicuramente abbiamo ricevuto tutti una formazione poco convenzionale per quanto riguarda lo studio della musica. Ma la voglia di scrivere canzoni c'era fin da piccoli, in un modo o nell’altro. Abbiamo avuto tutti momenti particolarmente orribili, scrivere e nascondersi nei propri mondi immaginari è sempre stata la via di fuga principale.

Come avete iniziato a suonare insieme?

È iniziato tutto un paio d’anni fa, molto velocemente. Damiano tornava da Londra dopo averci passato un’eternità, un po’ sbandato e insoddisfatto. Dario uguale, ma a Milano ci arrivava da Torino dove aveva appena finito un percorso universitario particolarmente frustrante. Andrea era già lì in città. Sembrava ci aspettasse per suonare, senza neanche saperlo. Ci siamo incontrati perché volevamo tutti e tre la stessa cosa, e questo in qualche modo è bastato. Da lì, le prime sale prova, le prime canzoni in italiano, i primi concerti, fino alla produzione con Divi e questo primo album. A ripensarci è pazzesco quante cose siano successe.

Gli ELETTRICA fanno un po' di casino – foto di Luana Abruzzesi
Gli ELETTRICA fanno un po' di casino – foto di Luana Abruzzesi

Come suonano i vostri pezzi?

La nostra musica è fatta di canzoni semplici e dirette, che vogliono andare dritto al punto, senza fronzoli. Siamo un power trio e questo in qualche modo ci obbliga a cercare un suono compatto e sintetico. Sicuramente, ascoltandoci, ci troverete del britpop, pop rock, indie rock americano, del punk, ma anche qualcosa di decisamente italiano. Una personale visione di quello che potrebbe essere un nostro itpop. L’etichetta che ci siamo affibbiati noi è quella di New Indie Rock. È qualcosa di nuovo che stiamo sentendo tra i palchetti sotterranei di Milano, forse una piccola cosa nuova di cui fare parte. La vibe ci piace molto.

A che genere vi ispirate?

In generale a tutto l’indie rock italiano, inglese e americano, dai Libertines agli Strokes, fino ai Verdena. Ma c’è molto altro, soprattutto guardando indietro. In realtà non ci ispiriamo in particolare a nessuno, ci lasciamo guidare un po’ da quello che ci piace e che sentiamo nel momento. L’idea di ricalcare uno stile preferito ci piaceva, l’abbiamo provata, ma abbiamo capito che non avrebbe mai potuto funzionare con noi. Siamo troppo testardi.

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Cosa volete raccontare con il nuovo disco?

L’album l’abbiamo chiamato come noi, ELETTRICA, e racchiude l’idea dell’elettricità nell’aria, quando si ha la sensazione che qualcosa di magico stia succedendo. Le 9 tracce al suo interno sono 9 storie, sensazioni ed emozioni che ruotano attorno all’ansia e al disagio di questo 2024. Dentro c’è la solitudine e la difficoltà nei rapporti sociali, le dipendenze, i momenti bui, l’amore iperpassionale e il fuoco dentro. Ma c’è anche una grande voglia di libertà, di prendersi poco sul serio e festeggiare il fatto che alla fine, siamo tutti quanti un po’ persi. E forse è meglio cosi.

Cose strane successe durante i live?

Dario, il batterista, ha sfondato ben 5 rullanti nel nostro ultimo tour autorganizzato. Il basso rosa di Andrea riceve più attenzioni che il frontman, l’abbiamo sbombolettato durante un afterparty e da allora lo porta sempre con se (si, fa molto punk, ma il rosa bilancia le cose). E poi ci chiedono continuamente perché Damiano usi sempre una fascetta in testa. Non è un riferimento ai Dire Straits.

Ma ci sono anche le serate organizzate con il nostro collettivo qui a Milano (collettivofreshnight.milano) e una neonata community che ci riempie il cuore. C’è una grande voglia di riunirsi attorno a progetti nuovi, di tornare a far parte di qualcosa senza essere necessariamente rivali l’uno dell’altro, soprattutto tra band e artisti emergenti. 

Progetti futuri? 

Stiamo già lavorando a nuove idee, nuovi suoni e nuove canzoni. L’idea però adesso è suonare in giro e far conoscere questo album alle persone. Siamo totalmente indipendenti, ma faremo di tutto per suonare il più possibile. Il bello di essere solo in tre è poter prendere una macchina e partire per qualsiasi destinazione. L’importante è andare, spingere, continuare, senza pensarci troppo.

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L'articolo Le luci della Milano ELETTRICA di Redazione è apparso su Rockit.it il 2024-06-12 15:43:00

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