NODONORD Wazowski

NODONORD ci insegna a parlare coi nostri mostri, anche se fanno paura. Il segreto è non lasciarsi spaventare e magari cantargli una canzone

NODONORD in studio – foto di Marco Mazza
NODONORD in studio – foto di Marco Mazza

Giovanni Mazza, è nato a Magenta in provincia di Milano. Ha studiato medicina e pianoforte, e ora quando non porta la sua musica in giro fa il rianimatore. È appena uscito il suo primo singolo, Il mostro, firmato con il moniker di NODONORD. È un brano elettro-pop intimo, con cui Giovanni racconta alcune paure che prendono la forma di un mostro sotto al letto. Ma come insegna Monster & Co. non bisogna avere paura dei mostri, ma cercare di capirli. Gli abbiamo chiesto come ha fatto a incontrarlo, e soprattutto ad affrontarlo.

Quando hai cominciato a fare musica?

Ho iniziato a studiare il pianoforte da bambino e ho sempre portato avanti la passione per la musica. È stato proprio il mio maestro di pianoforte che in adolescenza mi ha fatto conoscere l'armonia e la composizione. Da allora ho iniziato a scrivere canzoni e non ho più smesso.

Negli anni sono cresciuto come autore con un approccio molto da ricercatore. Sono andato avanti per tentativi ed errori, provando le cose strane che mi venivano in mente, capendo cosa funzionava e cosa no. Ho anche avuto la fortuna di conoscere diversi artisti e professionisti e di confrontarmi con loro, imparando un sacco di cose. 

Con chi collabori?

Negli anni ho incontrato tante persone diverse: ho fatto parte di alcune band e di un collettivo artistico. Quell'esperienza è stata sicuramente indispensabile per imparare a collaborare con gli altri.

Ho imparato che probabilmente è impossibile fare musica da soli e mi sono circondato di tante persone con cui mi piace collaborare per curare il mio progetto artistico, sia nella fase di produzione sia per portare la mia musica al pubblico. In studio ho lavorato principalmente con Giordano Colombo, Jurijgami e Andrea Gentile, professionisti incredibili con cui spero di collaborare ancora a lungo.

Più ci penso e più mi rendo conto che è davvero impossibile fare una lista di nomi sufficientemente breve ma che comprenda tutte le persone che devo ringraziare per NODONORD.

NODONORD live – foto di Carlotta Mendola e Gianluigi Cerioli
NODONORD live – foto di Carlotta Mendola e Gianluigi Cerioli

Come definiresti la tua musica?

La musica per me è ricerca. Non solo per l'approccio che ho sempre avuto alla composizione, ma anche perché mi permette di scavare dentro me stesso alla ricerca di una rielaborazione emotiva della realtà.

L'obiettivo è quello di sfruttare sonorità pop facili da ascoltare per costruire un mondo alternativo in cui perdersi e ritrovarsi, magari toccando temi difficili da affrontare con la sola ragione.

A chi ti ispiri?

Cerco di ascoltare tutto quello che mi capita per le orecchie senza pregiudizi. Ovviamente ci sono alcune cose che mi piacciono più di altre e alcune che hanno influenzato più di altre la mia musica.

I cantautori italiani come De Andrè, Guccini e Dalla hanno avuto un'influenza importantissima sul mio modo di concepire la musica, ma voglio citare anche i Subsonica e Cosmo che mi hanno insegnato ad apprezzare un sound più pop ed elettronico. Dall'estero ho ascoltato tanto il grunge di Seattle, soprattutto i Pearl Jam. Grande ispirazione me l'ha regalata Bon Iver ( 22, a million è un disco che ha cambiato radicalmente il mio approccio alla musica), ma anche Aurora.

Della nuova generazione italiana non posso non citare Ginevra e Joan Thiele che sono attualmente le mie artiste preferite.

Come hai incontrato Il mostro del tuo nuovo singolo? 

Il mostro nasce da uno scontro di valori: un'angosciante discrepanza tra quello che c’è fuori e quello che c’è dentro. Ho iniziato a scriverla in un periodo in cui nel dibattito pubblico era molto frequente l’utilizzo di simboli cristiani accostati a tematiche che promuovevano l’emarginazione di alcuni gruppi di persone. Io ho sempre accostato la cristianità a valori completamente opposti: l’inclusione, il perdono, l’amore. Questa discrepanza ha suscitato in me una preoccupazione che mi teneva sveglio la notte. Mi è tornato in mente quando ero bambino e di notte avevo paura dei mostri che si nascondevano nel buio della mia stanza. Così ho scritto una canzone che cerca di ricreare quella sensazione.

Qual è il momento che preferisci durante i tuoi live?

Il live è sempre un momento magico perché crea una relazione speciale con il pubblico e con la band. Quando tutto funziona bene è una goduria pazzesca, la musica prende il controllo della situazione e io ho quasi la sensazione di scivolare lungo la serata come fossi su un gigantesco scivolo ad acqua. È in assoluto la mia sensazione preferita. Poi i palchi sono sempre di una bellezza incredibile, quel momento di attesa quando è tutto montato ma il palco è ancora deserto è uno dei miei preferiti, sia quando suono sia quando ascolto. 

Progetti futuri?

C’è sicuramente un nuovo singolo in arrivo entro la fine del 2023. Per il 2024 ho progetti più grandi, ma devo tornare in studio per terminare il lavoro. Quindi per adesso rimango scaramanticamente vago.

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L'articolo NODONORD Wazowski di Redazione è apparso su Rockit.it il 2023-11-03 15:01:00

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