Tra una settimana saranno al MI AMI ma, al momento, i Niagara sono a Berlino per registrare il nuovo album. Ce lo raccontano in anteprima.
Siete a Berlino a registrare il nuovo album. Come sta andando?
Domandona. Istintivamente direi “molto bene”, anche se abbiamo già ampiamente avuto modo di alienarci, al punto quasi di voler tornare a casa. Io, personalmente, amo perdermi e alienarmi durante la produzione di un disco, è qualcosa di cui sento il bisogno: entrarci così in profondità da perdere il contatto con la realtà e con l’oggettività delle cose.
Anche "Don't Take It Personally" è stato registrato lì. Che legami avete stretto con la città?
A Berlino abbiamo tanti amici pazzi, che però non vediamo quasi mai perché siamo in studio. Ci relazioniamo più che altro con i musicisti che vivono qui, che abbiamo conosciuto tramite il progetto Niagara o il collettivo Superbudda; lavoriamo in studio con Maurizio Borgna che ha mixato “Don’t Take It Personally” e che, ormai, è diventato parte del progetto. Insomma, sta diventando una città dove ogni anno facciamo un salto e la frequenza di spostamento sta aumentando. Iniziamo ad avere dei punti di riferimento e delle abitudini, e questo un po’ ci fa sentire a casa pur conservando dentro di noi quella sana tensione del forestiero.
Fatemi capire, avete scelto di lavorare da soli o con un produttore?
Siamo abituati a lavorare da soli da sempre, si crea un certo disequilibrio che ci aiuta a dare un senso al tutto. Però siamo aperti al confronto, e infatti Maurizio è spesso con noi in studio ed è fondamentale per avere feedback su ciò che stiamo facendo, soprattutto quando - come molto spesso succede - perdiamo la lucidità! Spesso ci dà spunti che non ascoltiamo o che non applichiamo sul momento, e poi, quando scopriamo che era una buona idea, gli rubiamo la paternità dell’intuizione.
Com'è la vostra giornata tipo in questo momento, quali orari e quali ritmi segue?
Stiamo seguendo degli orari massacranti, sia fisicamente che psicologicamente. Tutti i giorni veniamo in studio fra le 13 e le 14 e non lo abbandoniamo fino alle 5 o alle 6 del mattino. Ogni tanto stacchiamo per cena, momento buono per vedere qualche amico e poi torniamo in studio. Abbiamo fatto uno strappo alla regola solo nei due giorni adiacenti al mio compleanno, che è collimato con l’apertura di una galleria d’arte, “NOME”, di un nostro amico qui a Berlino. Ne abbiamo approfittato per fare un po’ di festa e, in qualche modo, ci siamo sentiti anche in colpa. Il più delle volte potremmo essere anche a Nichelino e non cambierebbe un granché, tranne per il gelato che sarebbe più buono.
C'è già un titolo, un'idea di quanti pezzi finiranno dentro al disco?
Per ora abbiamo solo suggestioni ed immagini a guidarci, più una regola che ci ha imposto Maurizio: "Non possiamo aggiungere nessun materiale sonoro acustico a patto che non sia percussivo o vocale!". Quindi ci tocca smanettare come pazzi con synth o trovare delle gabole contratto/concettuali per infilare qualche amico musicista. Il featuring potrebbe essere un buon “escape from the rules”. Ci piacerebbe fare un disco di 11 pezzi e far durare uno di questi 11 minuti ma, probabilmente, cambieremo idea durante il percorso.
In un'intervista dello scorso anno parlavate già di un "disco molto più ritmico". Verso che direzione sta andando il suono?
Effettivamente stiamo tenendo in considerazione l’elemento ritmico più del solito. Devo tuttavia capire se la considerazione è rivolta ad una riduzione o ad un aumento dell’elemento stesso. Posso dirti, però, che l’elemento guida del disco è l’acqua.
Hai ascoltato dei dischi che ti hanno fulminato negli ultimi sei mesi?
Io negli ultimi sei mesi ho ascoltato tanto "Excavation" di The Haxan Cloak, "Sol" di Eskmo e "Carrie & Lowell" di Sufjan Stevens.
Mi interessava molto capire se vi siete dati delle scadenze rispetto al progetto Niagara.
Mai parlare dell'arrivo quando si è per strada. Ovviamente si, ma per esperienza ho capito che durante la lavorazione è meglio non fare dichiarazioni di tempistiche, né a sé stessi, né tanto meno a terzi. Comunque i tempi sono sempre stretti. Il tempo è il nemico numero uno e va cavalcato e contrastato con ogni mezzo, costantemente, tutti i giorni e tutte le notti.
Tra una settimana suonerete al MI AMI: c'è la speranza di sentire qualche pezzo nuovo?
La vedo molto dura. Una cosa per volta.
Cosa vi aspettate dal festival? C’è qualche artista che siete curiosi di vedere sul palco?
Non aspettarsi nulla è il miglior modo per divertirsi un casino! Personalmente non vediamo l'ora di rivedere l'amico Populous e sono anche curioso di ascoltare live Iosonouncane.
---
L'articolo Niagara: come sta prendendo forma il nuovo disco di Marcello Farno è apparso su Rockit.it il 2015-05-28 08:00:00
COMMENTI