Marianna Sala e Maurizio Zucchelli vengono dalla profonda Lombardia, tra Milano e Bergamo, precisamente da Pozzo d'Adda. Là vicino ai piedi delle Alpi, la coppia – nella musica come nella vita – intreccia canzoni nu soul, con influenze groovy e jazz sotto il nome di Megattera. Immaginare un gigantesco cetaceo nel centro del Nord Italia non è semplice, ma Marianna e Maurizio hanno ritmi soul chill nell'anima e il "cuore in mare", e alzano ancora di più la posta. Il loro nuovo disco si chiama proprio Cuore in mare, con tanto di copertine – sia dell'album sia dei singoli – a tema marittimo. Allora ci siamo fidati, abbiamo messo il costume e un paio di bermuda in valigia e siamo partiti verso Bergamo.
Come avete imparato a suonare?
Marianna: Vengo da una famiglia di musicisti e appassionati di musica, a partire da mio nonno e passando per mio padre. Ho studiato pianoforte fin da quando ero piccola, poi l’ho abbandonato e ho ritrovato la musica solo più tardi, col canto. Ho studiato tecnica vocale con diverse insegnanti e ho sperimentato in ambito jazz e bossanova.
Maurizio: Ho iniziato da autodidatta, suonando sui dischi in cameretta da quando avevo quattordici anni. Solo in seguito ho approfondito diversi stili chitarristici, dal fingerpicking alla bossanova, con diversi insegnanti.
Quando avete deciso di scrivere musica insieme?
Ci siamo incontrati per caso suonando in una band soul-funk il cui percorso si è interrotto molto presto. Abbiamo subito percepito una forte sintonia a livello musicale e ci siamo detti: sentiamoci e proviamo a mettere su qualcosa insieme. Questo ormai più di dieci anni fa. Il resto è storia, come si dice in questi casi.
Da chi prendete più ispirazione?
A livello di ascolti siamo veramente voraci e onnivori. Le nostre influenze vanno dal rock al jazz e alla bossanova, passando per il funk e l’hip-hop old school fino al soul. Ultimamente ascoltiamo moltissimo nu-soul e jazz della scena inglese (da Jordan Rakei a Lianne La Havas a Tom Misch fino agli Ezra Collective), ma anche soultronic. Da quando abbiamo cominciato a scrivere abbiamo ritrovato e approfondito l’ascolto di tanta musica italiana: Lucio Dalla, Pino Daniele, Ornella Vanoni, Cristina Donà, Daniele Silvestri, Niccolò Fabi, Max Gazzé, Nu Genea, Marco Castello, Davide Shorty.
Come si fondono tutte queste contaminazioni nella vostra musica?
È piuttosto difficile definire la nostra musica con un genere specifico: potremmo coniare il genere di progressive soul bossa italiano, che fonde un po’ tutte le nostre influenze e contaminazioni. Uniamo un soul dall’anima poetica all’ispirazione naturale ad atmosfere lo-fi e più portate al groove.
In quanto temo avete scritto Cuore in mare?
Marianna ha scritto il primo brano – Whale – a fine 2017, durante un viaggio nelle Egadi. Da quel momento, abbiamo messo insieme parecchio materiale in attesa di avere il tempo di lavorarlo. Quando il mondo si è fermato col primo lockdown, abbiamo deciso di dare un senso al tempo sospeso in cui ci siamo ritrovati. Così è nata una prima selezione di tre brani – Whale, Luna, monte e mare e Luce –, che abbiamo arrangiato e prodotto con Raffele “Rabbo” Scogna. Questi primi tre pezzi sono i più evocativi e nostalgici del disco. Dopo il 2020 Marianna ha continuato a scrivere e abbiamo prodotto altri tre brani (sempre con Rabbo): Ginko, Rido e Il bar alla fine del mondo, che hanno portato alla luce un’altra anima della band, più funk e groovy. L’ultimo brano, Cuore in mare, che dà anche il nome all’album è arrivato inaspettatamente quando, nel 2023, stavamo chiudendo il lavoro. Sentivamo che mancava qualcosa e, nel giro di un mese, siamo passati dall’idea del brano acustico al master di questo pezzo che è un viaggio nel viaggio all’interno del disco. Il disco, nel suo complesso, è un viaggio alla scoperta di noi stessi che passa attraverso le esperienze di vita fatte in questi anni e che unisce il nostro amore per la natura alla connessione spirituale e alla ricerca e all’evoluzione personale.
Come vi sentite durante i live?
È sempre una grandissima emozione portare il frutto della propria creatività e del proprio percorso sul palco per condividerlo col pubblico. Sentire il calore di chi ci ascolta, accogliere gli applausi e l’affetto dopo l’esibizione ripaga di tutto il lavoro fatto fin qui. Il nostro ultimo live di presentazione del disco è stato anche il debutto della formazione con Vittorio Romano al basso e Dave Ceiner alla batteria, che sono una preziosissima aggiunta alla band. È stato una carica di energia pazzesca e non vediamo l’ora di rifarlo!
Avete già ricominciato a scrivere?
Stiamo già lavorando ai brani del nostro secondo disco e, nel frattempo, sono in definizione anche le prossime date live in cui porteremo in giro il nostro Cuore in mare. Sarebbe bello poter collaborare anche con altri artisti per qualche featuring.
---
L'articolo Una Megattera ai piedi delle Alpi di Redazione è apparso su Rockit.it il 2024-04-10 15:11:00
COMMENTI