Abbiamo scovato Carmen Consoli al Junglesound di Milano e siamo riusciti a fare due chiacchere con lei, in un bar poco lontano, ecco qui la trascrizione di parte della chiaccherata. Attorno ai tavolini del bar ci sono: Carmen, Leif Searcy (batteria), Leandro (basso) e Pons e Camillo (Rockit).
Rockit: parlaci un po del disco nuovo.
Carmen: il titolo del disco nuovo e' "mediamente isterica", noi adesso stiamo facendo le prove e ci stiamo affiatando, base ritmica e chitarra, io sono una delle tre chitarre. Niente, e' il disco di una band, parte di questo album e' stato rodato e composto durante il tour dell'anno scorso, e' stato registrato e meditato in sei mesi... e niente! sono molto soddisfatta! eppoi quando finisci un lavoro ti sembra di aver fatto la cosa piu' bella che tu abbia mai fatto.
Rockit: il disco e' gia' pronto?
Carmen: si', il disco e pronto. e' gia' stato spaff! (sbatte le mani) stampato
Rockit: qui al Junglesound state provando per il tour dunque?
Carmen: stiamo provando per affiatarci.
Rockit: t'avevo visto a Max Generation un po' di anni fa... e mi ricordo che al chitarrista si ruppe una corda e tu iniziasti a ridere... e hai riso per mezza canzone!
Carmen: infatti!! abbiamo improvvisato un blues...
Leif Searcy: era su "lingua a sonagli"
Rockit: si, e' vero...
Carmen: ...bhe', quindi... il disco contiene 13 brani e credo di non poter dare un giudizio obiettivo sull'album.
Rockit: e il titolo? come e' nata l'idea del titolo?
Carmen: mmh, la donna presa nel momento del pre-mestruo, predisposta a vedere la mezza bottiglia vuota... perche' volevo ironizzare, visto che i contenuti dell'album a volte sono un po' tristi, per cui alla fine risentendolo mi sono depressa anch'io e cosi' ho voluto ironizzare.
Rockit: sicuramente ti diverti, ma come ti senti cosi' giovane a suonare davanti ad un pubblico cosi' grande e ad avere questa importanza?
Carmen: mi sento di dover provare tanto per poter dare un livello accettabile a chi mi viene ad ascoltare e dal momento che questa e' la professione che mi si prospetta davanti cerco di farla con la P maiuscola
Rockit: ma ti diverti ancora?
Carmen: si, ancora non sono arrivata alla condizione "senile" del rock! (ride) ancora ho tante cosa da dire e tanta rabbia da sfogare e con me i ragazzi della mia band
Rockit: con la band vi conoscevate da tanto tempo?
Carmen: lui e' stato il mio primo batterista, e finche' morte non ci separi staremo uniti, un sodalizio (ride)
Leif Searcy: il primo batterista non si scorda mai
Carmen: abbiamo deciso, cioe', ho deciso io per lui che se per il 2002 siamo ancora tutti e due single... io voglio avere un figlio (ride) no scherzo... insomma voglio imbastardire un po' la mia razza, voglio schiarire un po' i miei colori (il batterista e' biondo). (ride) no, bhe', abbiamo deciso che se nel 2002 siamo ancora single ci sposiamo, cosi' facciamo su una bella sala prove...
Leif Searcy: facciamo il figlio bassista e siamo a posto! (ride)
Rockit: quindi anche la vostra e' una storia di quelle classiche da sala prove...
Carmen: si', infatti, il nuovo lavoro e' un lavoro da band, il 50% del contributo l'ha dato la band, che ha arrangiato i pezzi, ha lavorato insieme a me, e mi ha portata in una dimensione che prima non conoscevo. Io ero acustica! Avrei fatto tutti i pezzi chitarra e voce... la band invece ha le sue esigenze, ognuno si esprime come meglio crede, l'importante e' che mi fanno fare la mia parte, i miei accordi... e' un disco a livello artistico autoprodotto, l'ho prodotto io.
Rockit: le canzoni, le hai create tu? gli accordi, le linee...
Carmen: si'.
Leif Searcy: si', la melodia e il giro armonico che c'e' sotto e' opera di carmen, poi dopo noi abbiamo arrangiato i pezzi e abbiamo trovato la nostra parte...
Carmen: si', il lavoro e' al 50% loro... mi sento di dirlo perche' e' cosi'. se l'avessi fatto da sola avrei fatto un disco acustico o un disco mediamente...
Leif Searcy: isterico! (risate)
Carmen: (ridendo e facendo l'arrabbiata) il fatto che sia "mediamente isterica" il titolo del disco fa supporre che il prossimo abbia un evoluzione ancora piu'...
Leif Searcy: sara' "mediamente incazzato" il prossimo! (risate)
Carmen: nel prossimo disco il batterista suonera' gli jambe', il bassista suonera' il contrabbasso con l'archetto e io l'arpa! (risate)
Rockit: ti ci vedo! farete musica celtica!
Leif Searcy: io portero' anche il flauto che si usava alle medie.
Carmen: dovete portare tutto! perche' dal vivo ci stiamo preparando su due fronti: su un fronte la band al completo e sull'altro vorremmo creare una situazione in trio
Rockit: acustico?
Carmen: no, anche elettrico, ma cambiando gli arrangiamenti e creando questa cosa inedita che ancora non sappiamo come gestire... vorremmo ripescare anche delle cover dagli anni sessanta e poi pezzi miei... questo noi tre...
(Arriva il panino di Leif Searcy, c'è un attimo di pausa...)
Carmen: il singolo che c'e' ora in radio non l'abbiamo promosso adeguatamente, si chiama "besame giuda" vuole evocare "besame mucho" e "il bacio di giuda", parla di tradimento, pero' non amoroso... non compatito.
Rockit: eh?
Carmen: non compatito. non compatito.
Rockit: andiamo sul difficile...
Carmen: parlo potabile allora: cioe', non mi piango addosso, reagisco con dignita' come si addice ad una siciliana, a testa alta...
Rockit: ci sono collaborazioni particolari sul nuovo disco, tipo qualcosa coi la crus, la dona'...
Carmen: ah, no. non nel mio disco... in quello nuovo dei La Crus che uscira', ho cantato un brano insieme a Gio' (dei La Crus), vi lascio la sorpresa. In questo mio disco, pero', non siamo riusciti ad organizzare una collaborazione con Gio', pero' nel prossimo vedremo...
Rockit: parlaci un po' del concerto a Civitanova.
Carmen: e' stata una bellissima esperienza, c'era Cristina (Dona'), i La Crus ed io. Ci saremo tutti nel nuovo disco dei La Crus, che e' bellissimo, stanno finendo i missaggi.
Rockit: si parla di una presenza dei La Crus a San Remo...
Carmen: mah, io lo spero. Perche' se quest'anno gruppi come i La Crus vanno a San Remo vuol dire che San Remo si eleva notevolmente, e sarebbe una buona cosa per la musica italiana, tra parentesi io non sono contraria a San Remo.
Rockit: per forza, ci sei passata!
Carmen: io c'anderi di corsa. secondo me se si va con la propria musica, onestamente, qualunque posto e' buono, anzi piu' e' in contrasto meglio e'. Non mi considero ghettizzata nel circuito alternativo (fa la voce alternativa) perche' non lo sono, sono una romantica e dovunque mi facciano andare io ringrazio perche' mi fanno suonare la mia musica e comunque San Remo o qualunque altra manifestazione e' un veicolo promozionale. L'importante secondo me non e' il look o l'immagine: "se va a San Remo non e' un'alternativa"... e poi magari vanno a vedere gruppi tipo le spice girls ma con la chitarra elettrica che siccome suonano in un centro sociale sono alternativi. E questa e' una piccola critica ai vari alternativi italiani: bisogna saper scindere bene il grano dalla gramigna. Cioe' riconoscere anche in una situazione come San Remo, l'arte e il profilo. Le cose non devono essere ghettizzate in un circuito, anzi, piu' si estendono e meglio e'. Quest'anno sono molto contenta della evoluzione musicale italiana e anzi vi diro' che i nuovi gruppi stanno portando veramente qualcosa di nuovo e di creativo, soprattutto dal punto di vista melodico. Se pensiamo che dall' Inghilterra l'unica cosa che hanno da darci sono i Blur, gli Oasis, i Take That, i Verve, le Spice Girls... io sono convinta che noi italiani, a partire dai Bluvertigo a finire con Prozac, a continuare con gli Afterhours, Puortorico, La Crus e mi metto nel mezzo... bhe', stiamo facendo veramente qualcosa di nuovo e ci dobbiamo sentire dire: "bhe', per l'Italia e' qualcosa di carino..." eh NO! Se andiamo in Inghilterra secondo me gli facciamo un culo tanto! Soltanto che succedera' che gli inglesi copieranno le nostre melodie mediterranee e poi ce le vomiteranno in Italia e noi "ooohh". Come hanno fatto i Radiohead che hanno copiato le melodie dei Pooh
Rockit: sei integralista!
Carmen: no, sono italiana, scrivo in italiano. amo la letteratura italiana, amo la cultura italiana e provo una soddisfazione spropositata ed indescrivibile a scrivere i testi in italiano... mi piacerebbe poter andare all'estero senza rinuncare a questo aspetto che e' una delle cose che piu' mi piace.
Rockit: e poi anche le canzoni sono scritte per l'italiano... cioe' sono fatte su un testo in italiano...
Carmen: esatto, sono nate in lingua italiana, per cui e' la musica che si adegua alla musicalita' della lingua italiana. Se dovessi scriverle in inglese le scriverei direttamente in inglese, la musica della mia band non sarebbe cosi'...
Rockit: il problema sarebbe diffonderlo: distribuirlo...
Carmen: in Italia bisogna capire una cosa, non e' che ora arrivo io e insegno, ma si deve capire che se si vuole vendere il proprio prodotto bisogna andare a suonare. Bisogna sacrificarsi e andare col furgoncino e la puzza di piedi (!) e andare a suonare ovunque! Come ha fatto Ani Di Franco, non se la sarebbe filata nessuno se non avesse fatto il giro del mondo a suonare a ripetizione dovunque! E' partita con una piccola etichetta indipendente e con una miseria, con niente, ma suonando e' diventata Ani Di Franco... che manco passa per radio. Gli Uzeda, che sono uno dei grandi gruppi italiani, e mi vanto perche' sono catanesi, hanno detto: "noi scriviamo in inglese, e giriamo... e suoniamo. se non suoniamo non ci facciamo conoscere". Se veramente il gioco vale la candela vale la pena fare cosi'.
Rockit: si'. purtroppo in Italia c'e' questa idea che fare musica sia fare un cd e che suonare in giro sia una conseguenza.
Carmen: si'. si fa il cd. se il cd e' accettato dalle radio fai il tour, se no non hai la possibilita' di suonare. Negli stati uniti il discorso e' opposto, mi compro il cd per ricordarmi del concerto! Quindi la mia prossima mossa, se me la faranno fare, sara' andare all'estero col mio pacchetto in cd, partire in trio perche' forse costa meno, ricominciare da zero e ritagliarci tre mesi in cui fare questa esperienza. ci confrontiamo e ci relazioniamo con l'estero.
Rockit: fate come i Timoria che sono andati in Francia.
Carmen: e hanno fatto bene!
Rockit: solo che poi son tornati e si son divisi (rido)... sto scherzando...
Carmen: ma hanno fatto bene, hanno fatto bene. se no si crea un circuito malato... poi succede che contemporaneamente escono le Hole e Cristina Dona', Cristina Dona' vende tot e le Hole vendono un casino... e che cos'ha Cristina Dona' meno delle Hole? Io amo le Hole, amo Curteny Love e ascolto spesso i suoi dischi, ma se vado a vedere Cristina Dona' dal vivo vedo che e' una che la chitarra la sa suonare ed e' una che sa cantare. Ma bisogna smettere di essere esterofili, perche' se uno va ad ascoltare una Cristina suonare, si rende conto della qualita', che e' una che lo sa fare il suo mestiere, molto meglio di tanti altri che vanno avanti solo perche' sono inglesi. Frecciatina: Anouk! (sorride) arriva questa qua, come se fosse una spice girl con la chitarra elettrica, con tutto il rispetto per Anouk ma ci sono personaggi molto piu' rock di lei... solo che all'estero li sanno vendere, qui in italia invece: se andiamo nei paesi bassi non ci cacano... Quindi se arriva Anouk con la sua tuta acetata e che fa karate, che si confronti con una Cristina Dona' che e' una gran donna di classe! E posso parlarti dei degli Scisma, dei Prozac, dei Bluvertigo....
Rockit: si' si'. comunque ci capiamo completamente, noi abbiamo fatto un sito e una fanza solo per gruppi italiani, quindi siamo d'accordo! E' il nostro scopo... A proposito di internet: sai che ci sono diversi siti su di te?
Carmen: si', ogni tanto li giro con qualcuno che e' pratico di internet... fanno piacere.
a cura di giulio pons e camillo ferraris
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L'articolo Carmen Consoli a Milano, intervistata al JungleSound di Giulio Pons è apparso su Rockit.it il 1998-10-16 00:00:00
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