Seguiamo i movimenti di Mind Enterprises ormai da qualche anno: dalla sua firma per la prestigiosa Because Music nel 2013 fino agli ultimi bellissimi video "Chapita" e "Girlfriend", i due primi singoli estratti dal nuovo "Idealist". È per questo che oggi siamo felicissimi di presentarvi l'album in streaming in esclusiva per l'Italia, accompagnato da un'intervista in cui Andrea Tirone ci racconta la genesi di questo suo nuovo lavoro.
Nel 2012 hai lasciato Torino e ti sei trasferito a Londra. Avevi già le idee chiare su cosa avresti voluto fare?
Sì, sono venuto qua per la musica essenzialmente. Ero reduce dalla scottatura coi Did, avevo investito molto su quel progetto e non stava dando i frutti sperati, quindi venire qui ha coinciso con una specie di restart. Quando sono arrivato ero in un periodo di infatuazione per la musica interamente digitale, pensavo che le possibilità espressive del computer andassero oltre ed ero riluttante ad utilizzare degli strumenti veri. Dopo l'uscita del primo ep, "My Girl", mi sono reso conto che questa cosa non mi bastava più, mi mancava l'approccio strumentale, così ho iniziato ad ascoltare delle cose nuove e ho gradualmente modificato il mio modo di scrivere.
Come sei entrato in contatto con Because?
Appena arrivato ho iniziato a inviare i primi provini a un centinaio di etichette, che erano quelle che più mi piacevano. I ragazzi di Double Denim mi hanno risposto subito e hanno fatto uscire un 7", da lì mi ha contattato poi Because.
È stato difficile entrare nelle dinamiche di produzione di un'etichetta major?
È stato uno scossone, all'inizio mi ha lasciato abbastanza spiazzato. Sai loro si aspettano da subito buoni risultati, che la musica che fai arrivi comunque a un certo livello e questa era una roba a cui non ero abituato. Non che loro mi abbiano messo delle pressioni dirette, però ho dovuto combattere con quel senso di inadeguatezza che a tratti, in situazioni come questa, ti assale. La difficoltà credo che stia soprattutto nel raggiungere un certo livello di scrittura pop, chiamiamolo così, senza compromettere il proprio percorso artistico. L'integrità per me è molto importante e quando scrivi canzoni pop è difficile tenere la barra dritta, riuscire a scrivere cose orecchiabili ma non sommarie.
È stata una gestazione molto lunga?
In realtà la maggior parte dei pezzi li ho scritti sei mesi fa. Ho passato un sacco di tempo ad ascoltare musica e a pensare all'idea del disco, la canzoni all'inizio non uscivano fuori di getto. Poi a un certo punto il quadro si è delineato e ho scritto quasi tutto il disco in un breve periodo. Però ci sono anche delle cose più vecchie, "Girlfriend" ad esempio è il primo pezzo che ho scritto per Mind Enterprises. Prima dell'uscita mi sono riascoltato tutti i provini che avevo registrato negli anni e l'ho ritrovato. Ed era magicamente perfetto.
Cosa ti ha sbloccato da questo periodo di stallo?
È stato il frutto di un percorso, avevo accumulato tante idee, tanti suoni e a un certo punto mi sono accorto che avevano un senso e sono riuscito a chiudere le canzoni. È semplicemente una di quelle situazioni in cui sai chiaramente cosa vuoi e devi continuare a lavorarci per ottenere dei risultati che ti soddisfino. È una cosa che richiede tempo e fatica, il disco è uscito fuori in un preciso momento in cui sono riuscito a far quadrare tutto.
Cosa volevi da questi pezzi?
Volevo che fossero più estroversi e che non avessero come unica cifra questa specie di romanticismo timido e introverso che penso fosse quello che esprimevano le mie prime cose. Credo di non essere esattamente quel tipo di persona, so di essere anche abbastanza estroverso, quindi ho cercato di bilanciare queste due cose.
Sbaglio o in queste canzoni ci sono tante relazioni personali?
Assolutamente. Addirittura agli inizi ogni mia canzone aveva un rimando diretto a una persona, principalmente si parlava di ragazze. Nel disco è rimasto questo aspetto, anche se ci sono alcuni brani, ad esempio "Idealistic", che hanno a che fare più con le relazioni che uno intrattiene col mondo.
C'è qualcuno che è stato importante e ti ha aiutato a costruire, anche indirettamente, l'identità di Mind Enterprises?
Uno dei personaggi chiave, che tuttoggi mi continuano a ispirare, è sicuramente Sal P dei Liquid Liquid, che ho conosciuto tempo fa a Torino. Ha prodotto un ep dei Did, e in quella fase ricordo mi passò veramente un sacco di musica, che in un primo momento ho lasciato a prendere la polvere e poi improvvisamente ho ricominciato ad ascoltare con una consapevolezza nuova, e mi ha aperto un mondo. Mi ha ispirato per un sacco di motivi, anche umanamente, il suo modo di approcciarsi alle cose. E poi sicuramente ti dico Fela Kuti, che è stato un po' la mia testa di ponte per tutto quello che riguarda l'afrobeat, afrofunk e la musica nigeriana, che sono tra le cose che ascolto di più al momento, sia per una questione musicale ma anche di contenuti. È una musica completamente anti-romantica e fa da contrappeso a quell'altro lato della mia personalità in maniera costruttiva.
Credi che musicalmente ti porti dietro delle cose dall'esperienza Did?
Siamo stati un sacco di anni insieme, chiaramente abbiamo lo stesso background, quindi ci sarà qualcosa che anche implicitamente è rimasto. Però io non mi sono mai ispirato a quello che scrivevo coi Did per scrivere la mia musica. Quello che ci accomuna più di ogni altra cosa forse è l'attitudine live, anche con Mind Enterprises i concerti diventano quasi una jam, mi piace dilatare i pezzi e far diventare il live un'esperienza clubbin'.
Uscito il disco adesso quali sono i piani?
Adesso che non ho più l'assillo di chiudere il disco mi stanno venendo un sacco di idee per quello nuovo, ma è una cosa che mi tengo lì per ora. Realisticamente mi piacerebbe che si inizi a creare una fanbase intorno al progetto e che questa cosa ci porti a suonare il più possibile in Inghilterra e in Europa, le prime date stanno andando bene e a giugno suoneremo anche al Field Day qui a Londra. Questo ora è il piano da sviluppare al massimo.
---
L'articolo Mind Enterprises: ascolta il nuovo "Idealist" e leggi l'intervista di Marcello Farno è apparso su Rockit.it il 2016-02-25 10:32:00
COMMENTI