Narratore torinese

Alekos Zonca trasforma il suo progetto solista in un collettivo elettro-sperimentale dal carattere DIY che si annida negli ambienti underground di Torino. Prima dell'uscita del loro nuovo disco ci spiegano come essere ancora controrrente "senza cercare di compiacere alle playlist di Spotify"

Narratore urbano – foto di Debora Savian
Narratore urbano – foto di Debora Savian

"Narratore Urbano è un progetto che nasce nel 2019 a Torino dai testi di Alekos Zonca (voce e chitarra, classe 1998) ma che a partire dal 2022 è esteso ad altre tre persone: Luca Abbrancati al basso, Giorgia Capatti alla batteria e Giovanni Bersani ai sintetizzatori". I quattro musicisti piemontesi hanno deciso di gestire tutto in autonomia. Non hanno booking, managment, comunicazione. È fatto tutto da loro, alla vecchia, mentre lavorano o studiano.

Il loro nuovo disco si chiama CTRL, il primo a cui lavorano in quattro. Alekos ne parla come fosse un punto di svolta. Dal progetto grafico ai testi, tutto è un urlo di rabbia (la parola che ripetono più spesso nel corso dell'intervista). È un modo per fare un salto rispetto al passato, per allontanarsi dalle contraddizioni che vedono nella società e tuffarsi nel mondo underground di Torino.

Come vi siete formati a livello musicale?

Una delle cose che ci ha formato di più è sicuramente il contesto musicale torinese.
Torino ha una scena molto variegata e al tempo stesso molto attiva, a tratti competitiva. Non esiste un genere che va per la maggiore, anzi, si dà molto spazio alla contaminazione e in certi casi alla vera e propria sperimentazione. Questo significa che quotidianamente ci confrontiamo con persone che fanno musica di qualità. Inoltre il live ricopre molta importanza: per poter funzionare a Torino non basta avere tanti seguaci su Instagram o essere entrato in editoriale su Spotify ma conta molto di più la qualità dei concerti. Nonostante per molti sembrerà anacronistico, credo ancora che l’unico modo per fare bene musica sia fare tanti live, sbagliarne tantissimi, mettersi in discussione, vedere concerti fighi di altri artisti e spaccarsi di prove. Questo è quello che vogliamo restituire all’interno di CTRL, il nostro nuovo disco. Abbiamo messo in discussione tutto ciò che era stato fatto finora e abbiamo lavorato sui brani senza cercare di compiacere alle playlist di Spotify. L’unico obbiettivo che ci siamo posti è far si che le sonorità e la produzione riportassero al centro la violenza e la disillusione dei testi e la dimensione della sala prove.

Narratore urbano live al Reset Festival 2022 – foto di Marzia Benigna
Narratore urbano live al Reset Festival 2022 – foto di Marzia Benigna

Quanti live avete fatto in questi anni?

In questi ultimi due anni abbiamo fatto una cinquantina di concerti e ci sono state molte belle esperienze.
Oltre alle aperture tra cui Geolier (Meeting del Mare, 2023), Venerus (Musica da Bere, 2022), Giancane (Cultfest, 2022), La Rappresentante di Lista e Eugenio in Via Di Gioia (entrambi al Climate Social Camp, 2022) grosse soddisfazioni sono arrivate soprattutto dai live fatti in giro per l’Italia come a Bologna, Cremona, Genova, Cuneo, Pavia, tutte città dove mentre suonavamo abbiamo creato una bella intesa con il pubblico. A Civitavecchia quest’anno abbiamo dormito per la prima volta in un locale e questo lo considero come un punto nel curriculum.

Avete collaborato con qualcuno per il novo disco?

Al momento per CTRL, il nostro nuovo disco in uscita il 15 di dicembre e primo disco collettivo abbiamo collaborato direttamente solo con due persone.
Il primo è Claudio Lo Russo, frontman degli Atlante e poli-strumentista nei Baobab!.
Abbiamo registrato tutto, dalla batteria alle voci, nella sua cantina adibita col tempo a piccolo studio underground. Inoltre Claudio si è occupato anche di produrre, mixare e masterizzare il disco, e ha cercato di trovare una cifra stilistica e delle sonorità che si incastrassero bene con quello che stavamo proponendo.Per la prima volta da quando faccio musica sento che quello che abbiamo registrato rappresenta ciò che siamo: Claudio ha colto la nostra esigenza di un disco diretto, violento e l’ha saputa restituire nelle produzioni.

La seconda persona è Debora Savian, fotografa e grafica che al momento sta lavorando principalmente con gli Eugenio in Via Di Gioia. Ha una sensibilità fuori dal comune nel saper interpretare l’immaginario di un musicista e restituirlo in maniera chiara e diretta, senza rischi di fraintendimenti. Con il suo supporto abbiamo sviluppato le copertine dei brani e abbiamo rivisto l’immagine di gruppo. Il risultato è un taglio netto rispetto al passato che mette in risalto la ruvidità e la rabbia di chi dall’underground sta cercando di proporre un’alternativa.

Quali sono i vostri ascolti?

Quando il progetto ha avuto inizio i riferimenti erano Rancore da una parte e il Vasco Brondi di Canzoni da spiaggia deturpata dall’altra.
Questi artisti sono sempre un’importante ispirazione ma soprattutto dopo l’esperienza al Reset Festival 2021 e i consigli di Willie Peyote, abbiamo cercato di scrivere in maniera più diretta, senza nascondere la rabbia nei confronti della società dietro ai virtuosismi della parola.

Oggi a quest’elenco possiamo aggiungere i Linea 77, i Ministri e i Verdena oltre che alcuni dischi che Claudio ci ha consigliato e che fanno parte della scena internazionale come Skinty Fia dei Fontaines DC e UGLY di Slowthai.
Per quanto mi riguarda invece in questo periodo sto riscoprendo la scena di Seattle degli anni '90, quella dei Nirvana, Soundgarden e Slint. E poi sto in fissa con gli Underscores.

Narratore urbano live allo Spazio 211 – foto di Martina Caratozzolo
Narratore urbano live allo Spazio 211 – foto di Martina Caratozzolo

Come è nato CTRL?

CTRL è un disco che abbiamo iniziato a sviluppare più o meno da quando proviamo insieme ed è stato perfezionato nel corso di questi ultimi due anni. Il tema che collega i brani tra di loro è la rabbia, un sentimento che troppo spesso è stato stigmatizzato e represso.

La prima metà di disco è un attacco indiscriminato verso tutto e tutti: dalle classi sociali più disagiate che accettano passivamente il fatto di aver raschiato il fondo e non trovano la forza di insorgere, alla classe dirigente colpevole di inefficienza, costretta sempre più a ricorrere alla forza e alla violenza per mantenersi stabile per arrivare infine alla medio-borghesia provinciale, causa di un vero e proprio immobilismo sociale poiché impegnata a vantarsi degli studi al Classico, postare le foto delle vacanze sui social e a “leccare il deretano al potente di turno”, che solitamente è solo un altro borghese più ricco e abbiente. Diversi attacchi sono anche rivolti verso il mondo della discografia, legato sempre più a logiche quasi mafiose e che lavora sempre meno sul contenuto e sempre di più sul contenitore. Ma la rabbia è soprattutto frutto della paura che consuma l’essere umano nel profondo e lo porta ad essere sempre più cattivo e intollerante, un po’ come Anakin di Star Wars che alla fine diventa Dart Vader.

Infine c’è la questione della bomba nucleare (Little Boy), che dall’inizio del disco pende sull’umanità e che vi assicuro riprenderemo più avanti.

Progetti futuri?

Il 15 dicembre 2023 pubblicheremo il disco ma prima verranno pubblicati dei singoli che ne anticipano l’uscita come Verdena (20 Ottobre 2023), La Roba di Classe (03 Novembre 2023) e Bisognini (24 Novembre 2023). Oltre a questo il 14 dicembre faremo un concerto all’OFF Topic di Torino per il lancio del disco e abbiamo già programmato alcune date per il 2024. Poi per il futuro ancora più remoto non saprei aggiungere molto: sicuramente farebbe ridere se a CTRL seguissero anche ALT e CANC.

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L'articolo Narratore torinese di Redazione è apparso su Rockit.it il 2023-09-28 17:22:00

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