Venerdì è uscito "Genesi", album corale e biglietto da visita di Roccia Music, il nuovo progetto manageriale di Marracash e Shablo che vede coinvolte figure già affermate e nuove leve del rap, ma anche produttori, beatmakers e deejay. Con Marracash e Shablo infatti ci sono Achille Lauro, Corrado, Deleterio, Attila, Fred De Palma, Geeno, Luchè, Marz, Pherro, e Tayone facendo di Roccia Music qualcosa di diverso da un'etichetta, qualcosa di meno semplicistico di un brand e qualcosa di più nuovo di un collettivo.
Rockit e Hotmc sono andati nel lussuosissimo e chiccosissimo Palazzo Visconti a Milano alla presentazione del progetto alla stampa (si ringrazia l'agenzia Propapromoz). Carlotta Fiandaca e Marta Blumi hanno chiacchierato con i fondatori e con alcuni dei tanti artisti coinvolti. Ecco l'intervista fatta a Marracash, Fred De Palma e Attila e un assaggio dell'intervista fatta a Shablo. Su Hotmc trovate l'intervista completa a Shablo e quelle a Tayone e Corrado.
MARRACASH
Allora, sei emozionato?
No, sono teso, non sono emozionato. Sono agitato, è diverso. Sono agitato perché voglio che vada tutto bene e m'interessa quello, non sono emozionato. Ci siamo sbattuti una cifra, non puoi immaginare cosa è stato concepire tutta questa cosa, “Genesi” e tutto quello che c'è attorno. Ci è venuta questa idea ad agosto, a me e a Pablo; abbiamo creato un disco, fatto due video, messo insieme questo popò di festa in due mesi; penso sia una cosa che non si sia mai vista in Italia.
Il posto è bellissimo!
Infatti. Siamo riusciti a fare delle belle cose; poi siamo anche novelli manager ed essere riusciti a trovare per esempio chi finanziasse tutto questo, chiudere dei deal con sponsor grossi e cose così, sono delle belle soddisfazioni, anche dal punto di vista manageriale.
Quindi sei teso proprio per il risultato della prestazione. Hai un po' di ansia..
Esatto; sono il classico uomo d'affari incazzato.
Sei un business man oggi.. È più difficile fare il business man o il rapper?
Io ho sempre pensato che per come sono fatto sarebbe stato impossibile per me diventare “questa cosa”. Io sono un artista per definizione, sono uno stralunato totale che va a letto alle sei tutt'oggi, a 34 anni, però in realtà devo ammettere che cono l'aiuto di Shablo, che è più ferrato nell'amministrazione e nel business, mi riesce anche fare questa cosa. Mi sembra che mi riesca..
“Roccia Music” e tutto l'immaginario che c'è dietro, dai vestiti, all'ambientazione dei video. Si sentirà anche nel disco? E questo tipo di atmosfera rispecchierà anche il tuo lavoro solista?
Questa è un'anticamera del mio lavoro solista. Calcola che tutto questo viene dalla passione e da quello che a me piace; sicuramente ci sono delle ispirazioni d'oltreoceano, e non è nemmeno tanto difficile capire quali, però al tempo stesso ci sono cose che mi hanno sempre contraddistinto. Io vesto nero e metto il chiodo dal mio primo album. Per cui… Ero già così in "Fino a qui tutto bene"; sono un po' un rapper punk, questa cosa mi è sempre piaciuta ed è sempre stata una cosa mia. Ho sempre pensato che l'hip hop debba avere una componente di ribellione perché non essere ribelli a vent'anni è come essere mutilati, secondo me. Per cui… un po' era anche questo: partire da un gusto musicale e farlo diventare un modo per spingere quegli artisti che fanno questa cosa che a me piace e tirare un po' le somme. Ad esempio il lavoro con Luchè è venuto proprio spontaneo. A parte che abbiamo sempre collaborato.. ma lui incarnava benissimo questo hip hop più maturo, più suonato, più…
La ribellione paradossalmente è questa?
Assolutamente, per me la ribellione è non assomigliare ad una festa con l'Happy Meal di Mc Donald's, per esempio. È rimarcare il valore culturale di questa cazzo di musica.
Quindi cosa ci porta Roccia Music?
Io combatto, sia personalmente che con Roccia Music (sorride, NdA) da una vita per cercare di far capire che questa musica ha una grande cultura. Senza falsa modestia, perché non ho voglia di fare il modesto. Io ho sempre scritto dei pezzi e dei testi che, al di là dell'hip hop o il non hip hop, nessuno ha mai scritto, in Italia.
Confermo, confermiamo.
Io penso a “Trappole”, o ad alcuni dei miei testi più profondi. Penso non ci sia mai stato nessuno che ha detto "cazzo sta roba è davvero interessante a livello culturale”, al di là del rap. Io mi sento di bacchettare molto i media. Per me grandissima colpa ce l'hanno i media, ma anche i media di settore, eh! Io trovo che quello che manca ormai è soprattutto una cazzo di critica, perché in questo paese non c'è una critica seria, con delle recensioni credibili, che stronchino davvero o che promuovano davvero una cosa bella. Kendrick Lamar funziona perché c'è della gente dall'alto che dice che che Kendrick Lamar funziona, non perché lui abbia dei singoli forti, non ha un singolo pop...
Uhmm...
La realtà è che è stato incensato dalla critica e dagli altri artisti, perché la sua roba è bellissima. Il "Bob Dylan nero" questo hanno detto. Capisci? Se tu lasci, com'è in Italia, decidere solo ai commenti di Youtube, questo è il risultato; questa è la famosa vera democrazia (sorride, NdA). O meglio, la parodia della democrazia; lasciare che siano quattro coglioni che non sanno un cazzo di musica a spingere un disco e nessuno che dica che il disco di Luchè, “L1”, è bellissimo, e maturo. Nessuno l'ha detto! E io non lo dico perché lavora con me, l'avrei detto lo stesso.. come quando spinsi Salmo all'inizio, perché per me era una cosa interessante e bella, ed è giusto che qualcuno lo dica. Mancando questa cosa e mancando una critica, non ci sarà mai un riconoscimento della qualità. Che poi, sicuramente certo hip hop venderà più di altro. Io per primo sono stato scavalcato da gente che vende e venderà più di me, perché è più appetibile, però almeno il riconoscimento artistico.. almeno dire: ok, questo disco magari vende dieci volte meno ma è bellissimo, ha delle produzioni stupende, questo ragazzo scrive davvero, e bene. Perché nessuno dice che Rancore è così bello?
Io lo adoro.
Anche io lo adoro, ma in pochi l'hanno capito. È successo un po' così anche con Dargen D'Amico; esce un po' dal rap e allora piace... bene. Ma poi non c'è bisogno di Manuel Agnelli a dire che è bravo. Rancore fa hip hop al 100%, che poi sia difficile, ok. Però sarebbe per lo meno appagante per lui ricevere un plauso, tutto qua. Anche Kanye West non vende come Soulja Boy.
Tra l'altro questa intervista assomiglia alla famosa intervista di Kanye West, hai lo stesso tono infervorato..
Sì, sì.. Io sono partito che fondamentalmente ero un tamarro venuto dalla periferia, lo schifavo il rap, schifavo chi era venuto prima di me, anche se poi lo ascoltavo, figurati, ma schifavo il fatto che fosse borghesissimo, non c'era un vero hip hop popolare, e io volevo essere quella cosa. L'ho fatto e penso di aver anche contribuito al fatto che l'hip hop diventasse popolare, e ora paradossalmente mi sento hip hop al 100%.
Adesso è troppo?
Quello che non sopporto è il calo di età.
Appunto; domani presenti il disco. Chi ti aspetti che ci sia a vederti?
Ragazzini! Però aspetta, non fraintendermi.. Tu calcola che a un in store, chi vuoi che venga, chi è così accanito da farsi ore e ore di coda per una firma sola su un disco? Un ragazzino. Quindi quello non vuol dire che i nostri fan siano solo ragazzini, vuol dire che i nostri fan che vengono agli in store sono ragazzini. Tu sei mai venuta?
Io sì, ma quando rispondevate anche a due domande, quando si chiacchierava un po' con voi artisti. Ora è cd, firma e ciao.
Esatto! Ormai è diventata una vendita porta a porta. Poi sai, un conto è avere dei sedicenni, che bella lì, l'hip hop è un genere da giovani ed è giusto così. Un conto è undicenni. È lì lo switch, vai in un terreno che è quello dei Finley; e ok e non c'è niente di male nemmeno lì, ma penso che siano più riconducibili a Justin Bieber e quella roba là, ovvero un'industria di musica per ragazzini che all'estero c'è, che soddisfa un mercato e una domanda grossa, e che però non è hip hop. Nessuno si sognerebbe mai di mettere Manuel Agnelli in un recinto insieme ai Finley e dire questo è il nuovo rock! Perché invece se esce un articolo dal titolo "Ecco l'hip-hop che sbanca" ci siamo tutti noi (Guè Pequeno, Fabri Fibra, NdR) e poi c'è pure Moreno. Ma non perché è lui.. gli voglio bene. Ma se un giornalista dice che Marracash è un grande e va studiato a scuola e poi dice un'altra cosa che distrugge il senso di tutto, non ha più senso che lui l'abbia detto di me. Ripeto, perché non metti Manuel Agnelli insieme ai Finely? Perché avete il know how del rock, lo conoscete, e nessuno si sognerebbe di mettere i Marlene Kuntz insieme ai Sonhora. E allora perché lo fate nell'hip hop? Non è la stessa cosa? Io ho ho scritto delle cose e non mi merito, dopo dieci anni di carriera, di finire nello stesso bacino di utenza di quella roba là, perché io non sono quella roba là. Ma io, come Fabri Fibra, come chiunque fa sta cosa e ha trent'anni e ha scritto roba e scrive roba da almeno dieci.. Capito? Non è giusto.
Però il contrasto è che voi avete preso tutta gente molto giovane per Roccia Music.
I nostri artisti? Beh, sono giovani, ma ventitreenni.
Sì dicevo.. voi avete preso degli artisti molto giovani ma con la speranza di piacere ad un pubblico più adulto?
Sì ma per adulto, non t'immaginare… cioè, a me sta bene, adoro i diciottenni, i sedicenni, anzi, penso che i giovani abbiano un'apertura mentale e una creatività tale che li porta ad ascoltare il rap; non m'immagino un trentenne ascoltare Kendrick Lamar ed esaltarsi per le punch line. Immagino che un giovane abbia quella fantasia, quella voglia. I trentenni vanno ad ascoltare la disco perché non c'è testo, non c'è un cazzo, lavorano tutto il giorno e di certo non stanno là a sentirsi i testi e non vogliono neanche che gli si insegni la vita, a un trentenne, non la vogliono quella saggezza. Invece ha più bisogno di un ragazzo di queste cose.. Ma ti ripeto, l'anomalia italiana è degli undicenni. Asap Rocky quanti anni ha?
22, 23?
Ecco, io sono andato a vederlo a Londra, c'erano tanti ragazzi ma non c'era la festa delle medie che c'è qua. Non c'era la fila di cappelli colorati, di magliette coi pupazzetti. Io non li voglio i genitori che accompagnano i figli ai miei concerti, io penso che a vent'anni mi sarei vergognato come un ladro di andare a un concerto di una cosa che mi piace con mia mamma e mio papà. Capito? Non voglio che risulti come una polemica, penso che siano solo due cose diverse, penso che sia giusto che esistano, e porta sicuramente un sacco di beneficio all'underground, perché comunque oggi qualsiasi cosa hip hop che esce adesso va subito in classifica. Madman con un EP di remix va terzo su Itunes. Cose che sarebbero impensabili se non ci fosse un'attenzione portata da Moreno, da Fedez e da chi fa questa roba. Ti ripeto, a me sta bene, il discorso da fare non è su di loro che lo fanno, né sul pubblico che li ascolta; il discorso da fare è sui media.
E l'arretratezza culturale dei media.. (voce fuori campo, NdR)
Esatto, va riconosciuto! Basta con questa sudditanza del rap col rock, come dice anche Kanye West in quella famosa intervista. Sono dieci anni che i rapper sono le nuove rockstar, basta. Cosa c'è di più rilevante oggi? I Coldplay. Ma cosa fanno poi? Fanno pop rock.
Sei stato un po' a Londra. L'esperienza che hai fatto là ha cambiato qualcosa?
Mi ha consentito di vedere dall'esterno il nostro paese. Io stavo a South London, vicino a Brixton, che è come stare a Brooklyn. Per cui erano tutti giamaicani, polacchi, una multiculturalità esagerata, che poi è quello il bello di Londra, e secondo me la forza. E poi mi ha stupito come la cultura faccia parte di un londinese medio, 100.000 volte più che qua.
Noi abbiamo lo stesso numero di abitanti, non dell'Inghilterra ma del Regno Unito, siamo 55 milioni più o meno, ma il nostro disco d'oro sono 30.000 copie, 25.000. I loro sono 100.000. Questo discorso riguarda la musica ma anche i videogiochi, i libri.. là chi legge in metropolitana non è considerato uno sfigato ma…
...Un figo
Stare a Londra mi ha ispirato, poi per il genere Urban è proprio la Mecca.
Anche più di New York...
Da certi punti di vista sì, se parliamo di multiculturalità e interrazialità sì. Perchè la compagnia tipica londinese è una cinese, un'indiano, una nera e un bianco; forse in America sono un po' meno mescolati.
Sei felice?
Sì dai. Per Roccia Music non siamo andati su youtube e cercare i rapper che fanno più visualizzazioni e li abbiamo chiamati. Anzi, abbiamo preso della gente che ci piaceva; non abbiamo per ora uno scopo commerciale, nel senso che non vogliamo lucrare su Fred de Palma o Achille Lauro che partono da zero e fanno pochissime views (per ora). Grazie a Dio abbiamo due lavori che funzionano bene, sia io che Shablo, per cui Roccia Music nasce comunque da una passione e dalla voglia di portare in questa roba quello che ci piace fare. Tutto il resto è oro colato. Però la nostra ragione di esistere è differenziarci da quello che già c'è; se fossimo l'ennesimo Tanta Roba non ci sarebbe motivo, loro quello che fanno lo fanno benissimo; Machete sono bravissimi, li stimo un sacco e forse sono il collettivo più vicino a noi, e come nel loro caso, molto nasce dalla passione e vorremmo trasmetterla questa passione forte, e anche l'amicizia, la stima e il fatto che comunque ci divertiamo. Il video di “Genesi” è un po' tutto questo ed è quello che vogliamo tirare fuori.
(Genesi)
Qual è la novità di Roccia Music?
Per me è l'unica realtà totalmente meritocratica, ispirata al modello americano, dove la meritocrazia funziona ed è reale. Se uno è bravo davvero esce fuori. C'è lo scouting vero che in Italia non c'è. Roccia Music non è un talent scout dove si mettono delle persone lì e vediamo cosa succede.. Il talent scouting è andare nei posti poco frequentati dove si fa il rap e scovare l'artista fenomenale. Cosa che in Italia non succede, o succede in un altro modo. Prendi il freestyle.. Se tu vai a un contest di freestyle vedi almeno una trentina di MC che si sfidano e se sei uno dell'ambiente che cerca gente nuova fai un giro e un paio di MC validi vedrai che li trovi. Poi magari non sono dei fenomeni, ma almeno hai la percezione reale di cosa succede e di cosa c'è in giro. Bisognerebbe fare questo, andare ai contest, ai live.
Come è iniziata con Roccia Music? Cosa ti ha detto Marracash per tirarti in mezzo?
Me lo ricordo, me lo ricordo benissimo, eravamo a Spit. Mi ricordo che ero appena entrato proprio negli studi e la prima cosa che mi ha detto è stata “ti vorrei nella crew che stiamo formando”. Forse non mi ha detto neanche ciao.. Mi ha detto “Oh Fred, va che ti devo parlare di questa cosa qua..” Io ero molto contento e la mia risposta è stata “certo, ok, quando vuoi, quando iniziamo?” Poi Marracash è gasato per le mie robe in generale; secondo lui per alcune cose siamo molto affini, per alcune ricerche di parole, per esempio. Certo, lui è Marracash capito? Però ci troviamo su queste cose, sui testi in generale e poi ti dirò.. Ovviamente essendo un fan di Marra (la nostra generazione è cresciuta con questa roba qui, io son cresciuto con Marra e i Dogo a manetta).. Dicevo ovviamente essendo un fan di Marracash non può che essere un onore lavorare con lui.
Quanti anni hai?
23.
Quindi affinità con Marracash, stima reciproca e poi? Cosa credi che veda o cerchi in voi?
Secondo me lui anche per la persona che è si rivede un po' in noi, quando aveva la nostra età, uno che voleva fare questo nella vita e voleva qualcuno che gli desse una possibilità. Alla fine quello che ha fatto lui con noi secondo me è darci una possibilità, cioè mettere in luce secondo lui i personaggi emergenti di spicco in Italia. Perché per esempio sia io che Achille Lauro soprattutto, che siamo i più giovani del gruppo, siamo due realtà che quest'anno si sono fatte notare. Lui per lo street rap molto particolare che spacca, io magari per il freestyle, cioè comunque abbiamo fatto parlare di noi. E Marra ha detto: punto su questi due che sono quelli che possono cambiare qualcosa.
Ecco. Cambiare qualcosa, qualcosa di nuovo. Cosa ci porta di nuovo Roccia Music?
Io sono abbastanza famoso per fare pezzi molto autocelebrativi, però in questo disco (e in “Genesi” pure ma nel mio disco che sto facendo da solo soprattutto) ho cercato di raccontare bene la mia storia, ho cercato di far capire agli ascoltatori che non è che faccio festa tutti i giorni.. ho una vita, ho dei sentimenti. Ho affrontato temi molto personali. Io in tutti i lavori che ho fatto finora ho messo pezzi che parlano di me, dei miei sentimenti ma poi non ho mai enfatizzato e ho sempre preferito buttare fuori il singolo cazzonaro perché quella era l'immagine che volevo dare di me, quello ero io in quel momento. Io non penso di riuscire mai a fare un disco o anche solo un pezzo uguale all'altro. Io cerco sempre di cambiare totalmente, dal modo di rappare al ritornello al tema che tratto. Io sono flippato per ste cose, per le rime sono flippato. Cerco di fare rime che non ha mai fatto nessuno, sono un completo ricercatore di punch line.
Allora cosa ti aspetti indietro da tutta questa cosa?
Non voglio avere grosse aspettative, io voglio fare questo nella mia vita anche perché secondo me è la cosa che mi viene meglio. Sto facendo questo, scrivo tutti i giorni, ce la sto mettendo tutta, sono molto dedito anche se sono un po' cazzonaro se devo fare le robe le faccio bene. Il disco l'ho chiuso in un mese e mezzo. E poi mi aspetto di spaccare. Cosa devo fare? devo spaccare. Se non spacco è finita. È game over, no?
ATTILA
Cosa ti hanno detto Marra e Shablo per tirarti in mezzo. Come è iniziato tutto?
In realtà stavo dentro la famiglia già da un po' perché ho fatto due tour col Marra, ho aperto il tour di “King del rap” invernale dell'anno scorso, quindi anche con Del. Eravamo già una crew. E quindi quando mi hanno detto che la crew era diventata “istituzionale” non mi hanno nemmeno detto sei dentro, perché era una cosa naturale.
E tu? Contento?
Beh sì, per me è un orgoglio anche perché non vengo dal rap io. Vengo dal reggae, ancora più di nicchia rispetto al rap e quindi avere una bandierina nella scena mi piace, è una bella sensazione.
Tu non sei di Milano?
No, ma ci abito da quando ho 13 anni, ma sono orgoglioso delle mie radici e non ho perso il dialetto.
Il tuo punto forte secondo Marracash?
Io ho un approccio particolare alla musica, non mi fisso sulla roba hip hip o reggae; a me piace mischiare il reggae con l'hip-hop. A me piacciono le commistioni; ho fatto collaborazioni con artisti che fanno rock, a me piace la contaminazione, e penso che sia questo che piace anche a Marracash.
Che sei un po'...
Borderline.
Volevo dire un po' ibrido, meticcio…
Sì, esatto.
Secondo te oggi c'era bisogno di Roccia Music?
Secondo me sì! Questo cd darà una bella scossa alla scena perché insegnerà che non bisogna per forza fare un pezzo o strappalacrime o strappamutande come si dice, a seconda dei punti di vista, per avere successo o per far vedere che si vale veramente. Noi siamo una crew momentamente underground che ha del potenziale e dell'originalità.
E tu cosa vorresti da Roccia Musica e da tutto questo?
Io vorrei i soldi sinceramente.. (ride, NdA)
Oltre i soldi, che sei sincero e apprezziamo, cos'altro?
Vorrei che si creasse una scena di fruitori del genere che accrescano una certa criticità nell'ascoltare la musica che non sia soltanto il rap. Vorrei che si crei anche una fan base più matura.
“Istruire il pubblico verso un rap migliore” possiamo metterla così?
Sì, mettiamola così. Io per me mi aspetto di avere maggior pubblico e dare spazio alla mia arte in maniera più estesa possibile.
Te lo auguro.
(Shablo e Marracash)
L'impressione, è che con Roccia Music voi non vogliate andare nella stessa direzione in cui stanno andando tutti in questo momento, almeno per quanto riguarda la scena rap italiana...
Sicuramente vorremmo differenziarci da quello che è l'hip hop manistream di adesso, sì. Oggi come oggi il mercato si rivolge a un pubblico di teenager, quindi tutto è molto giovanile, colorato, divertente: noi invece, già nel look, ci differenziamo per il total black. Sappiamo che il pubblico di oggi è giovanissimo e ovviamente non lo disprezziamo, però cerchiamo di creare un'alternativa rispetto a quello che va per la maggiore, che magari possa piacere anche a un'audience più matura, e lo facciamo grazie anche al sostegno di Marracash, che negli anni ha sempre portato la sua personalissima versione dell'hip hop anche nel mainstream. Detto questo, comunque, sia chiaro che non imponiamo un suono: il suono se lo scelgono i nostri artisti, e noi cerchiamo di svilupparlo al massimo delle sue potenzialità.(continua a leggere su Hot.mc…)
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L'articolo Marracash - Il valore culturale di Carlotta Fiandaca è apparso su Rockit.it il 2013-10-21 15:40:00
COMMENTI (1)
Sono d'accordo.I veri rocker allo stato attuale sono i rapper.Grezzi,senza sofisticazioni.Tecnicamente inarrestabili.Il rap e' un genere di musica che non mi piace.Ma non ho difficolta' ad ammettere che e' vivo,ha seguito ed ha lo stesso impatto sui ragazzini(perche' cmq la si veda,la musica di successo e' cosa per ragazzini)che avevano quando ero ragazzino io bands come Metallica,Iron Maiden,Guns and Roses,Slayer,Napalm Death,e poi il Black Metal,il Grunge. Il rap e' nato con l'elettronica e si tratta dopotutto di tecnologia in mano ai ragazzi,come lo fu il punk nel 1977.Solo che non mi piace.E' attuale,offensivo,anche molto fuori dalle righe..persino pericoloso.Ma a me non piace.Per cui,per carita',HANNO RAGIONE LORO.Ma io preferisco ritirarmi serenamente nel mio mondo che non c'e' e comprare ancora dischi,vecchi dischi anni '60,leggere ancora libri su epoche lontane,sempre anni '60 dove sembrava tutto possibile e talvolta lo era,pare.Ascoltare bands dimenticate dalla storia e ormai sepolte da essa e adagiarmi come un Luccio sul fondale del fiume.