Siamo a Lequile, provincia di Lecce. Un allegro paesino di 8000 anziani nella campagna di un Salento accaldato, dove la gente affolla le coste ai limiti del caos. Da queste parti il turismo è alle stelle, si sa: l’hype è sul bel mare, la movida, il cibo buono, l’enogastronomia. Per chi ci vive tutto l’anno, qui (in maniera molto affascinante) è ancora prezioso portare avanti le tradizioni; celebrare i santi, partecipare e rendere partecipi le feste patronali. Molti giovani (quelli che hanno potuto) sono scappati via – vivono in città – e la maggior parte guarda alla Puglia con uno sguardo annoiato.
Eppure, qualcosa è cambiato. Qualcosa si muove, e fa venire voglia di tornare. Tira un’aria fresca, anomala, quasi rivoluzionaria. Gira attorno ai concetti di contaminazione e inclusione, scambio e scoperta, educazione, rispetto, accoglienza, intersezionalità. Rottura di stereotipi attraverso la cultura, l’arte e la musica.
Parliamo di Masseria Wave, un progetto diventato oggi festival (arrivato alla sua terza stagione) che arriva dalla visione del fondatore Gilberto Genco con il supporto dell’art director Stefano Libertini Protopapa (dj, sound designer, organizzatore di eventi e mille altre cose) e la co-direzione artistica di Ella Bottom Rouge, avvalendosi del lavoro di una squadra di professionisti della comunicazione e della produzione culturale.
Una Masseria fortificata del 1724 trasformata nel 2020 in un polo aggregativo di creativi e artisti internazionali, con un focus sui contenuti musicali di qualità e sulla cultura queer. Per rovesciare l’approccio al turismo classico, dare vita a uno spazio inclusivo e fluido (rivolto alle famiglie quanto alla comunità LGBTQIA+). E con lo scopo – fondamentale – di educare il territorio alla comunità e al rispetto dell’altro. In un Paese dove, ancora, ce n’è fortemente bisogno.
Una programmazione di eventi dal 2 luglio all’inizio di settembre (qui il programma completo) tra dj set, musica live, performance, mostre, talk, workshop, show drag, proiezioni e tanto altro. Il tutto all’aperto, sul prato, tra il colonnato, e attorno a una piscina. In uno scenario fantastico, con sfondo la campagna di Lequile e tutta la conformazione della struttura: "Masseria Wave è un braccio esteso de La Restuccia, location pazzesca che comprende 70 dimore, un ristorante e un centro sportivo, che gioca sul concetto di 'masseria urbana'", spiega Gilberto Genco, tra le menti di MW. Lo incontriamo, assieme al socio creativo Protopapa e ad Annalaura Giorgio, che si occupa della comunicazione del festival.
"Puntando alla creazione di un luogo in grado di coniugare la dimensione rurale a un approccio di vita urbano, La Restuccia è il primo esempio di Masseria Urban", diceva: "L’idea è quella di traslare i contesti e le dinamiche cittadine all’interno di un ambiente locale e autonomo come quello della masseria". Anche a servizio di coloro che non hanno la possibilità di viaggiare e scoprire il mondo: "Portiamo noi il mondo qui", aggiunge Protopapa.
La line up è gigante, tra artisti nazionali e internazionali. Alcuni nomi imperdibili sono Populous, Whitemary, Popa, la prima Ball in Salento (ci sarà anche il live di Hard Ton), boyrebecca, Fiorious da NYC, LaRoboterie e gli artisti e le artiste dell’etichetta FLUIDOSTUDIO. Tra cui lo stesso Protopapa e ilromantico (che hanno fondato la label); poi David Blank, Hey Cabrera! e altre sorprese.
"Significativa la scelta di ospitare un numero elevato di donne e artisti e artiste non-binary", specifica Protopapa: "Particolare attenzione anche a progetti emergenti, del panorama italiano, che percepisco come nuova linfa della scena musicale che caratterizzerà i prossimi decenni. 'Voci non conformi' che saranno le protagoniste del futuro", spiega il direttore creativo.
Confermate anche collaborazioni con realtà come il Dalston Superstore di Londra, la Kweer Ball di Zurigo, il Salento Pride. Più progetti speciali come la Porn Wave, manifestazione di incontri e dibattiti sul tema dell’industria della pornografia indie e mainstream, del sexworking e delle nuove rappresentazioni legate all’identità di genere e dei corpi non conformi.
Tutti i dj set e i live sono accompagnati da performance show drag burlesque la cui direzione artistica è affidata a Ella Bottom Rouge (già star internazionale di Burlesque, performer e presentatrice) e per Masseria Wave è curatrice dei vari contenuti performativi: "Con Masseria – ma anche con FLUIDOSTUDIO – e con tutti i progetti che portiamo avanti, cerchiamo di educare chi viene con l’intrattenimento e con il sorriso. Non credo nei discorsi di una persona che parla a un pubblico e dice cose meravigliose. Ma credo nel mostrare, far vedere, far vivere la comunità LGBTQIA+".
Protopapa non parla di "normalizzazione" – non gli piace come termine – ma, piuttosto, di rappresentazione. Presentare anche in modo trash, spinto, ironico (ma sempre con consenso) che ci sono “diversi tipi di persone, di arte, di performance, di dialettica". In un contesto (come la Puglia, ma come altrove nel nostro Paese) molto etero normato.
In questo modo l’arte e la musica diventano strumento politico, di formazione e conoscenza fondamentali per cambiare la realtà e il futuro: "Nonostante a Milano viviamo in una bellissima bolla in cui tutto ci sembra accettato, in realtà le situazioni di violenza verbale e fisica contro le persone della nostra comunità sono ovunque (e in Puglia e in Salento sono moltiplicate per mille)", specifica Protopapa.
E continua: "È successo anche in Masseria, lo scorso anno e recentemente: persone che vengono per usufruire dei servizi de La Restuccia, si trovano davanti una drag queen e si spaventano, reagiscono in modo verbalmente violento o ridono, si indignano o vanno via. Con Masseria Wave vogliamo fare rete, educare e far sì che il pubblico locale (e non) auto educhi sé stesso. Senza togliere il fatto che, in caso di abusi, le persone addette a sorvegliare sulla sicurezza del pubblico e degli artisti e artiste possano intervenire: "Vogliamo che Masseria Wave sia un posto libero, ma safe, protetto", dice Annalaura Giorgio dell'ufficio stampa del festival.
A proposito di sicurezza, quest’anno i ragazzi e le ragazze di MW vogliono creare un help point, un team di persone attente alle necessità e/o difficoltà di tutti e tutte durante gli eventi: "Non solo nel caso in cui ci fosse un abuso, ma anche se qualcuno non dovesse star bene perché ha bevuto troppo o ha fatto un uso eccessivo di droghe. Ci sarà sempre qualcuno in Masseria cui rivolgersi se hai bisogno", dice Stefano Protopapa (che è nome d’arte, ma anche cognome materno).
Tornando all’intento educativo – fulcro essenziale di tutto il progetto – l’hub creativo e intersezionale di MW punta a creare contenuti apprezzati dal mondo queer, ma non solo: "Lo scopo di questa carnevalata, di questo circo da kamikaze che installiamo in Puglia da tre anni – ironizza Gilberto – non è creare una masseria che un giorno avrà la rainbow flag. Ma un luogo come punto di riferimento per tutti e tutte. Per noi, per i passanti, per chi ci capita perché è ospite de La Restuccia; per chi visita da turista questa magnifica terra e se ne innamora, o per chi è rimasto".
E aggiunge: "MW non è un boutique hotel; non punta sulle mozzarelle in masseria o sulla signora di 100 anni che impasta il pane o ti fa le orecchiette. Ma è uno strumento per cambiare la destinazione di un luogo – una masseria, nata come centro di produzioni casearie o prodotti tipici, allevamenti e altro – e contribuire a creare una nuova formula di accoglienza sul territorio". Una Puglia 2.0 un po’ più aggiornata, che sia da esempio e apri la pista ad altri progetti in Italia.
"Vediamo cosa succederà, è un esperimento", dice Annalaura. Anche se già nel giro di pochissimo – tre anni, di cui due in pandemia – il feedback è stato pazzesco. Sarà perché MW ha portato una risposta diversa alla Puglia – pienissima di festival, ma che propongono musica prettamente elettronica o incentrata sui grandi e le grandi artiste. Sarà perché MW sembra il futuro; una boccata d’aria per chi non aveva mai visto nulla del genere in Italia (e lo sognava da tempo).
Mentre all’estero gli esempi sono tanti. Tra le reference dei nostri interlocutori: il BBK di Bilbao; The Big Chill di Ledbury in Inghilterra; il Melt Festival di Ferropolis vicino a Berlino; il Bushwig di NY. "Parliamo, però, di festival giganti, dispersivi, dove non è possibile stabilire relazioni profonde con le altre persone e percepire un senso di comunità come in Masseria", nota Protopapa.
MW, invece, è piccola e contenuta, anche per questo estremamente ricettiva: "Offre la possibilità di vivere lo spazio in comunità 24h su 24 come in una specie di borgo. Come un paesino in cui sei fuori a chiacchierare con il vicino", dice Annalaura. Un paradiso queer diventato punto di incontro tra persone che fanno arte, scambiano idee, si rigenerano dal caos della vita, si divertono.
"Vogliamo semplicemente unire le persone", se ne esce Protopapa. Ricreare i rapporti interpersonali con gli altri e le altre in un periodo di grandissima fragilità. "Vogliamo accendere un senso di collettività; dare alla comunità LGBTQIA+ un posto che in Salento non c’è mai stato". Con un’offerta musicale e culturale che in Italia è abbastanza unica nel suo genere: "Due mesi di performance, presentazioni, proiezioni (si collabora con vari film festival), parties in piscina un po’ più leggeri, live, dj set, ma anche momenti intimi in cui incontriamo artisti e artiste e chiacchieriamo con loro", dice Gilberto.
Quindi, immagina un posto: una masseria convertita una decina di anni fa in un resort con 70 dimore, piscina, ristorante. Lontana dal resto e in aperta campagna. Lì puoi ballare, divertirti, svuotare la mente, conoscere persone, nuova musica, nuovi artisti e nuove artiste. Un luogo dove puoi esprimerti e far vivere il tuo corpo, i tuoi pensieri e le tue idee senza preoccupazioni, liberamente. Quel posto finalmente esiste, ed è Masseria Wave.
Appuntamento sabato 2 luglio con Art Wave, la prima serata di un festival lungo due mesi: "Una serata importante, emblematica non solo perché apre questa magnifica festa collettiva, ma anche perché chiude l'art week in Salento e nel Sud Italia. Una bella settimana che unisce addetti ai lavori dell’arte contemporanea non solo italiana, ma anche estera", spiega Annalaura Giorgio, prima di salutarci. "In quest’occasione presenteremo delle opere site-specific realizzate per MW che rimarranno per tutta la stagione", conclude.
Che dire, ci vediamo lì. E tra qualche anno, nella speranza che l'Italia si sia riempita di tante Masseria Wave e di altri festival di questo tipo. Non nelle città, che sono sature, ma nei piccoli centri. Come strumento a servizio della rappresentazione delle nuove generazioni.
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L'articolo Masseria Wave: ora e queer di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2022-07-01 17:00:00
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