(Cinzia La Fauci, foto di Monelle Chiti)
I Maisie: un disco uscito prima dell'estate con 44 canzoni per un totale di 148 minuti, 12 anni passati a vivere di musica tra compilation seminali, copertine tutto tette e attacchi situazionisti dove capita. Passo un pomeriggio insieme a Cinzia La Fauci al parco Sempione. Abbiamo riso molto, passando dal Partito Comunista a Mauro Repetto, dai neomelodici a Bianconi. Vi riporto una sintesi di cosa ci siamo detti.
"Balera Metropolitana" potrebbe essere un musical sull'Italia di una decina di anni fa.
In realtà non è tutto fermo ad una decina di anni fa. Per esempio, in "Io non protesto, io amo" i personaggi sono collocati negli anni 70. In quell'epoca c'era una grande forzatura sull'impegno politico e tutta una serie di sentimenti dovevano essere espressi in un'unica maniera, altrimenti ci si sentiva stupidi, leggeri e non impegnati. Di rigetto la protagonista decide di rifugiarsi in valori più semplici, come la famiglia o gli affetti. "Nostalghia canaglia", invece, parla del passato ma è ambientata nei tempi nostri. E' un racconto sulle illusioni legate al Partito Comunista, al fatto che il partito era l'unico luogo in cui ci si potesse sentire onesti, intellettuali e colti. Posso mettere le scarpe sul plaid?
Fai pure. Ho due possibili interpretazioni del disco: è un racconto molto triste del nostro Paese oppure una grande presa per il culo...
La prima che hai detto…
("Balera Metropolitana", il video in anterprima esclusiva Rockit)
Si, ma il testo di "Io non protesto, io amo" sembra una di quelle lettere che le ragazzine mandano a Cioè.
Esatto, perché in realtà… tanti anni fa abbiamo fatto un pezzo che si chiamava "Hitler was not mad", cioè Hitler non era pazzo, era semplicemente un politico che mancava di diplomazia. Siccome il pezzo è andato abbastanza bene in America, ci hanno subito tacciato di essere nazisti. In realtà quando tu racconti una storia... che ne so, Fantozzi: Paolo Villaggio, a mio avviso, è un intellettuale raffinatissimo. Mia madre lo odia, ma non capisce che lui prende quel personaggio e lo interpreta, non per giustificarlo, ma per descrivertelo a tutto tondo. Il fatto di usare un linguaggio da Cioè, è perchè quella ragazzina crede che la vita sia tutta un Cioè. Alberto, che scrive i testi, non è quella ragazzina, ma per descriverla deve usare un linguaggio adatto a lei. E il messaggio è che non è per forza un male vivere leggeri e rilassati, non bisogna necessariamente avere delle turbe psichiche per essere delle persone profonde. Il tutto, poi, è arrangiato su uno stile pop, a rendere l'intera canzone ancora più coerente. E' come dici tu ma non lo considero un limite, è semplicemente scegliere una forma ben precisa per veicolare un messaggio. Hai presente "Hanno ammazzato un bambino"? Sarebbe troppo didascalico dire: tu sei cattivo perché pensi che i rumeni sono cattivi, noi siamo buoni perchè pensiamo che tutti gli uomini sono uguali. Voglio descrivere dei personaggi, non voglio dire chi è o non è un esempio da seguire. Io ti racconto la storia e poi tu decidi, da solo, da che parte stare.
Però coverizzare Mauro Repetto e Pippo Franco mi suona molto come la solita - e un po' sterile aggiungerei - rivalutazione del trash italiano. Stona parecchio se accostato a questo intento descrittivo di cui parli.
Io non mi permetterei mai di prendere in giro chi mi ascolta. Pippo Franco non è stato inserito perché è un personaggio comico. Il pezzo fa parte del suo disco "Cara Kiri", ed è stato scelto perché il protagonista della canzone ad un certo punto capisce che il suo matrimonio gli sta crollando addosso, gli sta stretta la vita casa-famiglia-casa e inizia a sclerare. E' lo stresso personaggio che trovi in "L'amore in città" o in "3 metri sopra il cielo", si inserisce bene tra gli altri nuovi mostri presenti nella Balera Metropolitana. Quella canzone non l'abbiamo messa perchè così, dopo, io e te persone intelligenti ci facciamo l'occhiolino convinti che Pippo Franco sia un cretino. Lo stesso vale per Repetto: lui racconta la sua vita, un ragazzetto di provincia che ad un certo punto decide di andare a sfondare a New York. Lui, che qui per tutti è uno degli 883, crede che se va a New York sarà ugualmente riconosciuto per strada, con la conseguente frustrazione di non essere poi cagato da nessuno. A me fa tristezza. Ma lo ripeto, non mi interessa dire che Repetto è un cretino, mi interessa il suo personaggio. Che poi non è un cretino, sicuramente.
Da una provocatrice come te non ci aspetterebbe tutta questa diplomazia.
Io non ho mai, mai, mai cercato la provocazione. Il provocare, o lo scandalizzare, lo lascio alle signorine che sgambettano…
E la copertina di Blow Up dove avevi le tette di fuori?
La copertina di Blow Up con le tette di fuori è stata una mia scelta perché su quel numero si recensiva la "Porno compilation". Era una compilation per la quale avevo chiesto ad ogni gruppo di scegliere il proprio o la propria pornostar preferita. Non perché io sia una ninfomane o una porcona, ma perché ai tempi (e non solo allora) si parlava di tutto, si costruivano mondi alternativi ma si tralasciavano le cose più intime, più liberatorie.
E dei Pixel Johnson? (definiti per un certo periodo il "caso musicale" del 2005, era un duo post-punk che aveva ottenuto un grande successo in tutta Europa ma non in Italia. Carlo aveva pubblicato un live report di un loro concerto in Norvegia, ed erano gli ospiti principali della puntata di Magazeno Bis tenutasi il 26 novembre 2005 al Mei di Faenza. In realtà il gruppo non è mai esistito veramente, era stato creato apposta per l'occasione. Durante la trasmissione Cinzia era intervenuta dicendo di essere una discografica a cui avevano rubato il master del primo album dei PJ, che sarebbe uscito da lì a breve per la – anche questa fasulla - Yosemite Sam Records. Qui un estratto della trasmissione, NdR).
Perché tu c'eri? (ride, NdA). Quella è stata una cosa organizzata dalla Trovarobato, mi hanno invitato perché dicevano che io "sostenevo la scena italiana". Quindi tu eri davvero seduto lì in mezzo quando sono entrata io? (ride, NdA)
Si...
Mi hanno detto: fa quello che vuoi. Immagino che volessero una cosa standard, tipo: io conosco i Pixel Johnson, sono stati un gruppo Snowdonia, è proprio una tristezza che in Italia nessuno li conosca. Però la cosa stava prendendo una brutta piega, era tutto troppo statico, noiso. Allora ho provato ad improvvisare e ho detto: non è vero, non è vero niente, voi il master me l'avete rubato. Quelli della Trovarobato erano entusiasti, mi hanno ringraziato perché avevano perso il controllo e non sapevano come sbloccare la situazione. Stava diventando una provocazione fine a sé stessa, sarebbe stata capita solo dai pochi addetti ai lavori presenti tra il pubblico. Il giorno dopo, invece, è arrivato un mio amico in albergo e mi ha detto: pazzesco, ieri ad una conferenza c'è stata un discussione enorme a causa di un master rubato, tu ne sai qualcosa? (ride, NdA)
Non trovi che il momento che stiamo vivendo sia nuovamente statico?
Io in realtà vivo lontano da tutti e tutto per questioni geografiche… Quando nel '97 abbiamo creato la Snowdonia non abbiamo fatto il "solito" disco ma abbiamo messo insieme tutte le band che ci piacevano. Una scena che, a metà degli anni 90, faceva bellissime cose ma se ne stava a casa con le braccia dietro la nuca, lamentandosi che in Italia non nasceva mai niente mentre a Londra, a Berlino, a New York... Noi abbiamo unito i puntini: divise le spese tra i quindici gruppi, sono state stampate le copie e poi ognuno in giro per la penisola a distribuirle. Questo era "Orchestre meccaniche italiane", la nostra prima compilation.
Ok il '97, ma adesso?
Penso che ci sia lo stesso numero di persone capaci di fare cose belle, anche più di prima probabilmente. Ma c'è confusione: oggi chiunque abbia un computer e una scheda audio da 100 euro pensa di essere un genio e di poter fare un capolavoro. Ricordiamolo: il numero dei geni resta lo stesso. C'è un eccesso di spazi. Troppa musica da ascoltare. Troppa benevolenza da parte dei giornalisti, perché se un gruppo fa la stesa cosa che facevano i Pop group venti anni fa è il tuo dovere di giornalista scriverlo. Neanche io sono originale, sono una che assorbe tutto quello che ascolta e lo riversa nella sua musica. Ma esiste un quid di originalità che differenzia chi copia soltanto da chi aggiunge del suo a quello che sta suonando. E' una questione anche emotiva. Soprattutto... i Maisie vogliono essere contaminati: noi siamo 7 ma nel disco siamo 67. Perché io voglio essere contaminata da un gruppo diverso da me. Se voglio un pezzo hardcore non faccio finta di essere un punk: invito un gruppo che sa fare quelle cose veramente e canto il pezzo insieme a loro. Chi resta sempre da solo rischia di rimanere uguale a sé stesso. A me piace stare in buona compagnia.
Molti dei testi sono ambientati in un centro sociale, perchè?
Semplicemente perchè è dove abbiamo conosciuto alcuni protagonisti delle nostre canzoni. Ora, se spegnessi il registratore ti direi anche i nomi. Quello che ti posso dire è che le storie scritte da Alberto sono storie vere, vissute, viste e sentite intorno a noi. Ti ricito "Tre metri sopra il cielo": tutta questa tristezza, questa noia di vivere, i rapporti interpersonali, l'amore, che poi amore non è. Il matrimonio come morte civile, vissuto malissimo dalle coppie che conosco. Tra tutte le mie amiche che si sono sposate non se n'è salvata una. Non mi sposerò mai.
Tempo fa abbiamo pubblicato un'intervista a tra Fiz, Giacomo Spazio e Marco Philopath, dove emergeva che uno dei nervi scoperti della nostra società è la "paura dei soldi". Tu che ne pensi?
Viene un po' dal retaggio cattolico: non entrerà mai un ricco nel regno dei cieli. Poi dal '68: più sembravi straccione più eri intelligente, colto e profondo. O nella musica: appena firmavi un contratto ti eri venduto. Era una gran cazzata: Battisti se ha avuto dei soldi li ha avuti perché ha regalato arte alle persone. La gente che fa questo tipo di polemica, e magari viene dai centri sociali (ride, NdA), e magari dice: compagno, lavoratore, operario, tu ribellati per ottenere i tuoi diritti. Io dico: l'operario lavora otto ore al giorno ed è giusto che abbia un compenso, perché io che sono musicista e lavoro dodici ore al giorno se vengo pagata vuol dire che sono una venduta? Diverso è… hai presente quella canzone da discoteca, "Dragostea"? Quella non ti dà niente, ti ruba attenzione in cambio dell'illusione del divertimento. Io do dei soldi a Battisti perché mi regala qualcosa invece quella è musica che non mi dà niente… sono soldi che io ritengo rubati.
E in questo discorso le multinazionali del disco come sono chiamate in causa?
Prima la major aveva la figura, secondo me molto importante, del produttore artistico. Prendeva l'artista e lo faceva crescere sotto tutti i punti di vista, sopratutto quello musicale. L'etichetta si occupava del merchandise e di tutto quello che serviva per creare un contatto con il pubblico. Adesso è usa e getta. Per loro è fatturato, che interesse hanno a coltivare un nuovo artista? Prendi i soldi e scappa. Anche perchè quando non vendono più con la musica, possono sempre farlo con le bibite gassate o con i voli aerei.
Cambiamo argomento: le radici. Tantissimo tempo fa, in un'intervista, mi hai detto che se fossi riuscita a individuare il dialetto specifico del tuo quartiere l'avresti usato subito per scrivere una canzone...
Mi hai sgamato (ride, NdA). "N.79 istituto marino", quello è l'unico testo che ho scritto io.
Perché sono così importanti le radici?
Questa è una cosa mia personale: sinceramente credo che la nostalgia che sento quando penso a mia nonna sia più sincera di quella provata riguardando Goldrake, che è uguale per tutti i bambini della penisola. Mi rendo conto di non dire chissà quale novità, ma per me è così.
Arriviamo alla domanda che in realtà avrei dovuto farti subito: dopo "Morte a 33 giri", perché pubblicare un altro album dedicato alla morte del disco?
Fotografa, devi immortalare il momento in cui mi cade la mascella!
Se nel 2009 – dove un ragazzino di 12 anni non sa manco cos'è un Cd – fate uscire un disco doppio, è perchè decretate ufficialmente la morte del supporto. Ormai vale tutto, anche fare un album da 148 minuti.
In realtà l'idea è un'altra. La cosa che continuo a dire da tempo, ma non solo ai giornalisti, proprio a tutti... io sono assolutamente convinta che, per una serie di motivi che sarebbe lunghissimo spiegare, la musica non interessi più a nessuno. Purtroppo molta gente non vive più la musica come un piacere e una ricchezza da portarsi dentro per tutta la vita ma come un qualcosa che ricorda da vicino l'esibizione di un giullare del medio evo. Non ti canto qualcosa che mi rappresenta davvero, semplicemente ti intrattengo. Tu ascolti con le braccia conserte, poi torni a casa a scrivi sul tuo blog se sono stata brava o meno. Allora ho pensato: se alla gente non interessa la musica faccio il disco come voglio io, lungo quanto voglio io. Ti dico, e non è una provocazione, questo disco ha lasciato fuori altri 22 pezzi, eravamo lì lì per fare il cofanetto e mettere anche il terzo disco. E' stato solo per la penuria di mezzi, non certo per la modestia che ci contraddistingue (ride, NdA).
Ovviamente lo sapete qual'è il rischio: canzoni molto belle come "Amori e tabacchi", "La banana e il parassita", "N.79 istituto marino", "Il cielo è spoglio", "L'amore in città" rischiano di non essere colte in mezzo alle altre 39.
Noi sentivamo la necessità narrativa di avere tutti questi personaggi perchè, per forza di cose, le storie di una città sono tante. Essendo consapevoli che il mercato discografico non esiste più, non avevamo nessuna aspettativa di vendita, abbiamo deciso di farlo. Una volta ho visto una trasmissione, mi pare di Gianni Morandi, che ha ospitato Lucio Dalla. Morandi ha detto: ho sentito il tuo disco, l'ho comprato. Dalla ha risposto a bassa voce: l'hai comprato? Allora sono in testa alle classifiche. Una considerazione di un'amarezza tragica, non era fatta come una battuta rivolta al pubblico... era una cosa che poteva capirla solo un musicista.
Capisco...
Gli unici che si salvano da questa tragedia sono i neomelodici, voi di Milano siete lontani geograficamente da Napoli e Palermo. Vi è mai capitato di vedere a Napoli un concerto di un neomelodico? Ve lo giuro: i Beatles. Nino D'Angelo, Gianni Celeste, Valentina, ti raccontano delle storie vere: la classica canzone sulla ragazzina di tredici anni che scappa di casa perché il padre non vuole che esca con uno più grande di lei. Esistono davvero queste situazioni, la gente si immedesima. La musica fatta per assomigliare agli Slint è una musica già morta nell'atto di nascere. E' sterile, non mi può raccontare niente. Perchè se tu abiti Napoli 'cazzo mi fai post-rock? Secondo me, tu artista, devi raccontare cosa ti circonda. Non puoi stare a pensare alla musica che faresti se abitassi a Boston o a Londra... perchè la musica frana, non racconta niente.
Ultimo paio di domande: perché nessuno capisce i Masoko? Quando abbiamo pubblicato l'ascolto esclusivo del loro disco i commenti degli utenti sono stati tremendi.
Li ho prodotti perché mi piacciono e non è un discorso così scontato come può sembrare. Sono veramente molto bravi: dal punto di vista tecnico e narrativo. Anche loro raccontano delle storie, sfottono i personaggi, fanno la stessa cosa che fanno i Maisie. Li trovo eccezionali. Anche Bugo è uno che suscita spesso pareri molto contrastanti. Non ti so spiegare il perché. Alla fine, molti nemici molto onore, no?
Ultima: i Baustelle. Hai detto che Bianconi è stonato.
(ride forte, NdA). Non l'ho detto io...
L'avrà detto Alberto allora, però nel booklet del disco sei ritratta con alle spalle un loro manifesto.
L'ha detto Alberto. Non ce l'abbiamo con i Baustelle. E comunque Bianconi è stonato.
Ok, è vero, ma...
Ha detto è vero! Ha detto è vero! Giorello ha detto è vero! Bianconi è stonato, poi sarà pure un ragazzo simpatico, anche se non traspare. Per l'illustrazione è colpa di Dario D'Alessandro, che ha curato le grafiche del disco. Mentre stava lavorando al booklet un giorno gli ho chiesto: mi metti anche un un poster dei Baustelle? Lui: 'sticazzi l'ho già fatto (ride, NdA). Poi abbiamo fatto un pezzo che si chiama "Miaostelle", ma non ce l'abbiamo con loro. Ci faceva ridere e basta. Manco li conosciamo.
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L'articolo Maisie - Milano, 13-07-2009 di Sandro Giorello è apparso su Rockit.it il 2009-09-07 00:00:00
COMMENTI (14)
Cara Cinzia, io avevo capito perfettamente il senso del tuo discorso, così come avevo colto la connotazione provocatoria e sarcastica del titolo in questione, per questo motivo mi sono permessa di puntualizzare sulla terminologia da te qui utilizzata e se l'ho fatto, credimi, è con buona cognizione di causa.
Ti faccio un esempio a tema.
"Appunti per La Distruzione" (2008) è un docufiction molto particolare che mette in scena lo "scandaloso romanzo nazista" di tal Dante Virgili con l'intenzione di indagare alle radici del "Male" e muovere le coscienze di una generazione scossa dal crollo delle torri gemelle -passato alla storia come attentato terroristico- di cui in suddetto romanzo del 1970 si trova una previsione. Risultato: libro+dvd sono stati, fin qui, richiesti quasi esclusivamente da nazi. Il che ha avvilito non poco gli autori, pur nella speranza di aver dato loro uno strumento per riuscire a mettersi in discussione...
Un altro esempio, sull'importanza dei termini.
Con preambolo piuttosto ironico: se fai una ricerca su google digitando il termine "Zionism" può capitare che google ti chieda "forse cercavi Zio-NAZI?", è già capitato.
L'ultima devastante offensiva israeliana a Gaza è conosciuta come "Operazione Piombo Fuso (Operation Cast Lead)" ma, per la storia palestinese e per buona parte della comunità internazionale, è stata ribattezzata "Il massacro di Gaza (the Gaza Massacre)", il che vuole mettere in chiaro il fatto che non si è trattato di un atto di guerra ma di un crimine, cosa non da poco in un mondo che dopo "Walzer con Bashir" premia ancora una volta un film come "Lebanon" che rivede la ferita ancora aperta dei massacri di Sabra & Shatila del 1982 in chiave israeliana...
Continuando a puntualizzare invece, permettimi di ricordarti che la resistenza agli Stati Uniti delle Falsità (cit.) c'è stata e c'è: dai viet cong ai talebani giusto per fare due esempi, con la differenza che i secondi, sai, vengono definiti terroristi... Che se il lupo può mettersi una maschera sotto i riflettori, liddove l'odore del sangue versato è realtà quotidiana non esistono nè maschere nè parole a confondere..
Cara/o Maya, perchè buttarla sempre in polemica? Io penso che il senso della mia affermazione fosse chiaro. La "diplomazia" a cui facevo riferimento è da intendersi in senso provocatorio, sarcastico. Il senso era: Hitler faceva certe cose in maniera palese. Voleva la Polonia? Beh, se la prendeva, senza tante storie. Se invece Bush vuole l'Iraq deve contrattare con gli altri capi di stato, mettere in piedi tutto un sistema di "scuse" presentabili. Paradossalmente dai bastardi palesi è più facile "difendersi", può nascere una resistenza. Un lupo sai che è un lupo, lo riconosci, puoi persino preparare una difesa. Il lupo mascherato da agnello ti salta alla gola prima che tu possa accorgertene. In sintesi, paradossalmente, è preferibile un bastardo palese a un bastardo che si presenta come alfiere dei diritti umani. Dire che Hitler è meglio di Bush o di xxx xyx è un iperbole che ha come unica funzione quella di dire "Bush, non darti delle arie, non sei migliore di lui".
Beh, premettendo che non trovo assolutamente arie di presunzione, credo che se c'è una persona che può darsi arie nell' indie italiano è proprio Cinzia. Che non se ne da.
scusami cinziasnow, ma
il nazismo mascherato da democrazia non è diplomazia, è menzogna
e se IL nazismo non è stato/è una FOLLIA epocale cos'altro dovrebbe essere?
Per altro molto più che pubblicizzata: propagandata su grandi schermi con bieca maestria massmediatica.
Certo tu sei libera di pensare/dire/affermare/scrivere il contrario ed io di ristudiare la storia contemporanea per tornare qui a ribadire il morettiano motto "le parole sono importanti", ma se poi ai vostri concerti ti ritrovi con un pubblico di preti negazionisti o di teste vuote che si prendono a cinghiate, la vedo dura metterti lì a spiegare loro che non c'è troppa differenza tra il titolo provocatorio di una canzone e la situazione criminalpolitica internazionale attuale... o no? :?
quel "museo vivente" del (b)ananartista lo conoscevo da un tot, però dopo aver visto questo video mi è toccato di sognarlo... non un incubo però, un sogno un po' strambo direi...
:)
a te come è andata?...
ciao!
(Messaggio editato da maya il 11/09/2009 11:39:07)
Complimenti e 2!
(Messaggio editato da bombo il 10/09/2009 13:31:22)
Non vi conoscevo... Bellissima scoperta. Complimenti!:)
Mauro Repetto vive a Parigi, lavora a Euro Disney, è il direttore degli spettacoli del parco...non male no?... Inoltre ha fondato una ditta di design assieme a sua moglie Josephine...
Hitler non era diplomatico, è innegabile. Il senso della canzone era che Hitler faceva palesemente quello che molti governanti "democratici" vorrebbero fare ma non possono o quantomeno le fanno nascostamente. Non c'è molta differenza etica tra Hitler e Bush. La differenza sta nel fatto che Hitler se ne sbatteva di pagare agenzie pubblicitarie per far sembrare nobili delle azioni che, di certo, nobili non erano. Al contrario se oggi l'occidente deve fare piazza pulita di civiltà sgradite lo fa con la scusa della democrazia o della missione umanitaria.
"...tanti anni fa abbiamo fatto un pezzo che si chiamava "Hitler was not mad", cioè Hitler non era pazzo, era semplicemente un politico che mancava di diplomazia."
Fate venire i brividi!
ho visto il video e ho scoperto il sito di (b)ananartista. sono abbastanza sconvolto, spero di non avere gli incubi stanotte :P