Due singoli bastano per capire molte cose di un’artista. Nel caso di Marta Tenaglia, Ventilatore e Bonsai, i due brani con cui la giovane 28enne milanese ha esordito per la Costello’s Records (label di Studio Murena, Cactus? tra gli altri), lasciano intendere fragilità, estrema dolcezza e delicatezza, quasi timore. Tanta premura nei testi e altrettanta nella produzione, aiutata da Federico Carillo. Pop e nu-soul per un'artista elegante, originale, ma anche fin troppo modesta.
Se si ascolta la musica di Marta si percepisce in un attimo la sua bravura e il desiderio che quelle parole sussurrate si liberino di qualcosa che ancora non le fa volare: serve solo osare di più, disfarsi delle paure e prendere coraggio. Ma questa è solo un’impressione e di tempo per decollare ce ne sarà, eccome. D’altronde, siamo solo agli esordi, il progetto Marta Tenaglia nasce poco tempo fa.
Ha 28 anni e nella vita fa anche la truccatrice e parrucchiera al Teatro alla Scala, quindi data la situazione, è di fatto un anno che non lavora. Fortunatamente la musica è sempre stata il suo modo naturale per esprimere pensieri e parole: "Scrivo canzoni da quando ho preso in mano la chitarra", dice, finché un giorno ha deciso di fare ordine in quello che scrive e si è impegnata per costruire qualcosa: "È da tre (o forse quattro) anni che ho capito di voler trasformare la mia passione in qualcosa di più".
In pratica da quando ha incontrato Simone della Costello’s, che racconta in un aneddoto: "Un anno decisi di propormi ai vari locali di Milano. Inviai una richiesta anche all’Ohibò, cui Simone era direttore artistico. Lui conserva ancora quella mail, dicevo solo: 'Mi chiamo Marta e sono una cantautrice. Fammi suonare!', senza nessun ascolto in allegato. Simo ha pensato che fossi troppo fuori per non essere considerata. Mi ha fatto fare una serata al Tambourine e da lì si è allacciato un legame (che dura tuttora) totalmente sulla fiducia", racconta.
"Quello che facevo ai tempi non ha niente a che fare con quello che faccio ora", dice Marta. Anche se, una costante c’è, ed è la sincerità: "Forse è un po’ scontato definire la mia musica 'sincera', ma non riesco a farne a meno. È un aspetto fondamentale che mi guadagno ogni volta che scrivo un testo o costruisco gli arrangiamenti, perché ho bisogno sempre di un po’ di tempo per capire se sto mettendo dei muri o falsando qualcosa".
Con due singoli all’attivo, la musica di Marta è in evoluzione: "In questi anni di scrittura mi sembra che la mia musica sia continuamente cambiata", riflette la cantautrice. E ancora: "Sento che ogni anno cambi qualcosa, anche a seconda delle influenze e della musica che ascolto in un determinato periodo. Ho le mie fisse. Ad esempio, in questi giorni quando mi faccio la doccia devo ascoltare Pino Daniele. Ho i miei momenti nostalgici con la Vanoni, Lucio Dalla, Alex Britti. Poi, ci sono i miei classiconi: Jamila Woods, Anderson .Paak, Mac Miller".
Nel mentre, percepisco dal suo modo pacato di spiegarsi tanta dolcezza e parecchia sensibilità a scegliere le parole giuste, prima di rispondermi. Le chiedo se ne è consapevole: "Sì, mi rendo conto di essere molto empatica e me lo dicono in molti. L’altro giorno, un mio amico mi ha detto: 'È come se non avessi la pelle'. Questa estrema sensibilità mi permette di captare tutto, ma a volte diventa troppo", spiega.
"Spesso faccio fatica a mettere dei filtri e delle barriere che mi farebbero valutare meglio le cose. D’altra parte, non faccio sconti, e non addolcisco le emozioni che vivo e le immagini che descrivo nei miei testi non sono fintamente dorate. Ma non posso farmi investire da tutto come fosse un tir", perché a volte si può essere leggeri e sorvolare sulle cose. "Imparerò a farlo", dice, "ma non è nel mio DNA, purtroppo o per fortuna”.
Ad esempio, durante un live è fondamentale emozionarsi sul palco, ma è anche fondamentale non farsi sormontare dalle emozioni, altrimenti la chitarra non la suoni più: "È vero”, mi risponde, "ma quando si è sul palco ci si arrangia. Nel mio caso, la presa a male me la gestisco dopo, perché magari non accetto di essere stata emozionata. Me la faccio pagare, ma dovrei essere un pochino più clemente con me stessa".
Bonsai e Ventilatore sono gli esordi della giovane cantautrice. L’ultimo singolo, Ventilatore, è un brano nato in modo molto meno cerebrale rispetto al primo: "È un pezzo nato di cuore e di pancia, e non ha un giro di accordi particolarmente ricercato. Com'è raccontato nel testo, era un giorno d’estate a Milano, faceva caldissimo. Qualcuno si propose di portarmi un ventilatore, ma io ero sempre stata benissimo in quella casa senza, anche nei giorni più afosi. Allora rifiutai il favore", spiega Marta.
"Eppure, quella notte soffocai di caldo. La mattina dopo mi svegliai con un ritornello in testa, che poi sarebbe diventato quello del singolo”. racconta. Una metafora di come, a volte, la giovane tratti i suoi bisogni emotivi con superficialità e poca cura, convincendosi di non avere bisogno di niente e di nessuno, e raccontandosi tante altre fandonie pur di non chiedere aiuto.
Bonsai, invece, è un brano più scuro, più cupo, più ricercato, sia a livello di sonorità sia di argomenti. È un pezzo che ha avuto una lunghissima evoluzione (durata quasi un anno e mezzo), anche perché è stato il primo singolo con cui Marta Tenaglia è partita con Costello’s e con Federico Carillo, il suo produttore: "È stato l’inizio del nostro percorso insieme. All’inizio il testo diceva 1350 cose diverse. Poi, dopo un lungo percorso, sono arrivata ad esprimere in Bonsai la mia concezione di donna", spiega.
Il brano parla di cosa significhi per Marta essere donna, che tipo di legame sente di avere con le altre, con le donne della sua famiglia, e con quelle che sono venute prima di lei. Alla fine, è uscito fuori un lavoro sul corpo, e il titolo è stato pensato proprio quando Marta ha capito cosa volesse dire nel testo: "Bonsai parla di come la società, i suoi canoni imposti e le aspettative che sentiamo di dover attendere, modellino i corpi. Come un bonsai che viene domato dalle forbici, a volte ho la sensazione di sentirmi stretta. Perché vengo (e veniamo) potati in base a una serie di regole e canoni imposti dall’esterno".
---
L'articolo Marta Tenaglia, musica fragile per emozioni forti di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2021-02-16 14:30:00
COMMENTI