La noia e la provincialità disillusa possono essere un fermento per le canzoni

Un percorso di sperimentazione e crescita nella periferia di Modena, quello raccontato grazie a King of Provincia, dalla musica strumentale alla scoperta della propria voce, influenzato dalla periferia modenese, tra sfide artistiche, esperimenti sonori e il desiderio di comunicare emozioni e verità

Il mio progetto musicale è nato dopo aver finalmente accettato la mia voce. Per anni ho scritto pezzi strumentali o li ho fatti cantare ad altri, ma ho deciso di sperimentare il processo di scrittura e produzione di un brano tutto da solo. Ho scoperto che questa esperienza mi faceva conoscere meglio me stesso e ho continuato. Ho iniziato a fare musica come clarinettista nella banda cittadina a otto anni, per poi passare alla chitarra e, verso i venti, alla musica elettronica. Credo che il luogo in cui sono cresciuto, la provincia di Modena, abbia avuto un forte impatto sullo sviluppo delle mie idee musicali. La pianura, la noia e quella sorta di disillusione tipica di Modena sono diventati un terreno fertile per le canzoni.

Quando ho iniziato a scrivere, ero immerso nella scoperta della musica indipendente italiana, in particolare del rock e del cantautorato, e gruppi come i Ministri, il Teatro degli Orrori e gli Zen Circus mi hanno ispirato molto. Ma c’era anche tutta la scena musicale che passava nei locali di Modena e dintorni, che aveva forti influenze emo punk, post-rock e altro. Inoltre, crescere ascoltando De André e Bennato, insieme alla musica popolare italiana e africana, ha sicuramente influito sul mio stile e sulla mia ispirazione.

Centro Happen, sotto il palazzo R- Nord. Palazzo che era simbolo della ghettizzazione del quartiere di via Gramsci, veniva chiamato Palazzo-Eroina. Tra le riqualificazioni, questo spazio per giovani, preso in mano a un certo punto dalla cooperativa Aliante, in particolare da dei ragazzi eccezionali che hanno creato un’alternativa a tanti ragazzi, di ogni nazionalità, che avevano un posto per creare, incontrarsi, giocare. Io ho dato una mano a costruire la sala prove e a registrare/fare basi ai ragazzi che volevano cantare.
Centro Happen, sotto il palazzo R- Nord. Palazzo che era simbolo della ghettizzazione del quartiere di via Gramsci, veniva chiamato Palazzo-Eroina. Tra le riqualificazioni, questo spazio per giovani, preso in mano a un certo punto dalla cooperativa Aliante, in particolare da dei ragazzi eccezionali che hanno creato un’alternativa a tanti ragazzi, di ogni nazionalità, che avevano un posto per creare, incontrarsi, giocare. Io ho dato una mano a costruire la sala prove e a registrare/fare basi ai ragazzi che volevano cantare.

Il mio processo creativo è cambiato nel tempo. Inizialmente, scrivevo un testo e cercavo la melodia, ma poi ho sperimentato anche partendo dalla musica, dalla melodia o addirittura dal titolo. Oggi non ho un metodo standard: tutto dipende dall’idea che mi viene in mente.

Ho capito che la musica sarebbe diventata una parte centrale della mia vita intorno ai 12/13 anni, quando passavo intere giornate chiuso in camera ad ascoltare musica. Poi, anni dopo, è stato un altro segno: Ableton Live, che è diventato il mio videogioco preferito.

Stella Nera, il centro sociale anarchico di cui faccio parte da dieci anni. Nascosto tra le fabbriche, ci ho potuto realizzare qualsiasi serata volessi fare, crescere la mia esperienza autogestionale, trovare amici e una comunità splendida, aprire lo spazio ad idee altrui, a feste, a incontri culturali, a prove. Il posto che mi ha insegnato che fare politica attiva è fare quello che vuoi con amore, e non andare a votare.
Stella Nera, il centro sociale anarchico di cui faccio parte da dieci anni. Nascosto tra le fabbriche, ci ho potuto realizzare qualsiasi serata volessi fare, crescere la mia esperienza autogestionale, trovare amici e una comunità splendida, aprire lo spazio ad idee altrui, a feste, a incontri culturali, a prove. Il posto che mi ha insegnato che fare politica attiva è fare quello che vuoi con amore, e non andare a votare.

La mia cultura ha avuto un grande impatto sul mio stile musicale. Crescendo in un ambiente in cui si ascoltavano cantautori e poesie, mi sono ritrovato immerso nella musica popolare italiana, nei canti di lotta socialisti e anarchici, ma anche nella musica africana percussiva. Tutto questo mi ha segnato fin da piccolo. Anche il contesto sociale e la scena musicale locale mi hanno influenzato, ma credo che ciò che mi ha spinto di più sia stato il desiderio di sperimentare e trovare qualcosa di mio.

Wave music, ovvero le sale prova di via Morane, da cui è nato Revol Wave Orchestra, un collettivo di ormai 500 persone, soprattutto ragazzi da Modena e dintorni che amano la musica, organizzano concerti, festival, jam, eventi di ogni tipo e soprattutto mettono in contatto le persone in una maniera fantastica e orizzontale. Io ci ho trovato tantissimi amici e una botta di vita alla realtà modenese.
Wave music, ovvero le sale prova di via Morane, da cui è nato Revol Wave Orchestra, un collettivo di ormai 500 persone, soprattutto ragazzi da Modena e dintorni che amano la musica, organizzano concerti, festival, jam, eventi di ogni tipo e soprattutto mettono in contatto le persone in una maniera fantastica e orizzontale. Io ci ho trovato tantissimi amici e una botta di vita alla realtà modenese.

Le sfide più grandi nel mio percorso artistico sono state accettare la realtà del mercato musicale, che spesso governa i gusti più di quanto mi aspettassi. Ci sono stati conflitti, rotture con amici e band, momenti di incertezza su cosa stavo facendo e se avrebbe mai avuto un impatto su qualcuno. A volte, la solitudine di lavorare sulla mia musica da solo è stata difficile, ma penso che l’arte, quando è fatta con l’anima, sia pura e cruda, lontana da logiche commerciali. La parte più difficile resta comunque il contesto, che spesso è desolante, ma ciò che lo salva sono le persone giuste.

La Tenda, il live club migliore di Modena, un posto dove ho visto centinaia di concerti di band locali o estere ed enormi, sempre gratis, sempre emozionante. Ci ho suonato i migliori concerti della mia vita ed è così casa che ci si fa anche le preproduzioni ad agosto, come si vede nella foto.
La Tenda, il live club migliore di Modena, un posto dove ho visto centinaia di concerti di band locali o estere ed enormi, sempre gratis, sempre emozionante. Ci ho suonato i migliori concerti della mia vita ed è così casa che ci si fa anche le preproduzioni ad agosto, come si vede nella foto.

Il mio rapporto con il pubblico è stato sempre un po' distante. Quando si trattano temi intimi, è difficile percepire subito la risposta. Però, ultimamente, ho cominciato a sentire il pubblico cantare sotto al palco, e questo mi ha riavvicinato all’idea di comunicare davvero con le persone. Nel mio ultimo lavoro, un tema ricorrente è l'“odore”, una parola che mi è venuta fuori più volte nei testi. L’olfatto ha un potere emotivo incredibile, ed è qualcosa di irripetibile e momentaneo, proprio come la magia dell'esistenza. Un altro tema che mi sta molto a cuore è il tentativo di nuotare fuori dal mare del capitalismo, cercando alternative a questo sistema.

La preda ringadora, in piazza grande a Modena. In passato ci facevano comizi sopra, o ci mettevano alla gogna gli evasori. Quando suonavo per strada con la mia band ci abbiamo fatto un concerto sopra, a mia memoria gli unici che l’abbiano fatto. Perché ogni tanto ci si scorda che la città è “tutta roba nostra”
La preda ringadora, in piazza grande a Modena. In passato ci facevano comizi sopra, o ci mettevano alla gogna gli evasori. Quando suonavo per strada con la mia band ci abbiamo fatto un concerto sopra, a mia memoria gli unici che l’abbiano fatto. Perché ogni tanto ci si scorda che la città è “tutta roba nostra”

Guardando al mio percorso, credo che la mia evoluzione artistica sia stata soprattutto sperimentale. Non tanto nel cercare suoni mai fatti prima, ma nel provare a fare tutto quello che mi piaceva. Ho avuto tanti progetti, tanti generi e tanti contesti, il che ha generato molta confusione. Ora, però, ho le idee più chiare e una direzione ben precisa. Come mi dice spesso un caro amico, Tonino3000: "Non preoccuparti, Fela Kuti ha iniziato a fare la sua musica a trent’anni, dopo aver sperimentato per dieci anni nei jazz club di Londra."

King of Provincia è un progetto editoriale per la community di RockitPRO. Con la sua prima edizione, a fine 2024, una giuria di professionisti della musica ha selezionato 16 progetti da tutta Italia, come questo, che vi racconteremo sulle pagine di Rockit per fare emergere un mondo di artisti che lontano dai grandi giri della discografia portano valore alla musica (e dare il giusto spazio alle tante scene locali che compongono un mosaico di passione e talento). Uno di loro andrà in tour in tutta la penisola. Abbonati a Rockit PRO per partecipare all'edizione 2025 di KING OF PROVINCIA.

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L'articolo La noia e la provincialità disillusa possono essere un fermento per le canzoni di Redazione è apparso su Rockit.it il 2025-03-03 17:27:00

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