"Nairobi D è un nome d’arte che mi piaceva: richiamava molto il genere di musica che amo e l’idea che vorrei dare alle mie produzioni artistiche, ossia di musica elettronica con contaminazioni provenienti da diverse culture". Nicola Buttafuoco ci presenta così il suo percorso da solista sotto il nome di Nairobi D, che si svolge parallelamente alla sua carriera come chitarrista dei Pinguini Tattici Nucleari.
Venerdì 25 settembre ha pubblicato il suo secondo EP, Fields, grazie all’etichetta internazionale Lukins di Berlino, punto di riferimento per la musica elettronica underground. Dopo anni di esperienza con la band bergamasca, Nairobi D nasce dalla voglia dell’artista di mettersi alla prova in solitaria, nella dimensione perfetta per il suo background, che va dal rock al sound da club.
I suoi passi nel mondo della musica iniziano intorno ai 17 anni, quando Nicola scopre Versus dei Kings of Convenience: "Nonostante loro siano un duo famoso al grande pubblico per le sonorità acustiche, delicate e morbide, quel disco racchiudeva alcuni remix di diversi artisti di musica elettronica che conciliavano il suono soft, acustico, del duo con sintetizzatori e sample". Fra questi remix attira maggiormente la sua attenzione quello di Four Tet e incuriosito da questo nuovo sound, comincia ad ascoltare i suoi dischi e quelli di altri artisti affini, scoperti col tempo. "Dopo mesi di assimilazione e ascolto intenso – ci racconta - decisi di provare a produrre qualcosa di mio che potesse richiamare qualcosa di stilisticamente simile".
Il progetto Nairobi D è nato poco prima del suo ingresso nei Pinguini Tattici Nucleari, intorno al 2016. L’esperienza con la band, come ci ha raccontato, gli ha permesso di crescere musicalmente e professionalmente, grazie all’incontro con figure professioniste del mondo della musica, agli svariati tour negli anni e agli arrangiamenti live creati in sala prove. "Diciamo che queste mie due anime convivono serenamente grazie alla passione e alla curiosità che metto in tutto quello che faccio", dice.
Muovendoci invece verso la scoperta della nascita dei suoi brani, Nicola ci racconta che Fields sia nata dopo il campionamento dei suoni dei campi vicino a casa sua. Ascoltando i suoni della natura, grazie ad una semplice passeggiata, ci possiamo rendere così conto di quanto siano semplici e belle le cose che ci circondano, che ci regalano spunti di riflessione e di lavoro interessanti. Dopo aver registrato questi suoni sul cellulare, l’artista bergamasco si è recato a casa, per tener traccia di quello che aveva ascoltato e delle idee che si erano sviluppate nella sua mente. Così, suonando diversi strumenti – quali chitarra, piano e basso – è stata creata passo dopo passo la vera traccia.
L’ispirazione è un fenomeno molto interessante, che non ha delle regole specifiche: accade per caso e bisogna saper cogliere l’attimo per non perdere quel momento importante, come ha fatto l’artista bergamasco. Nairobi D ci racconta che le ore nelle quali si trova meglio a lavorare solo quelle notturne, dove tutto attorno tace e lui riesce a dar luce alla sua musica.
Cosa aiuta questo artista a immergersi nella giusta atmosfera per creare della musica che porta gli ascoltatori a provare diversi sentimenti, come il viaggiare con la mente, il ballare o l’emozionarsi? "Ascoltare tanta musica è la prima fonte d’ispirazione, a volte anche una colonna sonora di un film e una serie tv che attira la mia attenzione mi porta subito a catapultarmi davanti al pc e a scrivere. È fondamentale anche liberare la mente, che sia tramite un’uscita per fare due passi, o un viaggio, o persino il semplice rallentare la propria giornata e fermarsi un secondo. Tutto questo, a parer mio, aiuta molto ad immergersi nella produzione e nella creazione".
Per quanto riguarda questo genere musicale, sappiamo che la città per eccellenza dove poter creare e scoprire queste sonorità è Berlino. In questa capitale, si trova la sede dell’etichetta Lukins, la quale ha accolto con piacere il progetto di Nairobi D nei primi mesi del 2020, volendo proporre la pubblicazione di questo EP su un campo internazionale. "La forza della musica sta nella capacità di unire realtà e persone diverse, anche a migliaia di chilometri di distanza": così Nicola spiega l'esperienza di aver portato la sua musica all’estero - Per me far parte, anche se a distanza, di questa realtà berlinese è motivo di orgoglio e spero che in futuro questa cosa possa continuare".
E continua: "È molto bello e stimolante poter collaborare con figure professionali internazionali. A ottobre scorso sono stato a Berlino dal mio caro amico Cioz – produttore bergamasco residente nella capitale tedesca, il cui progetto si è affermato molto negli ultimi anni – per la fase di mix della traccia Fields. Lì ho notato come la club culture sia molto radicata nella cultura della città, con tante persone e realtà grandi e piccole che lavorano con passione e professionalità. Tra le altre persone conobbi anche i Boy Oh Boy che mesi dopo, innamorati della mia traccia, decisero di farci un remix uscito poi nell’EP".
"Mi sento un privilegiato e ogni giorno penso a quanto io sia fortunato a poter lavorare e guadagnarmi da vivere con la musica. – Nicola racconta così l’influenza che il lockdown ha avuto nella produzione del disco - Purtroppo, il periodo che abbiamo passato ha messo a dura prova il nostro ambito professionale e mi ha fatto molto riflettere su come in un attimo tutto può davvero cambiare. Penso a moltissimi musicisti e figure professionali che lavorano dietro le quinte e spero in una ripresa generale di tutte le attività lavorative, chiaramente tutelando in primis la salute collettiva. In questi lunghi mesi ho concluso la scrittura dell’EP con la definizione dell’arrangiamento definitivo e il mixaggio di Motion. La scrittura è stato un modo per deviare i pensieri altrove rispetto a quello che stava succedendo fuori dalle mura di casa, nell’attesa che quel periodo potesse concludersi e che la situazione diventasse meno drammatica".
Il denominatore comune delle tracce del suo EP è l’utilizzo di campionamenti tipici delle sonorità africane e orientali. Ci suggerisce che per venire a conoscenza di queste musiche, si possono utilizzare servizi di streaming che offrono davvero tantissima musica con cui ci si può avvicinare a questo mondo. "Nel mio caso anche la curiosità ha fatto la sua parte, curiosità che mi ha portato a vedere diversi documentari sulla cultura musicale di popolazioni in giro per il mondo". Tra gli artisti che ci ha consigliato Nairobi D, troviamo: Four Tet, Bonobo, Mount Kimbie, Caribou, Populous, Rodriguez Jr, Todd Terje, Djuma Soundsystem, Monkey Safari e Quantic.
Il 3 ottobre Nairobi si esibirà a Berlino per il Fine Festival, organizzato dall’etichetta che ha pubblicato il suo EP e quest’inverno potrebbero esserci anche occasioni per vederlo dal vivo nel nostro paese, ma "per ora mantengo questo alone di mistero", dice. Come ultima domanda, ci teniamo a chiedergli se possiamo considerare i suoi pezzi come un lavoro "universale", che possa abbracciare diverse culture e diverse persone. Nairobi risponde: "È una bella definizione e sono davvero onorato di aver dato questa idea con il mio lavoro. Mi piace pensare che la mia musica possa creare un po’ di curiosità nelle persone che la ascoltano, e magari che qualcuno possa addirittura ricercare informazioni e scoprire gli strumenti e le culture da cui ho preso ispirazione per la scrittura dei miei brani".
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L'articolo Nairobi D è l'anima elettronica del chitarrista dei PTN di Enrica Barbieri è apparso su Rockit.it il 2020-09-30 10:30:00
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