L’incontro con la musica di Maria Valentina Chirico, cantante di formazione classica piemontese, è stato una fortuna. Mi ha ricordato che esiste, lontano un miglio dal chiacchiericcio delle classifiche, i dischi d’oro, le polemiche, la necessità di apparire e sfondare a tutti i costi, una dimensione pura della musica.
Primitiva, indefinita, sospesa: lì l’artista ha composto la sua opera per sé e attende in silenzio, senza chiedere nulla, che i passanti e i curiosi entrino nel suo mondo. Ispirato al canto degli uccelli e a quello polifonico dei bambini pigmei Aka, alle fiabe sonore, alla musica classica indiana, all’op. 20 di Arnold Schönber. Ma anche alla musica Sufi, a J. Sebastian Bach cantato dai bambini, al folk inglese degli anni '70, fino al black metal.
Un mondo ispirato all’harmonium di Gurdjieff, a Franco Battiato, a Il Pavone di Maria Monti e a una sfilza di nomi che mi sono appuntata su un post-it, come reminder da "ascoltare dopo": Herzgewächse, Anton Webern, Gustav Mahler, Händel, Sofia Gubaidulina, Nikolaj Obukov, Meredith Monk, Benjamin Britten, John Tavener, Shirley Collin, Vashti Bunyan e Linda Perhacs.
Diplomata in Musica vocale da camera, ha studiato a Berlino e a Torino, dove vive. Maria Valentina Chirico suona l’harmonium e oltre all'attività concertistica insegna canto al liceo musicale di Alessandria.
Ha girato il mondo, suonato in centinaia di concerti nell'ambito della musica classica, barocca e sacra contemporanea. Prima della pandemia ha avuto l'occasione di frequentare, nel gennaio 2020 a New York, un corso con il Meredith Monk Vocal Ensemble e studiare con il grande soprano Lucy Shelton.
"La musica è la mia vita fin da quando ne ho memoria. Da piccola ho sempre cantato e volevo diventare una direttrice d'orchestra. Rimanevo ore chiusa in camera a dirigere le sinfonie di Beethoven e mi addormentavo tutte le sere ascoltando una cassetta del Flauto Magico di Mozart", ricorda la cantautrice.
Dopo tanti anni dedicati al repertorio classico, Valentina comincia a scrivere musica con l’harmonium per videoarte e colonne sonore per filmati d'epoca e documentari. Finchè conosce Andrea Penso – "il suo modo di fare musica mi è ancora di continua ispirazione", dice di lui – e capisce di volersi dedicare alla composizione della sua musica, edita per Invisibilia e disponibile su Bandcamp.
Folk Tapes è il debutto ufficiale di Chirico come cantautrice. Uscito nel novembre del 2020, anticipa l’uscita a febbraio di un 7 pollici: Initiale/Quanno Nascette Ninno, che in copertina ha una foto scattata dalla fotografa Sophie Anne Herin, amica di Valentina (che ha disegnato l’immagine sul retro).
Di Initiale, lato A del 45 giri, è appena uscito un video, registrato live senza pubblico nella chiesa dell’ex cimitero di San Pietro in Vincoli a Torino, nel quartiere popolare Aurora. "Volevo fosse il più semplice possibile", dice Valentina a proposito del live.
Il brano è un paesaggio maestoso tra folk e ambient, che si basa sui versi del poeta Rainer Maria Rilke e si ispira all’immagine che Valentina ha della stanza del poeta, che vive circondato dagli angeli. Questa è la traduzione della poesia di riferimento:
Concedi la tua bellezza
senza calcolo e parole.
Tu taci, ella dice per te: io sono.
E giunge con significati di mille in mille,
raggiunge infine tutti.
(Da "Il Libro delle Immagini" di Rilke, traduzione di Irene Barbero Beerwald)
L’arrangiamento di Quanno Nascette Ninno, lato B del 7 pollici, è invece un tentativo di riportare nel mondo fisico la reminiscenza di quella melodia che viveva nei ricordi dell’infanzia della cantautrice: "Ho sempre amato l'effetto della musica suonata delle orchestrine e dei suonatori di strada ascoltata in lontananza. Quel senso di malinconia rende indefinita la musica. Mi sembra che in questo modo assuma altre forme, come uno spettro", spiega.
Folk Tapes è una raccolta di canzoni sognanti e ambient-folk composte in solitudine da Maria Valentina Chirico, che ha lavorato alle musiche nel marzo 2020, durante il lockdown vissuto nella sua casa a Torino: "Avevo sempre negli occhi un sentiero verso una casa di montagna. La musica è ispirata a questo sentiero e ai film che vedevo di notte in quel periodo, soprattutto Black Moon di Louis Malle e L'uovo dell'angelo (Tenshi no tamago) di Mamoru Oshii".
"Mi svegliavo tutte le mattine alle quattro, guardavo il primo sole illuminare le foglie delle piante sul balcone, suonavo e registravo. Vivevo in una specie di sogno continuo", racconta Valentina. E continua spiegando che la cover di Folk Tapes è un ex libris: "Volevamo ricordasse gli oggetti dell'infanzia ritrovati per caso dopo molti anni nei cassetti", dice.
Gli arrangiamenti di Folk Tapes includono loop di cassette e registrazioni sul campo create da Andrea Penso, la voce della sua piccola amica e collaboratrice di 11 anni, Marta Arbarello, e il basso di Michele Anelli (figura carismatica della scena musicale improvvisata underground italiana). Con l’arpa di Vanja Contu e il lavoro di Giulia Manfredini: "Devo tanto a loro", dice Valentina, "devo tanto a tutti i musicisti che hanno contribuito alla mia musica".
E continua: "Dopo molti anni di studio e pellegrinaggi in tutta Europa, continuo a trovare nuovi maestri. Studio musica classica dalle elementari, ma non ho mai smesso di imparare. La ricerca non si è interrotta e continua ancora oggi", afferma Valentina. E con queste parole ho avuto la conferma, poco prima di salutarci, della delizia che è questa ragazza: una professionista incredibile che fino alla fine non ha mai smesso di ringraziarmi, per l’attenzione che stavo dando alla sua musica.
Ma io ringrazio lei, e tutte le musiciste e i musicisti che con la loro purezza compongono ancora delle opere così belle. Che regalano a noi che l’ascoltiamo il privilegio di abbandonarci ai ricordi. E sognare, tra la realtà e la fantasia, "come un bambino che si perde nella natura".
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L'articolo Maria Valentina Chirico e quell'ultimo sogno prima dell'alba di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2021-03-19 16:45:00
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