Minerva, tra i manga e la mitologia classica

Come in un racconto di Stephen King, ma con un’edera al posto dei clown, la 18enne Letizia Simioni from Treviso prova a raccontare le paura della sua generazione. Con la passione per l'hip hop lo-fi e il cuore rivolto al Giappone

Minerva in uno scatto veneziano
Minerva in uno scatto veneziano

Minerva, all’anagrafe Letizia Simioni, è un’artista classe 2002 proveniente dalla provincia di Treviso. Inizia a scrivere brani a 13 anni, influenzata dalle metriche del mondo hip hop italiano, ma il suo concept trae ispirazioni dalle fonti più disparate (l’arte, universo lo-fi e l’immaginario anime) rielaborate in una visione malinconicamente retrò. Minerva delinea così un personale universo caratterizzato dalle tinte pastello dei suoi pensieri e dalla presenza d’intermittenze (glitch) che si riflettono nelle sue canzoni, nei contrasti che si possono riscontrare tra il contenuto dei suoi testi e il mood del loro sound.

Nell’estate 2020 con Mantra, prodotto da Jack Sapienza, ha inizio la sua collaborazione con la realtà indipendente torinese RKH con la quale ha pubblicato i tre singoli successivi. Edera, l’ultimo brano dell’artista veneta, nasce da un sogno durante il quale Minerva viene trascinata verso il basso da una pianta rampicante, che fuoriesce da una grata e non le permette di liberarsi:metafora del dolore che si può provare nei confronti di una persona con cui si entra in empatia. Una sensazione positiva che, spesso, può trasformarsi in una trappola sino a paralizzarci. Della quale, però, non bisogna avere paura. Alla quale non dobbiamo permettere di sopire la nostrà emotività, ma anzi, imparare a convivere: come un'edera che cresce sul tronco di un albero.

Perché, fra tutti i nomi e tutte le divinità, proprio Minerva?

Perché Minerva nella cultura romana è la dea delle attività intellettuali, ma anche la protettrice dei musicisti. Un’immagine che mi ha sempre affascinato molto: anche se rispetta il ruolo assunto dalla sua contro-immagine greca, Atena, dea della guerra, Minerva ha un'attitudine decisamente femminile.

Com’è stato debuttare in una realtà piccola come la tua?

Vivo in provincia di Treviso, muovere i primi passi in un ambiente molto ristretto e non particolarmente aperto a influenze e contaminazioni, con meno possibilità per suonare dal vivo, non è esattamente semplice. D’altra parte, credo che questo si traduca necessariamente in un linguaggio molto personale e intimo. Sicuramente Treviso ha rafforzato la mia identità artistica.

La cover dell'ultimo singolo
La cover dell'ultimo singolo

C’è una pianta al posto di un terrificante pagliaccio, ma la trama sembra tratta da IT, capolavoro horror di Stephen King. Sbaglio?

In realtà non ci avevo proprio pensato, ma l’idea della grata nasce comunque dalle mie paure. In effetti, soprattutto da bambina, avevo il terrore di passarci sopra - mentre ora lo faccio, anche se malvolentieri - e mi sembrava fosse un'ottima metafora per descrivere come vivo l’incertezza.

Nel Bacio di Hayez, l’edera è simbolo dell’amore. Perché quindi scegliere proprio questa pianta per esprimere le tue paure?

L’edera anche nella mitologia classica è spesso ricorrente come simbolo della passione e della continuità. Oltre a questo, molto più banalmente è una pianta che mi piace moltissimo. Per dire, camera mia è ricoperta da una carta da parati con dei rampicanti. Qui volevo fare un’analogia dell'amore come vicolo cieco, come qualcosa che “intrappola” gradualmente. Ma non necessariamente in senso negativo, quanto quella sensazione inaspettata di avvolgimento travolgente.

Uno dei tuoi precedenti brani, Fuji, così come la copertina dell’ultimo singolo, lascia presagire una certa fascinazione per l’estremo oriente. In che modo ha influito sul tuo orizzonte artistico?

Sicuramente la mia estetica è molto legata a tutto il mondo manga e anime anni 90. In particolare, farei riferimento a Sailor Moon, ma sono sempre stata una grande fan di Sanrio e dello Studio Ghibli. In generale, sono molto curiosa anche per quanto riguarda la moda di Harajuku, in particolare lo stile Lolita e tutti quei “linguaggi” che possono essere definiti “kawaii”, per rendere l’idea: il personaggio di Menhera che racconta i disturbi mentali in un’ambientazione color pastello. Un’altra categoria che mi attrae particolarmente sono gli ukiyo-e, le tipiche stampe giapponesi. Le adoro. Credo che la mia grande passione per il folklore e la mitologia, non solo giapponesi ma in genere orientali, mi abbia permesso di dare vita a un mondo parallelo in cui inserire Minerva. In effetti è proprio il sincretismo a rendere tutto questo magico: dove nasce la nostra cultura, e in generale quella classica, si vanno a mischiare elementi di tante altre popolazioni.

Minerva e le piante rampicanti
Minerva e le piante rampicanti

Hai iniziato a riscuotere consensi dopo che sei apparsa nella playlist Graffiti Pop di Spotify, è un’etichetta da cui ti senti rispecchiata?

In senso lato. Anche se in modo sottile, mi piace pensare che la mia musica possa portare a qualcuno un messaggio concreto. Trovo un pensiero comune di fondo a tutte le mie canzoni: l'accettazione di noi stessi. Con Edera quest'idea viene messa a fuoco nel confronto con gli altri, ma, ad esempio, in Illusione lo stesso processo ha una direzione più interna, verso noi stessi. Dentro le nostre paranoie. In qualche modo quindi credo di sì, se per “street” intendiamo qualcosa che voglia parlare, di problemi veri. Anche se con molte metafore, credo la mia musica sia estremamente “real”.

A chi t’ispiri e con chi ti piacerebbe collaborare?

Come riferimento principale ho sempre avuto Melanie Martinez. Trovo che mi abbia influenzata tantissimo per quanto riguarda un certo tipo di estetica, ma anche per il suo dualismo tra testi e musica. In Italia, mi piacciono molto IRBIS 37tha Supreme e Madame.

Questo è il tuo quarto singolo, hai in mente un ep\album?

Non posso dire tanto per ora, ma tutti i brani usciti si collegano in un progetto più grande cui stiamo lavorando e che uscirà tra non molto.

---
L'articolo Minerva, tra i manga e la mitologia classica di Marco Beltramelli è apparso su Rockit.it il 2020-11-19 11:29:00

Tag: singolo

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autoreavvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussioneInvia