A tre anni dall'esordio con "La terza guerra", Mimosa è tornata con un nuovo album che si intitola "Hurrah", uscito il 19 ottobre per La Tempesta Dischi. Voluto da Davide Toffolo e arricchito dalle ritmiche di Andrè Ferrari dei newyorkesi Snarky Puppy, il disco è stato interamente composto al pianoforte, che si incontra con l'elettronica per 11 tracce che rappresentano 'l'urlo gioioso' dell'artista, milanese d'origine e romana d'adozione. Musicista e attrice di cinema e teatro, Mimosa ci racconta qualcosa di più sul suo nuovo album in questa intervista.
Pianoforte ed elettronica: come nasce questa formula?
Nella vita mi sento pervasa dalla tecnologia, nel corpo e nella mente. Volevo che questo disco suonasse come un corpo pulsante in cui l'elemento umano (il piano acustico) si mischia perfettamente in armonia con quello tecnologico (l'elettronica). Mi sento così, un corpo di sangue con l'innesto di un microchip.
Il tuo nuovo album è stato, come si legge nel comunicato, “voluto da Davide Toffolo”: che significa?
Davide è un visionario. Avevo questa idea in testa che non era allineata alla scena e lui ha detto: “Facciamolo!”. Per me indie vuol dire essere liberi. Non mi piace essere allineata a qualcosa, seguo un flusso di idee e musica. Sono fatta così. Gli devo molto, perché ci ha creduto.
Come vi siete incontrati, e com’è nato il duetto che chiude il disco?
Ho incontrato Davide durante l'esperienza del musical lo-fi “Cinque Allegri Ragazzi Morti” di Eleonora Pippo. Ci siamo sempre tenuti in contatto per amicizia. Nel brano “Angeli” volevo la sua voce. Volevo sentire la sua voce all'unisono con la mia, perché per me lui è stato un angelo e mi immagino che questi esseri facciano così: sussurrano all'unisono con te per portarti a fare cose che mai avresti creduto di poter fare.
“Hurrah” è il tuo urlo gioioso, fatto di episodi costruiti in maniera essenziale: dove trovi l’ispirazione per i tuoi brani? E da dove ha preso vita questo album?
Hurrah, il titolo del disco, significa questo: gridare battaglia ed esultare. È un invito a cogliere il momento nel bene o nel male e a viverlo fino in fondo. La vita è un casino ed è difficile proiettarsi nel futuro, troppo doloroso guardare al passato. Scrivo quando voglio fotografare un istante e ricordamelo per sempre perché mi fa sentire viva.
Ci sono molti giochi di parole nelle tue canzoni: è un tuo tratto distintivo? Quanto conta la ricerca nei testi nell’equilibrio complessivo del tuo lavoro?
Mi piace usare le parole per cambiarle, riassemblarle, smontarle come i mattoncini dei Lego. Soprattutto nel loro senso originario. Ne escono costruzioni diverse. Ad esempio i brani “Videovita”, o “Bio-logica” e “Pro-memoria” nascono da questo.
Hai composto l’intero disco al piano, qual è il tuo rapporto con questo strumento?
Il piano è una parte di me. Non so cantare senza suonare. Le due cose per me vanno insieme. La mia sfida è declinarlo nelle canzoni in tutte le sue possibilità.
Parlami della collaborazione con Andrè Ferrari degli Snarky Puppy.
Andrè è special guest degli Snarky Puppy e con Michael League suona anche nei Bokanté. Sono stata a un loro concerto e alla fine ho aspettato fino allo smontaggio degli strumenti per parlargli. Quando l'ho avvicinato non sono riuscita a spiccicare parola per l'emozione e lui pensava volessi fare una foto. Quindi quella sera sono tornata a casa con un selfie insieme su Instagram. Durante la notte ho preso coraggio e gli ho scritto una mail a un indirizzo trovato su Facebook. Lui il giorno dopo ha risposto e da lì è cominciato tutto.
Tu hai un’immagine molto forte, a partire dalla copertina dell’album: quanto ti rappresenta davvero?
Quella sono proprio io. Nessun abito o stile preconfezionati. In copertina c'è il mio corpo, contento di essere al mondo, orgoglioso della sua femminilità. Mi sono dipinta d'argento in accordo con l'anima electro del disco.
Quale pensi che sia la situazione delle artiste nel mondo musicale di oggi? Tu senti di avere gli stessi diritti e le stesse opportunità degli uomini?
Spero di vedere un festival di musica a maggioranza femminile che non sia considerata un'operazione da 'quota rosa’, ma un fatto normale. Le ragazze stanno passando un periodo importante. Per più di duemila anni potevamo stare per lo più ai fornelli. Io mi sento fortunata perché vivo in un Paese in cui i miei diritti sono rispettati, anche se ancora c'è da lavorare tanto sui pregiudizi e la realtà non rispecchia i diritti sulla carta. Se penso alle ragazze che in Iran non possono cantare o ballare pubblicamente… C'è davvero da preoccuparsi. Per questo mi sento una responsabilità addosso, quella di portare avanti la mia musica ed esprimere la libertà anche per loro.
Oltre ad essere una musicista, sei anche un’attrice di cinema e teatro: quale di questi ruoli ti coinvolge di più?
La musicista. No, l'attrice di cinema, anzi… No, il teatro… Forse musicista… No aspetta: dove rispettano il mio lavoro.
Il 22 sarai in concerto al Circolo Ohibò di Milano per la Milano Music Week: e poi?
22 novembre al Circolo Ohibò, 23 novembre ai Giardini Luzzati di Genova, 30 novembre al Monk di Roma, 1 dicembre Teatro Pucciniano di Torre del Lago (LU).
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L'articolo Fotografare un istante e ricordarlo per sempre: Mimosa racconta il suo nuovo album “Hurrah” di margherita g. di fiore è apparso su Rockit.it il 2018-11-13 10:30:00
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