Alessia Zappamiglio, in arte MIGLIO, classe 1992, è nata a Brescia, ma ha deciso tempo fa di fuggire da Brescia a Bologna. Dopo poche pubblicazioni sporadiche negli anni scorsi, è cominciato, col 2020, il suo nuovo percorso musicale, insieme a Matilde Dischi, con cui sono nati già due singoli, dai ritornelli ben scanditi e sfacciatamente pop, ma con sottotesti politici.
L’ultimo, Pornomania, uscito il 20 maggio, prodotto da Laurino, in una veste metà pianistica e metà elettronica, è un canto di sesso e amore liberamente vissuti, negli episodi quotidiani, in ogni sfaccettatura. Una canzone che, pur non rinunciando alla sfera della dolcezza e della malinconia, è esplicita, senza inibizioni, di una naturalezza e di una libertà abbastanza difficili da trovare nel cantautorato mainstream.
In Pianura Padana racconti la vita spezzata dal lavoro di migliaia di persone, senza che questo abbia portato a qualcosa di simile alla felicità. Da dove nasce questo flusso rabbioso?
Non nasce da un evento preciso, ma più che altro da una certa amarezza per la mia città, Brescia. È una città bella, ma anni fa non ci andavo proprio d’accordo. Quella rabbia veniva da una strettezza che sentivo. Spostarsi a Bologna è stato come arrivare nel paese dei balocchi. Brescia è grande, ma fredda e provinciale. Oggi riesco a convivere meglio con questo provincialismo, ma anni fa volevo solo ribellarmici. Brescia avrebbe un sacco di potenziale, ma lo annulla. Si lavora otto ore al giorno. Si esce da lavoro e le strade sono deserte la sera. Si esce solo il fine settimana, principalmente in luoghi come Piazzale Arnaldo, dove avvengono i ritrovi di quelli che chiamo i fighetti bresciani. Manca la vena alternativa.
Si fa riferimento anche al fattore ambientale.
Il fattore ambientale ha influito fortemente infatti. L’autostrada fantasma di cui parlo, è proprio la Bre-Be-Mi, che collega Milano, Bergamo e Brescia, per la quale era scoppiato lo scandalo qualche anno fa. Uno spreco di soldi enorme. La Lombardia è una regione ricca, c’è comunque uno spreco esagerato. Si potrebbe davvero investire su altro, dal punto di vista culturale e sociale.
Come riportare una dimensione più umana da quelle parti?
Posso dire quello che mi piacerebbe vedere. Dato che in molte parti manca appunto questo lato realmente umano della vita, della condivisione, sarebbe bello ripartire ed essere più morbidi sull’aggregazione. Cito come esempio il pride di Brescia, che l’anno scorso ha visto la sua seconda edizione. La prima risale a tre anni fa, ma era stato un vero casino. Il sindaco non aveva dato l’autorizzazione, si parlava di “città sbigottita” per questa manifestazione. Altro esempio, se suoni in strada ti multano. Culturalmente e socialmente vedo molta ristrettezza nello spirito provinciale lombardo. Ci vuole più apertura su queste piccole ma grandi cose.
Pornomania è anch’esso un pezzo politico. Il sesso, il modo di viverlo, vi viene raccontato in modo diretto, senza fronzoli, senza pacchianità. Cosa manca al cantautorato italiano, ancora ingessato nel trattare questo argomento?
Rispetto agli altri non te lo so spiegare. Per quanto mi riguarda posso dirti che ne ho parlato così perché è quello che ho vissuto. Pornomania è proprio il primo brano che ho scritto di getto, senza separare la creazione di testo e musica. Infatti quando ho cantato il ritornello per la prima volta mi sono detta: “Cazzo, ma sto dicendo davvero questo!”. La scena che racconto all’inizio (“e faremo la strada di ritorno ubriache”), è accaduta esattamente così, dopo essere stata a cena con la mia ragazza. Se il pezzo riesce ad arrivare è perché è un vissuto, vero. Non c’è niente di costruito o studiato in questa canzone. La pacchianità potrebbe essere questione di superficialità, di tentativi di romanzare l’esperienza sessuale parlando solo dell’atto in sé. Pornomania non parla esclusivamente di sesso , ma di sesso nell’amore e di amore nel sesso, un connubio che io vivo in questo modo, particolarmente intenso.
La carica è quindi un effetto della scrittura a getto?
Sicuramente sì. Il brano dalla nascita aveva questa sua dirompenza. Però la "sleppa" finale che dà la carica ulteriore, è merito di Laurino (Simone Laurino, ndr), e della sua produzione. Davvero un grande valore aggiunto per il progetto tutto.
Nel video noi vediamo quello che vedete voi. Come ci siete riusciti?
Devo essere sincera. Questa è stata una pensata che ho avuto io, insieme all’altra protagonista, che è la mia ragazza. Il mostrare quello che vedo io di lei e viceversa. Chiaramente non potevo che girarlo con lei il video, non avrebbe avuto lo stesso effetto di verità. Ho voluto giocare sul dettaglio anche per mantenere un minimo della nostra privacy. Darsi ma anche preservarsi, nella parte che rimane solamente nostra. Sta a metà tra la scelta estetica e il messaggio.
Qquando ti sei accorta del messaggio che stavi dando?
In realtà dopo che il pezzo era già nato. Facendo ascoltare la bozza a ragazze anche giovani, della mia età, ho visto purtroppo delle reazioni strane, non scandalizzate, ma quasi. Dunque lì ho capito il senso di quello che stavo facendo. E a chi mi ha chiesto se fossi sicura di fare uscire Pornomania così ho risposto che certo, doveva uscire esattamente in quel modo. Perché non può essere normale che nel 2020 scandalizzi sentire parlare di sesso in modo libero, e che scandalizzi ancora di più se a farlo è una donna. Quindi il messaggio è questo. Parlare liberamente di orgasmi, senza un freno. Cosa che a quanto pare non è ancora naturale. Però non volevo che fosse un pezzo-manifesto. Avrebbe perso la sua naturalità. Si tratta alla fine di una canzone d’amore. Forse un primo passo, per riuscire ad arrivare a parlare in maniera del tutto naturale di questa cosa, bellissima, che tutti facciamo.
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L'articolo Miglio: "Sono una donna e canto gli orgasmi, sai che scandalo" di Gabriele Vollaro è apparso su Rockit.it il 2020-06-08 08:35:00
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